I miei capelli erano in condizioni riprovevoli. Chi mi conosce sa che il problema non è la calvizie: se non li taglio spesso mi si può scambiare per un cane da slitta. Il barbiere è una persona da scegliere con cura, è forse lo stadio iniziale dello psicanalista, una persona che toccandoci la testa e ponendo una lama sul nostro collo compie gesti che trascendono la pura necessità tonsoria e assumono significati più profondi. Ho sempre avuto grossi problemi con i barbieri. Ho un barbiere stabile da una decina d'anni, a Napoli. Ma ora sono a Bologna e la tosatura non è rinviabile. Chiedo e mi vengono cortesemente fornite diverse alternative, accomunate solo dal prezzo: esageratamente alto. Posso provare però da quello sottocasa, quello dove va Prodi. Potete immaginare l'imbarazzo. Io da quello di Prodi. E chi mi credo di essere? Siamo ormai in campagna elettorale, un gesto del genere equivale a schierarsi. E come li porta poi i capelli Prodi?
Un sguardo nello specchio dell'ascensore: non mi faranno nemmeno entrare. Attraverso la strada ed è lì, davvero: "Barbiere Gino". Un barbiere che sulla porta ancora tiene scritto "barbiere". Entro, mi salutano nonostante il look selvatico che insospettisce anche i barbieri normali e mi fanno accomodare. Inizia così la migliore esperienza carosatoria che potessi immaginare. Niente chiacchiere, niente prodotti bioestetici solo forbici e rasoio, niente tentativi di cotonatura, totale ma cortese rispetto della privacy, provate ad andare da un barbiere normale e tenere celata la vostra identità: nemmeno quelli del mossad resistono. Velocissimo, 20 euri (meno della metà dei prezzi su piazza) e - mai visto prima - ricevuta fiscale.
Non riesco a immaginare il barbiere di berlusconi, sarà un chirurgo del Sismi. Non mi so immaginare da quello di D'Alema, carissimo e spietato solista del foen. Ma certo non immaginavo che il barbiere di Prodi incarnasse così il mio ideale di cittadino per bene. Ovvero, se questo è il suo barbiere (e lo è), mi convinco che Prodi sia davvero una brava persona e che la sua visione del mondo sia largamente coincidente con la mia, la democristianità a questo punto della storia è un dettaglio. Le mie primarie si sono risolte così.
Un piccolo dubbio finale: per tutto il tempo della laboriosa tosatura sono rimasto il solo cliente. Non si può dire che i gusti di Prodi e miei (modestamente) siano largamente condivisi. Siamo sicuri che un signore che va da un barbiere così per bene possa poi vincere le elezioni, in Italia?
5 commenti:
Credo che la sua scelta "politica" del barbiere sia stata ottima, in fondo nonostante il trapianto, Prodi é messo ancora molto meglio di Berlusconi...poi ultimamente é meglio evitare gli amici del premier, é vero esistono le varie leggi ad personam che li salvano, però non é gente particolarmente raccomandabile
Nel mio piccolo anche io condivido i gusti suoi e di Prodi, cresceremo in vista del 2006?
Quando ho letto questo articolo (con difficoltà: stranamente ingarbugliati i caratteri sul web, mentre qui sotto il post tutto liscio) pensavo già a una cosa letteraria del genere "Il sarto di Panama" o "Il birraio di Preston". Invece siamo alla cronaca politica. Bene, mi inviti a cena. Lascio da parte i miei gusti tosatori (del resto ugualissimi ai tuoi) e le nostalgie inevitabili per i vecchi barbieri (peccato però che quelli erano luoghi di chiacchiera, anche se diversa da quella da bar, per non parlare dei calendari con le donnine, profumati e con la cordicella colorata). Vengo alle due domande cruciali: 1) cosa ci accomuna tanto a Prodi e al suo barbiere (più che a D'Alema e al suo calzolaio o a Bertinotti e al suo sarto)? 2) può vincere uno così (o è irrimediabilmente perdente come noi altri dinosauri)?
Risposta alla prima domanda: non ci accomuna la democristianità né la cristianità, non lo stile prima repubblica né il preteso catto-comunismo. Nemmeno (e sai quanto conti per me) la passione ciclistica. No, quel ci accomuna è costituito da cose semplici: la carriera di boiardo di stato, la frequentazione di sedute spiritiche, il rapporto fiduciario con i grandi poteri finanziari transnazionali.
Risposta alla seconda domanda: se sarà abbastanza furbo da non farsi cucinare dai Rutelli di turno (e chi c'è dietro), vincerà certamente le elezioni con i preziosissimi consigli dei Lerner, anzi dei Mauro, anzi degli Scalfari, anzi dei De Benedetti (& Co.)
Dunque: Aspettando Prodot!
C'era una volta il Mostro dalla Grande Pelata il quale odiava l'antica bottega del barbiere e i valori che questi gelosamente custodiva ed il suo unico interesse erano i denari. Ma il Mostro conosceva un importante proverbio:"l'unione fa la forza", così pur non essendo tanto amato riuscì a circondarsi di alleati distribuendo loro denari, regali e potere.
L'antica bottega del barbiere era invece molto amata da un Vecchio Professore che era circondato da tanti amici. Ma questi amici, erano realmente suoi sostenitori? A preoccupare di più il Vecchio Professore era Francesco il Bello che sembrava in realtà perseguire altri interessi..
To be continued..
Riusciremo a vivere tutti felici e contenti?
BELLI CAPELLI. Romano Prodi scrive una lettera comprensibilmente risentita a Repubblica per smentire la diceria secondo la quale il presidente della Commissione europea farebbe uso di tinture per i propri capelli. Doverosa rettifica, presentata da Prodi con ironia e misura. Allarmante la denuncia delle strumentalizzazioni politiche che il presunto uso di tinture avrebbe scatenato negli avversari politici: «il mio barbiere (da pochi giorni in pensione) è stato per anni assediato su questo tema dai giornali vicini (o vicinissimi) all’attuale maggioranza di governo». I giornalisti di destra scatenati con taccuini e registratori onde estorcere al barbiere di Prodi notizie delicate e compromettenti? Urge intervento dell’Ordine, o almeno del disordine.
Dagospia 09 Marzo 2004
Anche se con un pò di ritardo ho appena letto il suo articolo...complimenti per il modo di scrivere e per il forte senso dell'umorismo:)...non faccio commenti sulla politica perchè non me ne interesso e nemmeno mi piace!
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