luglio 19, 2008

Piccoli episodi di consunzione del capitale umano. E sociale

C’è la dimensione macro e sistemica dei problemi del welfare e dell’occupazione, ci sono le morti sul lavoro e c’è la crisi dell’università. E gli stessi problemi hanno però anche una dimensione più modesta, meno eclatante, che non fa notizia. Cose note, ma è interessante come la diversa dimensione finisca per cambiare anche un po’ la prospettiva. La complica, fa emergere conflitti diversi, noti, ma non per questo più sopportabili.
Ho ricevuto questa storia e credo che la rete sia il posto giusto per conservarla.

Dario, 24 anni, operaio nel ciclo dei rifiuti della Campania. 2 anni fa gli andò "una cosa nell'occhio" mentre lavorava. Pronto soccorso, visita specialistica, diagnosi: nessun danno, solo un po' di congiuntivite da curare con due goccine per 4 giorni. Dario, oggi, da quell'occhio non vede: una cicatrice sulla cornea l'ha reso orbo. Una cicatrice che a dire del pronto soccorso "non c'era.
Dario, 24 anni, operaio. 10 giorni fa ha avuto una frattura al mignolo della mano destra. Dario, oggi, ha girato tutti i centri (pubblici) della città perché uno specialista della chirurgia della mano gli dicesse cosa fare per il suo dito innaturalmente piegato ed ancora gonfio oltre misura. Mica ci è andato di sua iniziativa! Ci è andato perché lo specialista dell'ospedale presso cui si era rivolto di pronto soccorso ha detto che è necessario un intervento che presso di loro non si fa. Lo stesso ospedale dove era tornato 2 giorni dopo per dire che non gli sembrava normale che il dito fosse così "storto" e dal quale era stato rimandato a casa perché "così deve andare, poi si aggiusta e torna al suo posto"!
Ha fatto l'impegnativa, che non si sa bene chi impegni a fare cosa. L'ha fatta perché se ci sono delle regole è giusto rispettarle.
Ha chiamato alcuni CUP di differenti strutture pubbliche, ma solo per sentirsi rispondere che prima di 3 o 4 mesi non se ne parla di una visita in ambulatorio.
Ha chiesto allora aiuto alla mamma, alla nonna, che a loro volta hanno chiesto aiuto a "grandi nomi" della medicina partenopea. Non per scavalcare giuste priorità. Solo per sapere cosa gli sta per accadere e quale strada imboccare. Ha già perso la visibilità dall'occhio sinistro... in effetti gli dispiacerebbe perdere anche la mobilità della mano destra.
Ha bussato alla porta di un "primario" che gli ha risposto con arroganza e l'ha rimandato in coda ad una ipotetica fila di un ancor più ipotetico ambulatorio. Un primario seduto in una bella stanza condizionata, dietro una bella scrivania, con una bella segretaria, in una struttura pubblica. Pagato da tutti, e quindi pagato anche da Dario.
Dario ha cambiato ospedale, una struttura diversa. Ancora un’impegnativa, chiedendo solo un parere d'urgenza. Ma gli han detto che urgenza più non è visto che sono passati 10 giorni dal trauma! Eppure solo ieri ha saputo che il dito è compromesso nelle sue funzioni. Non dal trauma ma dalla cura.
Ha fatto la faccia tosta, ha bussato alla porta del direttore chiedendo di dirgli solo, lui massima eccellenza sul territorio, che fare, quali altri rischi correva per quella piccola fratturina ad un dito. Ha sbuffato, nicchiato, si è inalberato, ma alla fine il dito gliel'ha guardato: e "ormai è tardi, è passato troppo tempo dal trauma, venga al mio studio..., questo è il numero, parli con la segretaria per un appuntamento …".
Dario se ne è andato a casa. Triste. Allo studio di quel dottore Dario non ci andrà. Non per i soldi che pure, per chi le tasse le paga davvero, pesano ma sono ben spesi se per la salute. Ma per i modi, per la venalità evidente, ed anche perché crede che ognuno di quei medici un giorno ha giurato: "di attenersi ai principi etici della solidarietà umana", "di curare tutti i pazienti con eguale scrupolo e impegno", "di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza".
Forse non ricordano quel giuramento prestato prima di iniziare la professione, e se per caso lo ricordano avevano sicuramente incrociato le dita.