gennaio 27, 2007

Rimbalzi


Le cose scritte qui sotto hanno creato un certo scompiglio. Il tutto da quando sono rimbalzate sulla stampa. Prima B. De Fazio su Repubblica Napoli, poi A.L. su l'Espresso.
Quello che colpisce è che i giornali e i settimanali perdono lettori, ma non perdono peso nella formazione dell'opinione che le classi dirigenti hanno di sé stesse, nella funzione di "specchio delle mie brame".
Nel frattempo numeri crescenti di persone, di altre persone, formano la propria opinione altrove, per esempio su internet. Nel piccolo caso occorso a questo blog si è visto chiaramente che il problema è diventato tale nel momento in cui è arrivato sulla carta delle rassegne stampa e di converso il traffico che questo episodio ha veicolato verso questo blog (peraltro citato in tutti e due i casi e correttamente) è stato quasi irrilevante. Insomma due mondi quasi non comunicanti.
Cose che si sapevano, ma che è interessante osservare da vicino.

gennaio 23, 2007

I servizi informatici della "Federico II". Una nota di M. Fario

In questa settimana è capitato di osservare strane cose nei servizi web e di posta di quella che qui viene di solito chiamata "l'azienda". Ho quindi scritto il 18 gennaio e il 15 gennaio due post che illustravano cosa accadesse e che hanno raccolto commenti dai lettori di questo blog. Si tratta di questioni rilevanti di per sé, ma ancor più rilevanti considerati gli scopi sociali della cosiddetta "azienda".
Oggi ricevo una lettera del dr Mauro Fario che pubblico volentieri e che ora non commento. Il dr Fario è direttore del Csi, il Centro di Servizi Informatici (dell'azienda di cui sopra).

Non è facile leggere con serenità le osservazioni apparse sul blog. Non è facile perché gli argomenti trattati, e le critiche mosse, sono proprio alcuni degli elementi su cui stiamo lavorando per fornire un servizio migliore, che renda più semplice la vita di tutti. Quando dico tutti, intendo in primo luogo gli studenti, poi i docenti, ma infine anche il personale T.A. che opera con tante difficoltà proprio su queste stesse cose.
Il problema è serio, ed in questo momento è fortemente aggravato da una situazione economico-finanziaria che ci costringe a prioritizzare gli investimenti secondo uno schema di necessità che confligge con la giusta domanda espressa dall’utenza.
Il problema è serio anche perché la soluzione non sta nella modifica evolutiva di un sistema pre-esistente, ad esempio ESIS, la quale, se perpetrata, ci indurrebbe in una trappola mortale inducendo una lenta transizione dalla complessità al caos, ma in un ridisegno integrato di tutto il sistema di supporto alla didattica, che ancori le proprie basi su metodologie e tecnologie moderne, progettate proprio per affrontare e gestire la complessità dell’integrazione.
E su questi nuovi scenari occorre formazione avanzata, esperienza, competenza, visione, tutti attributi che sono stati un po’ offuscati dalla permanenza di vari sistemi applicativi in un contesto tecnologico obsoleto e non integrato.
Ciò nonostante il personale tecnico ha fatto molto, ed è riuscito a sostenere nel tempo una serie di servizi che, per quanto a volte poco “friendly” e non esaustivi rispetto ai bisogni, hanno comunque fornito una prima risposta utile all’avvio di un importante processo di avvicinamento ai servizi informatici.
Le nuove frontiere del piano di e-government, che ci vengono in aiuto nella semplificazione apparente dei processi e delle interazioni, rendono poi le attività di ridisegno e sviluppo un po’ più complesse. Logiche ormai obbligatorie di single-sign-on, posta certificata, firma digitale, archiviazione ottica sostitutiva, interoperabilità applicativa, e così via, per quanto non implementabili tutte in parallelo, devono comunque far parte del nuovo disegno progettuale, e la cosa non è semplice.
Tutto ciò deve essere supportato da uno strato infrastrutturale in alta affidabilità, da una adeguata capacità di banda trasmissiva, con le opportune procedure di back-up/recovery e fino ad un primo livello di disaster recovery, tutte cose sulle quali stiamo lavorando. Da tener presente anche il problema della robustezza e sostenibilità dei servizi. In riferimento al nostro portale, ad esempio, siamo arrivati a circa 100.000 transazioni/gg.
In definitiva, un approccio costruttivamente critico rispetto all’obiettivo di miglioramento del nostro sistema universitario non può che essere il percorso più utile e proficuo per il continuo miglioramento dei servizi di Ateneo. Ogni istanza e/o suggerimento che ci verranno presentati, anche attraverso approcci multicanale, sono e saranno patrimonio di analisi di cui i tecnici hanno bisogno proprio e soprattutto per rendere i nuovi sistemi più adeguati alle esigenze dell’utenza.

gennaio 20, 2007

La sconferenza e la ciclofficina


E' sabato, potrei forse pennicare. Ma mi sono teleportato a Roma dove c'è un Barcamp, una s-conferenza sul web, sulle sue tendenze. La seguo live via web e intanto scorro il programma e le bio dei partecipanti. Molto interessante, peccato non esserci. O meglio, comodo esserci senza doverci andare.
Poi invece vado all'inaugurazione di una ciclofficina popolare. E porto un mio video.
La rete e la bici vanno bene insieme. Ne parlava Luca De Biase un po' di tempo fa in un video in cui pedalava e parlava di rete.
Oggi mi sento nel flusso della contemporaneità.
Ma poi mi passa.

gennaio 18, 2007

Esigenze di approfondimento informativo

Stamattina mi ha scritto il Magnifico Capo, anzi la sua segreteria. Si capisce che non è davvero lui perché si ostinano a intestarsi “capo”, minuscolo, in un accesso di populismo ortografico non richiesto e forse nemmeno voluto. E non ha scritto solo a me, ma a tutti: la solita circolare.
La circolare, nella prosa tipica di questo genere che si distingue per rendere incomprensibili le cose semplici e nel frattempo darsi un tono bonapartesco, ci fa sapere che:


"... a partire dal 1 febbraio 2007 il servizio di help desk, la cui sperimentazione ha ottenuto alti livelli di gradimento da parte dell’utenza, evolverà nel servizio istituzionale di Contact Center... con lo scopo di soddisfare esigenze di comunicazione derivanti da:
-Segnalazione di guasti e malfunzionamenti
-Assistenza all’utilizzo di servizi e procedure
-Approfondimento informativo"


Una bella e buona cosa, se non fosse che ci stanno in realtà dicendo che un servizio del genere, obbligatorio nel mondo civile da una decina di anni, l’avremo nel 2007. Non è mai troppo tardi.

Il “soddisfacimento delle esigenze di comunicazione” va avanti per circa tremila caratteri con la lettura dei quali le esigenze aumentano e il soddisfacimento si allontana sempre più. In buona sostanza ci si dice che questo contact center è un sito.


Ci vado e giustamente mi si intima l’altolà. Username e password. Si entra e cosa c’è? Un
frame che contiene gli stessi tremila caratteri di tecnichese burocratico fatti spedire a nome del capo, nemmeno una virgola diversa. E quindi ci si spiega che il “soddisfacimento delle esigenze di comunicazione e approfondimento informativo” saranno raggiunti collegandosi al sito... (quello in cui già siamo) e se si clicca si apre un altro frame al suo interno in cui si spiega in tremila caratteri… All’infinito.
Hanno letto troppo Borges? No, forse il punto è che non lo hanno letto abbastanza.
A margine: la mail del capo, secondo le abitudini aziendali è stata inviata con un bell’indirizzo in chiaro del tipo
urbietorbi@azienda.it. Una manna per gli spammer.
Infatti stamattina il solito furbetto l’ha subito usato per rallegrare alcune migliaia di account col suo sito convegno sugli animali da laboratorio di cui peraltro ad oggi manca ancora il programma. Proprio il tema su cui non c'è nessuna controversia e cui dare la massima divulgazione. O forse no, qualcuno non è d'accordo. Insomma, sarà contento il capo degli usi paradossi della sua circolare.

Aggiornamento: scoperto l'indirizzo magico, tutti i convegnatori e le loro spettabili e pesanti locandine stanno infestando le caselle di posta di tutti. E c'è pure chi lo utilizza per dire, di nuovo a tutti, di smetterla. A nessuno viene in mente che esistono le buone maniere. E che siamo nel 2007, la posta elettronica è nata nel 1972.

Le puntate precedenti:

Sull'uso aziendale dell'email (nov. 2006)

Sulla sicurezza nelle comunicazioni email (gen. 2006)

Sulla flessibilità d'uso dei siti aziendali (gen. 2005)

Sembra futuro ma è presente, anzi passato

Mentre noi ci si trastulla con pagine web che non si aprono, nel mondo contemporaneo girano video come quello qui sotto (se avete le bande larghe). Secondo una minoranza riporta al futuro, invece è vero, esistono interfacce di questo tipo, anzi sono state presentate un anno fa.
Questa è solo una nuova versione realizzata in esclusiva per un articolo di Adam L. Penenberg sulle innovazioni nell' interazione.



Aggiornamento: ho tolto il link diretto al filmino, dava fastidio. Per vederlo procuratevi una connessione veloce e cliccate sull'immagine. All'inizio tocca sorbirsi una pubblicità di win mobile.

gennaio 15, 2007

Come rendere difficile la vita alle persone e favorire la diffusione di software maligno: l'impegno di un'istituzione formativa

La prenotazione degli esami universitari è un micro evento burocratico che si presta molto facilmente al trasferimento sulla rete. Gli studenti costituiscono un pubblico per definizione alfabetizzato, le università sono il posto dove internet è nata e dove si formano molte delle figure che poi le danno forma. Le convenienze sono molte, innanzitutto si elimina la fatica di andare fino in facoltà a volte solo per prenotare l'esame, un quantità enorme di tempo se moltiplicata per il numero dei tentativi di esame, il numero degli studenti e se si considera la loro dispersione sul territorio.
Ma non è però sempre così semplice: ci sono consuetudini burocratiche, una certa sfiducia di fondo e persistente
da parte degli uffici per quello che non è su carta, ma lo stesso vale anche per studenti e per professori. Fatto sta che anche questo compito elementare fa fatica a trasferirsi sulla rete, almeno in alcune aree dell'europa meridionale. Ad esempio a Napoli, all'Università Federico II.
Prenotare esami è un compito che per motivi anagrafici non mi compete più, ma capita che il figlio tecnofobo di un mio amico mi chieda di aiutarlo e mi accorgo che la cosa non è così semplice.
Innanzitutto la pagina che indirizza al servizio di prenotazione e a una serie di altri servizi, apparentemente utili, si raggiunge attraverso il link "Aree Riservate". Che, accompagnato dall'icona di una chiave, non è esattamente il modo più comune per invitare a entrare e servirsi.
Chi ci riesce, si trova in una pagina scritta in verde e blu su fondo blu (gli ipovedenti si trovino degli amici) in cui non esiste né la parola "prenotazione" né quella "esami", ma in cui si parla di "erogazione servizi informatici" (uh).

Io ho cliccato per capire cosa si erogasse, ma non è accaduto nulla, se non una specie di sussulto della pagina. Allora mi accorgo che in basso c'è un'avviso che invita a fare attenzione e che "per usufruire del servizio bisogna impostare opportunamente le proprietà del browser".
E qui si accede alla pagina capolavoro che opportunamente trascrivo:


Di seguito, con riferimento al browser “Internet Explorer”, si danno alcune indicazioni, relative alle principali opzioni.
Abilitazione dei cookie:

Dal menu di Internet Explorer scegliere la voce Strumenti - Opzioni Internet; scegliere quindi la voce "Privacy" e, qui, il tasto "Avanzate"; scegliere di accettare sempre i cookie della sessione.
Visualizzazione dei messaggi popup (Internet Explorer 6.0 e successive):
Dal menu di Internet Explorer cliccare sulla voce Strumenti - Opzioni Internet; scegliere Protezione - Internet ( selezionare la icona col mondo) e cliccare qui sul tasto "Livello personalizzato". In questa finestra scorrere l'elenco fin quasi alla fine. Una delle ultime voci riguarda i popup: si deve settare "Usa blocco popup" su "Disattiva".
Visualizzazione dei messaggi popup (Internet Explorer su WIndows XP, SP2):
Dal menu di Internet Explorer cliccare sulla voce Strumenti - Opzioni Internet; scegliere "Privacy" e, nella finestra che compare, deselezionare il check "Blocco Pop-Up". In alternativa, se non si vogliono sbloccare tutti i pop-Up, premendo il tasto "Opzioni" sulla stessa finestra, é possibile inserire l'indirizzo "esis.ceda.unina.it" tra i " Siti da cui consentire i pop-up".
Per quanto riguarda il blocco dei popup, inoltre, é necessario prestare attenzione quando si installano security per Internet (ad esempio, quelle della Norton) oppure personalizzazioni del browser (ad esempio, la barra degli strumenti di Yahoo). Infatti tali applicazioni, in fase di installazione, riattivano tale blocco senza preavviso e ne consentono, inoltre, la gestione attraverso i propri menú, in maniera invisibile ed indipendente da quelli di Internet Explorer.

A parte la sintassi, l'uso di tecnichese spinto e la errata grafia della terza persona singolare presente del verbo essere, quello che mi ha lasciato invece esterrefatto è che in nome di non si sa cosa, si chiede di modificare delle impostazioni che servono a proteggere da quello che nel loro linguaggio si chiama il "malware", il software schifezza che infesta la rete, fatto di virus, trojan, worm ecc. Non ci dicono sempre che la colpa è di chi non installa gli opportuni antivirus? Adesso opportunamente ci dicono di toglierlo sennò non si prenota l'esame.

Inoltre si dà per scontato che l'utente sia anche amministratore del sistema. Spesso non è così. Chi usa la macchina di un amico, di un locale pubblico, di una piazzatelematica non si prenota. Chi usa i computer del laboratorio della mia facoltà invece ci riesce. Il tecnico ha dovuto opportunamente renderli vulnerabili. E tali rimarranno, questi e molti di quelli degli studenti. Non si raccomanda infatti
di ripristinare la sicurezza una volta concluso il compito né si dà alcuna indicazione su come fare.
Infine si parla solo di Explorer, il browser più vulnerabile, come se non esistesse altro e di fatto suggerendone l'uso.
La cosa più grave di tutte è l'abuso di autorità e la contemporanea dissipazione di autorevolezza dell'emittente. Se lo dice l'università allora vuol dire che bisogna usare quel browser e che quelle impostazioni vanno tenute in quel modo, comunque o così o non ti prenoti.

Piccolo suggerimento per chi non usa Explorer: in Firefox è nelle preferenze, sezione "contenuti"; in Safari basta digitare "command+K".
Una volta adempiuto alle strane richieste, si riprova e si riceve questo avvertimento:

Una persona per bene a questo punto si ritira, sommessamente. Guardate bene: "si è connessi a un sito che dice di essere... probabilmente per ottenere informazioni personali". Usano una connessione apparentemente sicura, ma non certificata, proprio la tecnica del phishing, che si basa appunto sulla particolare cieca obbedienza che si può ottenere spacciandosi per istituzioni autorevoli (banche, poste, provider) e usando un linguaggio tecnico con toni intimidatori.

Un incoscente bisognoso d'esame passa
invece sopra a qualsiasi cosa, entra e si imbatte in quest'altro monumento alla complicatezza: "Inserire i nove caratteri della matricola, compresi gli zeri e senza la barra", sembra una cosuccia, ma pare che sia lo scoglio principale, dove li aggiungo gli zeri visto che le matricole sono dei numeri in formato "765/3456". Costava molto aggiungere un esempio e dire di convertire in "756003456"? Costava evidentemente molto.

Oltre non sono andato, non so come proceda la vita dell'esaminando, ma non vorrei essere al suo posto. Nemmeno andarsene è facile: si rimane attaccati alla pagina. E dire che c'è un apposito pulsante uscita, che però non fa uscire e nemmeno si può tornare indietro: tasto disabilitato. Restate con noi, per sempre. Bisogna scappare dalla finestra. Chiuderla.

Per chi uscisse sconfitto dalla guerra delle impostazioni c'è un numero verde (verde chiaro, costa solo uno scatto, ma costa) dove un risponditore promette aiuto (840 072 200). Per fortuna, ma anche per stranezza, non si riesce a chiamare dai numeri interni dell'Università e quindi vi risparmio l'ulteriore narrazione.

Mi interrompo per un attimo. Perchè tanto calore da parte mia per una questione in fondo solo tecnica? Perché la diffusione di software maligno è una cosa che molti temono, a ragione, ed è uno dei fattori che frenano la diffusione di internet nel nostro paese e soprattutto nelle sue regioni meridionali.
Il blocco dei pop up non è una questioncella, è anche attraverso i pop-up che si svolgono vere e proprie infestazioni di software pubblicitario "adware". E non si tratta di mulini bianchi, ma di cose inadatte all'ambiente educativo, porno ad esempio. Una signora americana, una maestra, rischia 40 anni di galera per non essersi accorta dell'attacco e avere inavvertitamente esposto i suoi alunni a questo tipo di immagini.

C'è dell'altro. Come faccio a sapere quando ci sono gli appelli? (un professore risponderebbe: ormai ci sono sempre)
C'è per fortuna un'apposita e civilissima pagina, migliorabile, ma civilissima. Però sta da tutta un'altra parte del sito, e nemmeno un link tra le due. Vado a vedere come esco nella foto e ritrovo i miei insegnamenti. L arisposta è: "Non sono disponibili appelli per questo insegnamento Attenzione: il docente potrebbe aver programmato appelli senza segnalarlo al sistema ESIS!"
Ma come? Li ho comunicati da un paio di settimane!
Spiegazione: il sistema comunica solo gli esami prenotabili, ovvero quelli per i quali mancano fra 15 e 3 giorni alla data d'appello. Fuori da questo arco temporale si emette solo il succitato comunicato di lotta "contro quei fetenti dei professori che fanno le cose e non ce le dicono".
Perché gettare discredito preventivamente e in modo generalizzato? Davvero gli studenti sono tutti fedifraghi. Davvero i professori sono tutti accidiosi?
Io non voglio fare di tutta l'erba un fascio, me la prendo con quelli che hanno realizzato questo servizio, non conosco i loro nomi, ma mi farebbe piacere discutere con loro, possibile che su Internet sia possibile fare di tutto, comprare, vendere, votare, prendersi intere lauree con una certa facilità e non sia possibile prenotare un esame? Possibile che nessuno abbia pensato nemmeno per un attimo a mettersi nei panni di un utente?
Poi mi chiedo: questo accade solo perchè mancano soldi all'Università? O perchè a volte sono spesi male? Ma non voglio aprire una discussione così ampia. Mi basterebbe raccogliere e portare al Rettore un po' di suggerimenti sulle prenotazioni degli esami.

Grazie a Nello che mi ha segnalato alcune cose mentre già stavo scrivendo queste note.

Update – 17 gen 07
Luigi Nicolais, ministro per le riforme e l’innovazione è un docente della Federico II. Ieri ha presentato le linee strategiche del sistema nazionale di e-government. Vi si leggono cose come “Costruire la cittadinanza digitale... rendere semplice e sicuro l’accesso ai servizi in rete... superamento del “divario digitale”... attuare una più attenta progettazione dei servizi".
Se qualcuno dell’Esis volesse dargli uno sguardo, il comunicato è qui. Noi aspettiamo.

gennaio 12, 2007

De lurkatevi, se ci siete

Oggi è il delurking day. Lurk sarebbe nascondersi nel buio. Un po' come il gay pride (senza offesa per i pride) di quelli che leggono i blog senza commentare, un giorno in cui ci si mostra. Una di quelle periodiche scemizie che rallegrano il web come se fosse l'oratorio, ma almeno danno spunto.

Insomma, se passate di qui, lasciate una traccia, uno straccio di commentino.

Per tutti in regalo l'iPhone.

Ma non questo affianco, quello sottile sottile...

Insomma sono tornato. E avrei anche delle cosine da raccontare. Chissà.