ottobre 26, 2007

I would prefer not to

L'ultimo post qui sotto è di un mese fa.
Uno scandalo?
Sì, secondo l'etica corrente della bloggheria.
Per esempio Blogbabel penalizza chi non aggiorna per un mese e esclude chi non lo fa da sei.
Il che è pur giusto visto che si tratta di un blog e non di "parole da scolpire sulla pietra".
Senonché a volte lo scrivere farfullate pur di farfullare (e pretendere di esistere) diventa una specie di cifra stilistica del web. Uno stile sottovuoto.
Per fortuna ci sono invece i blog che fanno la ricchezza della rete, quelli che ci danno lo spazio per riflettere e imparare, come per esempio chi vince meritatamente i premi e chi compie i mille post, senza mai scendere di tono.
Qui ogni tanto si preferisce il silenzio...
  • per rispettare il vuoto
  • per vedere se qualcuno mi nota di più così
  • per farmi pregare, e c'è chi lo fa
  • perché in ogni scrivano c'è un po' di Bartleby
  • perché i fatti miei a volte me li voglio tenere per me
  • perché i fatti miei a volte temo che siano inadatti al consumo umano
  • perché i fatti degli altri a volte sono più divertenti
  • perchè sono sotto contratto e non posso dire certe cose che mi piacerebbe da matti raccontare, come quello che "... fra dieci anni mostreremo le slaids sul telefonino" o il "modem per il collegamento a distanza"
  • perché il silenzio è d'oro e me lo sono un po' venduto, poco poco.
Se poi la prendiamo sul serio, la vicenda del silenzio, allora c'è un Network di ricerca europeo, SILENCE, che studia la relazione fra rumore, sensibilità al rumore e disturbo.
Piuttosto che perdere tempo a leggere queste sciocchezze potreste rispondere alle loro domande.