febbraio 27, 2007

Tonino, la privacy e il pudore

Tonino è il vigile di un piccolo paese, molto piccolo. Una volta mi disse che lui non era così ingenuo da fare le multe a chi non metteva la cintura di sicurezza. Infatti per rilevare l'infrazione avrebbe dovuto guardare dentro l'auto e quindi avrebbe corso il rischio di mostrarsi impudico, di ricevere una denuncia per violazione della privacy. Ma lui non ci sarebbe caduto.
Sul tema della riservatezza dei dati personali (e del pudore) c'è però chi la pensa diversamente. Molto diversamente.
Grazie alla segnalazione di uno studente tecnofilo, scopro un'istituzione che a volte chiama se stessa A.Di.S.U., altre, nella stessa pagina, Edisu o Edisumos. Una cosa che ha a che vedere con la Regione Campania, con la Federico II e con i suoi studenti. Questa istituzione con una identità così sfuggente ha invece una precisa opinione circa l'identità dei suoi utenti. Tanto precisa che la rende pubblica, sul web. In base a questa concezione radicale del principio della trasparenza è possibile conoscere nome, cognome, data di nascita, residenza, reddito, media dei voti e altro ancora di qualsiasi studente. Niente male no?Questa istituzione ha una carta dei servizi, un contesto normativo di riferimento, un presidente, un consiglio di amministrazione, un collegio dei revisori contabili. Ma, evidentemente per questioni di privacy (e di pudore?), mai che venisse fatto un solo nome.
Agg.: E' per carità di patria che non dico come si fa a entrare nel database ed è per correttezza che ho annerito le informazioni qui sopra.

febbraio 24, 2007

La neutralità della rete - Giù le mani


Pubblicato su Four Eyed Monsters dove si trova anche una versione più recente e non ancora su yutub.
E per prendersi la nostra libertà di comunicare ci diranno che è per il nostro bene, per evitare le cose brutte, per proteggere i bambini, per combattere i pirati o i terroristi. Se la vogliono riprendere per farci del bene.
(via Lessig)

febbraio 22, 2007

S.Giorgio e il portalosauro


Da oggi e fino a sabato a S. Giorgio a Cremano c'è una manifestazione dedicata al software libero e ai contenuti liberi. Il nome è quello di un sano atteggiamento: Open Mind.
Ci sono molte attività, di vario genere, dalla discussione alla dimostrazione. E ci saranno varie anime del mondo open. Sono così aperti che lasciano parlare anche me, di "diseguaglianze sociali e diseguaglianze digitali".
Nel frattempo al nostro paese, che precede ancora di poco Grecia e Cipro in fondo alla classifica, hanno consegnato il portalosaurus di Italia.it. Per una rapida inumazione del quale leggete Mantellini uno e due e Qix con relativi commenti. Questi sono i lidi dove ci conducono appaltoni plurimiliardari, tecnologie proprietarie e ignoranza della rete. S.Giorgio aiutaci tu.
Agg. 23 feb.- Sul webmostro un gruppo ha aperto un blog di analisi approfondite e interessanti.

febbraio 19, 2007

Aragozzini. E poi le dogane chiudono

Nello scorso luglio Vittorio Zambardino ha acceso un polemicone (flame) in rete sui corsi laurea nuovi per antonomasia, quelli di Scienze della Comunicazione, il titolo è senza fronzoli: Ragazzi miei, scienziati della comunicazione immaginari. Zambardino, dalla prospettiva duplice di giornalista e di docente, ha detto cose radicali e insieme spesso vere. Questi corsi sono estremamente interessanti, su di loro, su questa Ikea di università, convergono molte delle critiche sulla riforma dell'università. E da qui partono anche le riflessioni più serie sul ruolo dell'università oggi, a partire da quelle di Abruzzese.
L'attività di questi corsi è poliedrica e il loro numero considerevole (74 - fonte: Mds). Alcuni, come Padova, fanno il bilancio di una attività decennale, e della collocazione professionale dei laureati.
Altri, ormai quattordicenni e perciò forse in piena tempesta ormonale, hanno la folgorante idea di ripescare l'ultimo dimenticato e di riportarlo sul degno piedistallo: la cattedra. Dicesi sdoganare.
Ma dove lo avete scovato raghezzi, non era meglio Banfi? No, troppo intellettuale: ha un ottimo blog.
La nota dell'ufficio stampa è un testo da collezione. L'evento è sobriamente presentato con originalità plastico-informativa di questo tenore: "prenderà il via il Festival di Sanremo, il più grande evento mediatico italiano, una miscela di musica e informazione capace di monopolizzare l’attenzione di milioni di telespettatori." E come ben sanno i possessori di ciclomotori, se prende il via la miscela...
Quindi Aragozzini, in persona, e dopo accademica prolusione titolata "Dalle colombe che volano al becco dei piccioni", incontrerà i giovani laureati iscritti alla scuola di giornalismo e dall'alto della sua esperienza di organizzatore del festival negli anni di tangentopoli potrà svelare i segreti del giornalismo ai giovani virgulti.
Peccato non poter essere lì con Adriano, ma vi prego fate assolutamente un giro sul suo sito, c'è da rimanere abbagliati.
E così vi ho svelato perchè dopo la chiusura delle dogane stamperanno anche l'ultima copia del New York Times.

febbraio 18, 2007

Di mestiere fa che scrive

C'è una volta e c'è ancora una signora che di mestiere scrive. Questa signora, si chiama Luisa Carrada, ha un blog (e un sito) dove con grande pazienza e generosa pedagogia insegna, mostra esempi, consiglia letture. Una istituzione del web italiano.
In questo blog si faceva fino a poco fa un uso un po' parco dei feed rss, o meglio i feed contenevano solo poche parole del post. Siccome la signora non è di quelle che si inginocchiano alle regole del blogging marketing, non fa titoli didascalici, allora succede che non si capisca dal feed di cosa parli il post.
Finché capita che mi arrivi un feed così: "Passa il tempo. Anche se il MdS ha una sezione che..."
Allora mi gira che le scrivo:
Carrada,
io ti ammiro tanto e ti voglio tanto bene e ti sono riconoscente di tutte le cose sante che mi impari(?).
Ma cosa li usi a fare i feed se ci fai vedere mezza parola e un titolo men che allusivo?
Va bene che le visite sul sito sono una metrica ancora importante, ma anche la noia di venire a vedere un piattino che poi non ci interessava. Anche quella si può misurare.
Prima di inviarle un'ingiunzione legale di messa in mora del suo feed provo a fare la moralistic suasion.
Signora, le dispiacerebbe spostare un po' in avanti il cosiddetto salto? Abbiamo una certa età e saltare nel suo blog a piè giunti e al buio ci pare a volte troppo ardimentoso. Magari una frase intera? Magari due? E' troppo?
Con ossequio


E lei mi risponde:
Mi prendo l'ammirazione, l'affetto e la strigliata.
I feed ora sono interi ;-))

E oltre rispondermi fa. Capito come si scrive la parola "signora"?
E mentre la scherzeggiavo dandole un po' del tu e po' del lei, ella stava appunto tornando sull'eterna questione del "come ci si rivolge alle persone" per email, tu o lei?

febbraio 16, 2007

Spegnete qualcosa, magari le sigarette

Stasera è la sera delle luci spente. Sarebbe a dire che una trasmissione radio ha deciso che si possono spegnere simbolicamente le luci (ma solo quelle non indispensabli) per 5 minuti. L'agip, che non vende candele, ha approfittato della crescente letteratura socio-economica sulla responsabilità sociale dell'impresa, per ri-farsi la faccia con pubblicità iperinvasiva sui siti del corriere e della repubblica. Siti che si sono fatti defacciare a pagamento per farci prendere coscienza con lo spegnimento dei nostri pixel. Non così drammatico, direi.
Adesso scendo, anche i ciclisti urbani partecipano alla mobilitazione politico radiofonico energetica. E io approfitto per farmi un giro. Finalmente sembra una serata fresca, non dico invernale, ma fresca. Per me è importante, per tornare a casa si fa una strada in salita, si chiama via Gennaro Serra. A farla in bici fa un certo effetto.

Addenda al rientro (2)
1) Una conferma del perché questa porca città mi ha stregato, è cafonissimamente tetragona. "Sgaso un po' di più", altro che "M'illumino di meno". In giro nemmeno un lieve abbassamento di lampade, anzi. Si vocifera che abbia abbassato le luci Feltrinelli (entità allotropa e anche lei con la responsabilità sociale). Per il resto, sfarzo. Giusto che sia così: le lampadine non c'entrano quasi nulla col risparmio energetico. Per questo l'agip sponsorizza i cinque minuti soffusi. Mica dice: oggi andate a comprarvi le sigarette a piedi. Oppure stasera mettete una coperta di più. No. Impapocchia sui carburanti eco-compatibili e sull'ottimizzazione della combustione.
2) E la società della conoscenza? E la rete? Non era nata anche in seguito all'aumento dei costi energetici? Bene guardatevi questo rapportino sui consumi elettrici legati a internet. Sono più che raddoppiati nel mondo dal 2000 al 2005. Per questo Google sta impiantando server farms nei pressi di centrali nucleari e di grandi fiumi (sapete, il raffreddamento). Che ne dite di una nuova eco campagna: Not-Always-On. (in omaggio: Ti-Cechi-Meno)

febbraio 14, 2007

Gratuito

Nei commenti qui sotto Daniela (che sembrerebbe essere una collega della stessa ditta) tira di nuovo in ballo le questioni legate all'utilizzo generoso e spensierato delle liste di distribuzione dell'email aziendale. Porta nuovi esempi di come ormai la nostra email istituzionale sia divenuta luogo per svagate e gratuite comunicazioni da uno a tutti (con tutti = svariate decine di migliaia). Dopo una lunga e noiosa serie di convegni di un certo peso (le frane valgono 1,7 MB), ma pur sempre convegni, si è iniziato a trascolorare verso le opinioni con "ho letto un articolo di giornale, ve lo consiglio". Poi è stata la volta del dibattito sul peso da dare alle capacità comunicative nella valutazione della produttività, infine si è arrivati a: "il sottoscritto entra a far parte del popolo dei pensionati, auguro a tutti un buon proseguimento".
Queste naturali estrinsecazioni dell'animo umano sono da alcuni prese con poco spirito. C'è chi si richiama ai regolamenti, chi si rifà alla netiquette. Vorrei far notare che si tratta anche di altro: un saluto ai colleghi o una richiesta di sms solidale non rubano più di 10 secondi e non pesano più di un solo MB.
Ma non tutto ciò che non si paga è gratuito: 1o secondi di attenzione di 50.000 persone fanno 138 ore, ovvero 23 giornate (non) lavorative. Un solo allegato da 1 MB è come se riempisse un disco da 50 GB.
Sono conti sballati, figuriamoci, ma rendono l'idea. E andrebbero ricordati quando allegramente si spedisce una letterina a "tutti@ditta.it".
Il costo maggiore è però quello di chi è costretto a fare da filtro umano a queste ondate di debordanti "esigenze comunicative", le persone che da qualche parte riescono a far sopravvivere questa bella e incompresa invenzione che è l'email. Persone che smistano richieste pressanti e sovraordinate e osservano da vicino come funziona un'istituzione della società della conoscenza in cui spesso l'email è una cosa che si fa leggere ai giovani collaboratori, che si apre rigorosamente da quel solo pc, che "se mi scrivi all'indirizzo di casa è meglio, altrimenti la leggo la prossima settimana", che "la locandina la mandiamo a tutti, tanto non si paga". Appunto.
Le cose di tutti e gratuite sono facilmente vittime di processi di spoliazione, specie se vi è assenza di regolazione sociale. E' la tragedia dei beni comuni, uno schema antico che però si ripresenta sempre più spesso. Di recente Larry Lessig ha messo il rischio di collasso dell'email tra le cinque questioni capitali che il Congresso Usa deve a suo avviso affrontare nel prossimo anno. Figuriamoci se qui potevamo essere da meno.

Il titolare di questa improvvido diario ha già fatto troppo lo spiritoso, ma gli è venuta un'idea: si potrebbe realizzare una rete di computer interna alla ditta, riservata alle comunicazioni aziendali. La potremmo chiamare intranet. Vi piace? E magari anche un posto con dei link per raccontare al mondo quello che facciamo. Questo lo potremmo chiamare sito web. Che ne dite? Se riesco a avere i finanziamenti, potrei fare uno studio preliminare.

febbraio 09, 2007

Il mio sommesso parere


Io queste cose non le conosco e so che sono molto delicate e so anche che c'è molta suscettibilità e che il rispetto delle opinioni altrui è molto importante come d'altronde il rispetto delle proprie. Per cui mi scuso in anticipo.
Mi sembra però di percepire qualcosa di strano in questo annuncio. In una istanza interuniversitaria (leggasi: statale e non) una persona dotata di molta autorità e altrettanta cultura parlerà sotto il titolo di:
"Sacralità della vita dal primo inizio alla fine naturale"
Così, senza nemmeno un accenno di punto interrogativo. Senza lasciare dubbi a chi dovesse ritenere, evidentemente sbagliando, che l'inizio sia invece non primo o la fine men che naturale.
Il tutto a sugello di dodici anni di ricerca bioetica.
Io ho poca esperienza di inizi e soprattutto di fini, ma mi sembra che anche la naturalità del durante inizi a meritare un po' di attenzione.

febbraio 07, 2007

Chi di noi due è la macchina?

Ormai è diventato una videostar: Michael Wesch, un antropologo della Kansas State University, che lavora a un progetto di Etnografia digitale. Ha postato il 31 gennaio un suo video su YouTube e lo stanno linkando assolutamente tutti. Già ne parlava il 4 feb Montemagno. Oggi è finito in testa su Technorati, poi BoingBoing, poi di nuovo tutti in Italia. Mi accodo: è un bell'esempio di potenziale educativo, di uso della rete e anche di diffusione virale. Si chiama The Machine is Us/ing Us, la macchina siamo noi, anzi ci usa.
Agg.: Nelle tre ore successive a questo post si sono aggiunti oltre 1000 link.

febbraio 05, 2007

Comunismi

Mikhail Gorbachev, l'ultimo presidente dell'Unione sovietica, ha chiesto a Bill Gates, l'attuale presidente di Microsoft, di aiutare Alexander Posonov. Questo insegnante rischia di passare cinque anni in una prigione siberiana per aver acquistato per i suoi studenti pc con windows contenenti software non originale (in inglese pirated). (dal Seattle Times)
Ma pare che aggiornandosi a Vista non si corrà più questo problema: installare software non originale pare che sia molto difficile. Staremo tutti più tranquilli. Anche chi per formare di fatto consumatori di Microsoft o di Spss ecc. è pagato dallo Stato e con i soldi pubblici deve pagare, se sussistono i fondi, le licenze.
Nel frattempo i sondaggi (per modo di dire) organizzati da Corriere e Repubblica riportano finora un risultato molto netto. Che sia una buona occasione per la diffusione di software libero? Per esempio Linux per esseri umani?
Dalle parti di Redmond si sta dando un certo peso all'opinione dei bloggers. Allora hanno pensato di regalare una settantina di portatili Acer "Ferrari" ai bloggers amici perché dessero un giudizio di Vista. Una cosa del genere in America è oltre il limite della correttezza e David Pogue ricorda sul NYT che è una lunga storia quella delle pressioni indebite di MS sui media.

Mentre scrivevo queste banalità, ho ritrovato la notizia su Repubblica. Ma ovviamente, mai uno straccio di link. Io invece lo metto, tiè.

febbraio 03, 2007

Uno che faceva il mio stesso mestiere

Ale è uno studente che lavora e mi ha inviato questo.
Questo non è un commento è uno sfogo di rabbia, frustrazione, svilimento. ho appena ascoltato la notizia al tg che riferisce di gravissimi incidenti a palermo per la partita palermo-catania. è morto un poliziotto. uno che faceva il mio stesso mestiere. le immagini raccontano la guerriglia di molti tifosi contro pochi poliziotti, sbirri infami. di come ormai la polizia allo stadio non debba più difendere i tifosi ospiti, ma se stessa. i difensori sono costretti a difendersi loro malgrado. è paradossale, ma se qualcuno per strada mi insulta, mi sputa o mi tira una pietra, quella persona passa un brutto quarto d'ora; se 200 persone allo stadio fanno la stessa cosa, ebbene, non succede niente! in italia è così. le immagini di guerriglia che si vedono in televisione ormai non fanno più impressione, ci siamo abituati alla guerra domenicale. ma la guerra di chi? chi deve difendere la polizia allo stadio? se stessa. non si difende la patria, non si difendono gli oppressi né un ideale. lo scopo di queste battaglie, in cui il rapporto numerico è 1 poliziotto:100 pseudo tifosi, è tornare a casa salvi. andare a lavorare la domenica mattina, quando invece si sarebbe voluto andare al parco, in bicicletta, a bere un aperitivo con gli amici e poi pranzare con la famiglia, è già un sacrificio. andare tutte le domeniche a combattere senza una causa è un martirio rinnegato. bisogna difendersi sempre, opporre resistenza passiva, chè se capita che ti inquadrano mentre dai una manganellata superflua poi ci sono i giudici e i tribunali. e bisogna pagare l'avvocato. solo per andare a lavorare. ma questo non è il mio lavoro. arrestare un ladro forse ha un senso. o almeno si comprende lo scopo dell'altro. invece il fine di queste violenze è sempre e solo la violenza. forse questo è chiaro e limpido per molti, ma bisogna turarsi il naso e fare finta di niente. perchè c'è lo show domenicale, il business delle trasmissioni, dei quotidiani sportivi, la pay-tv, gli sponsor, le scommesse legali e no. chiedo scusa. ho approfittato del suo spazio, ma certe cose vanno fatte a caldo, senza pensarci. perchè poi passa, ci si rassegna e non ci si pensa più (o come si dice a napoli "s'addorme 'a criatura"). e non sarebbe giusto per qualcuno che oggi è uscito di casa per andare a lavorare.