gennaio 11, 2005

Scrivere, citare e fare tabelle. Il decalogo di Sebastiano Brusco

I professori per eta' e per ruolo sociale hanno l'abitudine di esecrare l'ignoranza degli allievi. Non faccio eccezione, oltretutto questo esercizio permette di aumentare con poco sforzo l'autostima. Resta però il fatto che dopo questo salutare esercizio gli studenti rimangano a torto o a ragione nell'esecrando stato di cui sopra. L'ignoranza cui faccio riferimento è spesso quella specifica mancanza di buone maniere, quella maleducazione che da sempre permette alle classi dominanti di esercitare il potere anche nelle cose minute. La sto facendo troppo lunga: agli studenti si rimprovera spesso di non sapere fare citazioni, redigere tabelle, insomma stendere un testo scientifico secondo le regole della buona educazione accademica. E' vero che gli studenti potrebbero da soli trovare queste indicazioni osservando con cura come sono redatti i testi che studiano, ma è un compito gravoso, che richiede attenzione e spirito critico, poi c'è anche la qualità della produzione editoriale che tende a peggiorare. Situazione bloccata, comma 22: devi rispettare le regole, ma l'argomento è troppo "basso" per poter essere affrontato a lezione. Per fortuna c'è ogni tanto qualcuno che con santa pazienza si mette a spiegare anche le cose elementari, quelle che qualcuno deve pur spiegare. Uno è stato un grande economista scomparso pochi anni fa, Sebastiano Brusco, che essendo un vero maestro ci ha lasciato anche un breve e illuminante manualetto su questi argomenti.

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