settembre 24, 2007

Firmare qui


La tutela della privacy non è un costo. Le aziende italiane vogliono esserne esentate, ma oltre a mettere a repentaglio i nostri diritti mettono in discussione la loro credibilità e affidabilità. Le uniche due cose che contano sulla rete. Una firma all'appello di Adunanzadigitale è importante.

settembre 21, 2007

Nuovi trend: come elettrizzare il dopo cena

A volte i dopocena casalinghi sono soporiferi. Capita anche a chi non ha la tv.
Per fortuna c'è la fallacia del mondo fisico, l'entropia e la perfettibilità della tecnica: mi si è bruciato il cavo di alimentazione del giocattolino che conserva la memoria di me e crescenti porzioni del mio senso di essere. E si brucia vicino all'attaccatura.
Nell'era del "radi e getta" un accidente del genere si sana con 79 € alla Mela inc. e 3-4 settimane di attesa (spedizione gratis). Peccato che la batteria non arrivi a tanto, le ferie siano finite e senta un certo bisogno di fare due-trecento cose indispensabili. Anche i 79 € mi servirebbero.
Il coso ha natura di hardware proprietario. Con la scusa di evitare le morti bianche degli Ict-addicted e cogliendo l'occasione di fartelo pagare dieci volte quello che vale, lo blindano e lo incollano a prova di pazienza orientale con respirazione ata yoga.
Allora, consultata la rete, sentiti gli amici più disinvolti e giunti a un pelo dalla folgorazione, a una qualsiasi persona dopo cena non rimane che prendere la morsa (banchetto dei russi), il coltellino a seghetta (molisano fatto in cina) e darci dentro con una certa cattiveria. Perso per perso... pecunia iacta est.
... Et voilà le travail. Senza spargimenti di sangue e funziona pure!
Alfred Sohn-Rethel a proposito dei miei attuali concittadini e del loro rapporto con la tecnica diceva che sono: "... in grado di rimettere in moto (i congegni) con un pezzetto di legno trovato per caso; tutto ciò affinché presto, e con assoluta certezza, si rompa di nuovo." (Das Ideal des Kaputten. Über neapolitanische Technik - trad it., Alessandra Carola ed., Napoli 1991.)
Sicuramente coglie del vero, anche se con quel cognome e pubblicato sulla Frankfurter Zeitung nel 1926 non risulta così gradevole. E speriamo che non porti male; ho fatto una saldaturina a stagno quasi perfetta.
Con cio? Nulla, solo per dire che le culture digitali oltre alla manipolazione di oggetti simbolici a volte riportano anche alla dimensione materiale. Quella dove le dita si scottano, si tagliano e modellano le cose. Dove il lavoro e l'energia sono in secondo piano, o lontani dagli occhi, ma sono ancora indispensabili. E guarda caso lo stesso signore di sopra poi nel 1977 pubblica questo: Intellectual and Manual Labor: A Critique of Epistemology.

I link potrebbero essere tantissimi, ma non li metto: avarizia. Anzi uno solo, questo.

settembre 18, 2007

Ke bello qst portale!


Ai ministri non piace la rete. E si era capito.
Quel che è peggio non hanno idea di cosa si tratti e riescono perfino a farsi del male aggiuntivo e a carattere gratuito.
Per contrastare i malefici influssi di YouTube sulle giovani generazioni, qualcuno ha pensato di omaggiare il ministro (e i contribuenti) con YouSchool: il portale ("portale" lo dicono solo quelli che riescono a venderli ai pochi che ancora ci credono) dedicato al bello della scuola. Contrapposto al male, che invece si annida altrove, anzi ovunque in rete. Quindi, come fa notare Montemagno, si sceglie di mettere in scena una finta rete, non linkata, fintamente partecipata, innocua, inutile. Ma comunque a carico di Comune di Napoli e Regione Campania, che evidentemente se lo possono permettere.
Non vale la pena di commentare. Lascio a voi questa splendida frase in giovanilese immaginario (cosa c'entra con la scuola?). La copio perchè non si legge bene: per renderla accattivante l'hanno anche fatta che si muove.

"ke bello qst portale di YouSchool dedicato a noi alunni!!! - - - Bellissimooooo!!!!!!! - - - In bocca al lupo a tutti gli alunni x l'inizio del nuovo anno scolastico! - - -"

E il portale è così dedicato al bello della scuola che si può scegliere tra "Fioroni a Napoli" e "Fioroni a Palermo" o "Cannavaro e Ferrara inaugurano una ludoteca a Forcella, con l'ass. Gambale". Prodigi della rete.
Ma la cosa più bella di tutte è che il sito si vede, ma non funziona. Nemmeno un poco. Almeno con i due browser che ho e che non sono Microsoft.

Nel frattempo Fioroni, a due passi da qui, e insieme agli assessori che gli hanno fatto il regalo, viene contestato dai genitori dei disabili. Avesse usato il buono della rete per ascoltare gli amorevoli consigli di Luisa Carrada in proposito, non sarebbe caduto nelle legittime provocazioni di chi si batte per poter andare "Tutti a scuola".

Aggiornamento (9 ott): Come si fa notare nei commenti, nel frattempo il sito è cresciuto. Si vede anche con i browser che non hanno la convenzione col ministero, ha i bollini del W3C, ha molti accessi. Tutte cose che ci fanno piacere. Come ci fa piacere che sia stato tolto il "ke bello", merito delle critiche?
Rimane profonda la convinzione che i contenuti siano autoreferenziali e deferenti, che parlare solo del "bello della scuola" sia sciocco e inutilmente anestetico. Come rimane il ricordo di quello che Fioroni disse sulla necessità di apprendere dalla Cina per censurare la rete.


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settembre 14, 2007

User generated nonsense

Finalmente anche a Napoli è arrivata la polemica su Youtube come istigatore di comportamenti devianti e quindi da sequestrare, censurare. In ritardo di oltre un anno rispetto al resto del paese, ma alla fine ci siamo. La tesi corrente e diffusa oggi sulla stampa locale è quella solita e stracotta. Se una persona commette un reato (in questo caso la violazione di molte norme del codice stradale, forse anche di rilievo penale) e se questa persona documenta il fatto con un filmato che rende pubblico, il problema sarebbe tanto il reato in sé quanto l'istigazione all'emulazione del reato stesso da parte di altri. Per questo una parte dello stigma ricade anche sul mezzo (internet) e sul canale specifico (Youtube).
Come se si incolpasse il telefono e la Telecom per le telefonate moleste. O la Rai per un telefilm con omicidio. In fondo chi emula non sta a sottilizzare se ha visto fiction, docufiction, reality o fantasmi; emula. (visto che qui si parla di reati a mezzo rete è bene specificare che emulare è un verbo di accezione imitativa che non allude in alcun modo a omonime pratiche di violazione del diritto di copia)
Non si sottolinea invece come la voglia di esibizione allargata e asincrona venga spesso pagata dall'autore con il rischio di essere identificato. Fare il cavallo (per gli stranieri: impennare la moto) o lo slalom veloce in una strada piena di pedoni dà soddisfazione e comporta pochi rischi (mai visto fermare nessuno). Documentarlo e mostrarlo a tutti dà forse ancora più motivo di vanto, ma anche più seri rischi di essere beccati (finora è così, e anche in questo caso)
Pare però che una buona dose di bacchettonismo misoneista dia sempre un tono da persone fini e per bene. Nessuno ha il buon senso di scrivere che il cavallo col motorino a Napoli si impara da bambini prima e al posto di andare in bici. Che c'entra internet?

A proposito, sono andato a vedere Shrek3 con mio figlio. Prima del film era obbligatorio assistere a una pubblicità di un rassodante per il seno che si concludeva con una smanacciata di tette da denuncia e arresto per molestie. A parte il fatto che mi ha fatto pena l'imprenditore se penso ai soldi che gli hanno dissodato per mostrare il prodotto a dei novenni, ma siamo sicuri che mio figlio abbia capito che quello non si emula. Anzi si potrà emulare, ma non così. Insomma mandiamo l'escopost al Warner? O mettiamo i lavavetri a sganasciarsi?

settembre 08, 2007

Mantova, Africa


Mantova. Festivaletteratura.
Sono stato invitato da Lettera 27 a partecipare a una serie di workshop sul progetto WikiAfrica. Un progetto che vuole africanizzare Wikipedia. Dare più peso alle voci italiane sull'Africa e arricchire le wikipedie delle varie lingue africane. Tante persone molto stimolanti a ragionare sull'alfabetizzazione, sulle libertà digitali, sull'open source, sull'accesso alla conoscenza e ai beni pubblici.
Agli ospiti il festival dà anche connettività wifi e una bici, anzi una ricicletta.
Profonda feliCittà.

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settembre 05, 2007

Un visionario saldamente ancorato


Domani è giovedì, il giorno in cui almeno una volta la settimana va comprato"il manifesto", per le pagine di chip & salsa. Ma domani per la prima volta non ci saranno articoli di Franco Carlini che quelle pagine ha inventato e con quelle pagine ha fatto crescere più di ogni altro la cultura di internet in Italia. Franco Carlini è scomparso esattamente una settimana fa ed è stata una perdita notevole per la sua capacità di analisi per la passione che ha trasmesso a un grandissimo numero di persone. Leggere un articolo di F.C. o ascoltarlo alla radio dava a chiunque la goia di capire, immediatamente, le questioni scientifiche più complesse e le loro implicazioni nella vita delle persone. Anche quelle poche volte in cui parlava di cose a me già note, mi colpiva l'originalità del suo punto di vista. Franco scovava notizie e tendenze e dava sempre interpretazioni originali e non banali su un ventaglio vastissimo di questioni scientifiche, che avevano però tutte a che vedere con la conoscenza, il benessere, la libertà di tutti. In definitiva con la non neutralità della scienza e della tecnica.
Il suo ultimo articolo su "il manifesto" parlava dell'evoluzione dei servizi di posta elettronica, ironizzava su chi ne annunciava la fine e si concludeva così:
"E' la conferma che le tecnologie si propongono, ma poi vengono plasmate dall'uso di massa".

Una delle cose più belle su di lui l'ha scritta Vittorio Zambardino.
Il suo blog, Chips & Salsa (alla fine ne ha aperto uno anche lui che era scettico) contiene molti dei suoi articoli. Oltre alla pagina di Wikipedia a lui dedicata, notizie su di lui e sul suo lavoro si trovano su VisionPost e su Totem, sue creature.
Da nessuna parte invece trovo i suoi vecchi articoli sulle montagne, sul senso e sul piacere di salirci.

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