gennaio 24, 2006

Sana e robusta...(insomma)

Come che sia, domani mi do guarito.
Ci si vede nel solito posto. E per quelli che non ci si vede, ci si rilegge.
E per quelli che hanno la varicella: un saluto speciale, terapeutico.

gennaio 23, 2006

Chiuso per malattia

(ai ragazzi del corso di Culture digitali)
Mi dispiace, ma mi sento molto male e non ce la faccio a fare lezione domattina.
Vi sarei grato se poteste far girare la notizia agli altri
Ci vediamo giovedì.

gennaio 20, 2006

Steve, ti presento Lessig


Come promesso ad alcuni questo è per segnalare tre esempi di conferenza con immagini (vulgo: powerpoint) particolarmente significativi, sotto il profilo dello stile comunicativo. Che è quello che qui interessa.
1. Lawrence Lessig che parla di copyright all' Open Source Convention del 2002: da si può scegliere qui il video flash (8Mb) oppure il solo audio mp3 (7Mb) e la trascrizione. Di recente Lessig ha tenuto una conferenza a NewYork sulle funzioni di ricerca testuale di Google BookSearch. Si può vedere su YouTube.
2. Dick Hardt che parla di identità e identità nella rete all' Open Source Convention del 2005: la conferenza si può vedere con vari player e formati.
3. Infine l'ultima presentazione di Steve Jobs, quella del 10 gennaio. E quelle precedenti, forse anche migliori. (tutte in Quicktime)

Il virus ha vent'anni

Ho capito adesso perchè ieri (in realtà 20 minuti fa, ma ieri) sono stato colto da sacro furore antivirale. Era il loro compleanno. Il 19 gennaio del 1986 si iniziò a diffondere il primo virus da pc. Si chiamava Boot/Brain e si diffondeva con i dischetti: la rete non esisteva. Fu il primo sussulto di realtà e disincanto dopo pochi anni di ingenua, generalizzata e acritica fiducia nei giovani pc.







Guardate come sono cresciute le bestiole in vent'anni. Questo sopra è lo schema funzionale di Boot/Brain a confronto con quello di Beagle, che è del 2004. Forse si può capire meglio, guardando, perchè sia così difficile curare i pc e perchè fare virus possa, per chi li fa, essere una sorta di passione estetizzante.
Le immagini e la storia completa è su F-Secure, un produttore di antivirus, neanche a dirlo.

gennaio 19, 2006

Aprilo tu, che a me scappa da ridere


Ho ricevuto la mail che vedete affianco. Normale virus. Esperienza quotidiana priva ormai di risvolti emotivi.
L'emozione tosta viene quando il virus invece vi becca e vi cancella l'identità, tutto (dioneliberi).
La cosa interessante in questo caso è che, se vedete bene, il virus si è camuffato da annuncio del centro di servizi dell'azienda per cui lavoro. E il medesimo centro di servizi ha provveduto a fornirgli un bel (falso) certificato di buona salute. Simpatico no?
Talmente bello che il certificato di buona salute (del virus) viene appiccicato a tutte le mail, democraticamente, senza distinzioni tra spam, amici, cialis, hello!, rolex.
Questa decisa svolta in direzione della sicurezza non si limita a far passare la visita medica alle mail infette, ma si prodiga anche ad appiccicare francobollini rossi di tentata frode ogni volta che compare un indirizzo web nella mail, come questa che mi avvisava della pubblicazione di alcuni dati, molto importanti e che attendevo da tempo.




Un ottimo sistema per fare abbassare la guardia e nel frattempo tenere alto il buonumore.
Anzi a pensarci, quasi quasi mi metto nel settore e realizzo anch'io un potente antivirus di sistema che mette le scrittine dappertutto. Così se poi si infettano, colpa loro, noi l'avevamo detto.
Voi non ditelo che non ci capisco nulla. In fondo fare impresa da queste parti non è poi così duro come si dice. La tecnologia ce l'ho, entro domattina sviluppo il packaging, un paio di telefonate e scendo in campo.

Chomsky da Dublino


Jonathan mi avverte che Noam Chomsky è a Dublino, University College, per una serie di conferenze. Il 17, il 19 e il 20 gennaio (il 20 è domani, venerdì).
Le conferenze sono su tre temi distanti, che racchiudono il vasto campo di interessi di Chomsky, ma molto affascinanti:
17-1: "Democracy Promotion: Reflections on Intellectuals and the State";
19-1: "Stark, Dreadful, Inescapable: The Question of Survival";
20-1: "Biolinguistic Explorations: Design, Development, Evolution".
Quella di domani è in video webcast alle 16, ma la qualità è pessima. Conviene aspettare e ascoltarle in audio, comprensibile.

Il pregiudizio di Google e la faccia tosta del Corriere


C'è un signore geniale (Philipp Lenssen) che ha un blog molto visto (persino da me) dedicato solo a Google. E ce n'è un altro altrettanto geniale, (Doc Searls) che ne pubblica uno ancora più famoso. E leggo anche questo. Tutti e due pubblicano un mare di post al giorno e a volte ci si perde. Ma il secondo ha ripescato oggi una cosa che il primo ha pubblicato l'11 gennaio e che avevo perso.
Se su Google scriviamo "gli italiani sono noti per*", otteniamo una cosa che assomiglia al giudizio comune o pregiudizio su gli italiani. Lenssen, che è ormai un funambolo di Google ha usato la query "germans (italians, iraquis ecc.) are known for *". E si è ritrovato dei risultati che ha riassunto in una mappa. Il peso dell'autoincensamento nelle pagine turistiche è notevole, la Libia per esempio è nota per "la generosità" e per "l'abilità dei suoi navigatori" e così altri fattori, ma si può convenire che il risultato assomigli al pregiudizio.
L'idea è banale, ma è un uso molto creativo di una tecnologia ormai matura. Che stimola altri analoghi trucchi. I risultati cambiano a seconda della lingua e si possono fare tutte le domande che ci girano. Io ho provato con "italian economy is*" e le risposte non sono allegre.
Tutte queste cose, mentre le scrivevo, le ha scritte anche il Corriere, sicuramente meglio. Ma guai che ci mettessero una fonte o un link. Il massimo dello sforzo è dire che la mappa è stata "realizzata da un blogger tedesco". Alla faccia della buona educazione.

gennaio 17, 2006

White night - Blue day


La notte scorsa non avevo sonno. Tesi di dottorato, progetti di ricerca da rendicontare, scaletta delle lezioni.
8 bici, lavoro.
9-11 lezione
11-12 ricevimento studenti
12-14 lezione: il corso viene valutato dagli studenti
14-15 riunione
kebab sulla tastiera: email
16-18 consiglio: il rettore ci spiega che non ci sono soldi e che bisogna essere più produttivi dei nostri colleghi di vercelli e di campobasso per strappare un po' di soldi in più che però sono gli stessi che i colleghi di vercelli e campobasso cercheranno di strappare a noi cercando di essere più produttivi. La solita solfa: il neofordismo ora è di moda nei servizi. E non solo nei supermercati..
19 bici, piove, casa
20 cena
21 bimbi a letto
22 blog a letto
E la ricerca scientifica strategica per il paese? Domani, domani.

gennaio 16, 2006

Indiana Jobs & Billy the Kid


La vicenda dell'ibridazione mac-intel si sta dimostrando paricolarmente interessante. Le conseguenze che ne potranno venire sono le più varie e riguardano gli scenari di un mercato dominato in modo rigidamente monopolistico da Microsoft. Infatti è bene ricordare che, mentre Apple controlla una grossa fetta del mercato della musica on line e dei player mp3 (grossa significa fra il 70% e l'80%), la sua quota di mercato per i TrappolMac è del... (verrebbe voglia di fare un quiz).
Nel 2004, meno del 2% secondo questo signore. Ovvero pur sempre la bellezza di 3,5 milioni di macchine, ma che si confrontano con i 173 milioni di macchine PcTrapp.

Ora le cose si possono rimescolare in tutte le direzioni. I sistemi si potranno ibridare, secondo Apple sarà possibile installare Win e quindi tutte le applicazioni, mentre cercheranno di non far girare MacOs sui pc. E sarà dura. O almeno io tifo per gli hacker, che intanto sono riusciti a far girare MacOs (versione per sviluppatori) su qualsiasi cosa, anche la playstation.

Una implicazione interessante è relativa alla sicurezza. In uno degli acuti commenti del post qui sotto (cui mi sono guardato dal rispondere perchè di persone che sanno il fatto loro), FDS ricordava che sfottere Redmond per le falle di windows è poco signorile, perchè anzi più patch si distribuiscono, meglio è. Quello che conta è il tempo che passa tra l'individuazione del problema e la sua soluzione. Il VLC, ovvero il ciclo di vita della vulnerabilità. Senonchè, 1) conta anche quante vulnerabilità e quanto gravi e poi 2) il ciclo non si chiude con l'emissione della patch, ma con la sua effettiva implementazione a livelli di massa.

Su queste cose ho appena trovato un articolo su BBC, pieno di buon senso, che spiega come in realtà gli utenti Mac, pur essendo oggettivamente più protetti da un sistema migliore e soprattutto da una sua minore diffusione (appunto: meno del 2%), tendano a dimenticare il problema e quindi rischino di più.
E con questo per ora basta, che le guerre dell'hardware appartengono agli anni '90. Ha vinto Intel ed è caduto un altro muro.
Kill Bill è in programmazione, insieme a molti altri sullo stesso tema, in questa sala. Via Rubel, via Montemagno.

gennaio 11, 2006

Pack, packkott' e finti packkotts

Oggi, appena acceso e connesso il mio trappolik, mi sono accorto che c'erano novità. La presentazione di S. Jobs di ieri non era stata all'altezza delle aspettative: apparentemente molto fumo e un solo prodotto nuovo, molto potente, molto caro, ancora acerbo: un portatile da 2500$. E' il primo mac con il processore intel. Questa la vera notizia, già scontata, ma non meno importante: durante l'anno saranno via via sostituiti tutti gli altri modelli con i corrispettivi intel-inside. Sul portatile di punta gli incrementi di potenza sono di circa 4 volte, questo significa una forte sfida agli altri produttori di trappolware: i mac sono sempre più potenti e semplici, orientati a produrre contenuti da condividere in rete. Ma non ho visto tutto il keynote - vale la pena di dare uno sguardo: è un piazzista di livello ipersonico - e non ho colto che c'erano aggiornamenti software molto consistenti anche per le macchine "vecchie". Bene, il mio trappol invece se ne è accorto e ha provveduto subito a chiedermi se voglio aggiornare il sistema, il sw della batteria ecc. Questo fatto che gli aggiornamenti, anche dei singoli software, siano proposti in automatico è importante ed è alla base di un altro annuncio finto mancato, quello di Google.
Al Ces di S.Francisco Larry Page vestito da salumiere non ha, come tutti si aspettavano, presentato un nuovo sistema operativo altrnativo a Win e nemmeno un computer da 200 dollari dedicato alla rete. Ha presentato un pacco. Google Pack.
Si tratta di software già noto, eterogeneo e in gran parte già presente (Firefox, Picasa, Google Earth) Senonchè il paccotto è avvelenato, in senso buono (forse). Infatti con l'installazione del pacco Google si è aperta un canale di download automatico, come quello che aggiorna il mio OsTiger o quello di Gates che riavvia a sorpresa Win.
Con uno strumento del genere si entra di spighetta e si pongono le condizioni per mettersi di chiatto. Per aprirsi la strada verso un attacco davvero serio a zio Bill, pensate se la prossima volta ci fosse Open Office. Non dovete pensare a voi, o giovani dall'installazione compulsiva. Ma a quella grande maggioranza di persone posate, e di imprese, per le quali ciò che conta è la "Forza del default". Nel frattempo da Redmond viene annunciata l'ennesima patch.
Update: pare che sui nuovi mac si possa installare anche win. Se è, come intuitivamente è, minimamente possibile, sarà sicuramente possibile. Nel senso che non cè protezione sw che tenga. Prima o poi.

gennaio 10, 2006

Fermi tutti, parla Steve


In questo momento Steve Jobs sta indirizzando il suo keynote al pubblico del MacWorldExpo. Tutto il mondo mac tradizionalmente si raccoglie in religiosa e comica attesa. Il resto del mondo in altrettanto comica invidia o preoccupazione. Staremo a vedere.
Nel frattempo per fare più suspence il mac store è chiuso, con un post-it. Annali del marketing.