ottobre 02, 2012

Oggetto vario non identificato

Questo posto si era stancato. Ma il gerente si è pure invecchiato e allora necessita di un suo sfogatoio a carattere di inoffensività. Perdonate.
La riapertura delle rotative a distanza di oltre tre anni è dovuta a questa cortese ennesima capriola di comunicazione ermetica e cibernetica.

Egr. Prof.,
Le comunico che sul sito web dell'Ateneo, alla seguente pagina è stato pubblicato il bando in oggetto con scadenze varie.
http://www.azienda.it/ricerca/progettiinternazionali/programmi/index.jsp (il link è stato opportunamente manomesso per rispetto della privacy, per così dire)

Volendo parlare in termini di ermeneutica del significante, ci troviamo di fronte a un esemplare in natura di scoreggia nel vuoto pneumatico, se Gay-Lussac non se ne ha a male.

Traduzione del testo: Io ti dico una cosa, tu te la capisci. Se la capisci bene, bene. Se non la capisci bene, ti fotti. È la comunicazione bambolo!

Se va bene, ovvero se non mi annoio troppo, vorrei continuare a lasciare qui traccia — per i posteri — dei deliri agonizzanti del buromoloch. In ispecie di quello aziendale. Vedremo, vedrete.

marzo 30, 2009

Numeri a vanvera

ma da tenere a mente

marzo 26, 2009

Eccolo

Convergenza, indossabilità, protesi e sesto senso. Secondo me è questo che userà mio figlio al liceo. Il figlio grande intendo.

ottobre 22, 2008

Leggo Saviano


Lo (ri)leggo anch'io, con molti altri. Venerdì prossimo al Pan.

Per dovere civile, per solidarietà, per respirare.

E anche per amicizia con chi si è preso la briga di organizzare la lettura e il suo blog.

ottobre 18, 2008

Opposizione automatica

la versione de La Stampa:





la versione di Google News:



E' evidente che gli aggregatori sono ottusamente contro.

luglio 19, 2008

Piccoli episodi di consunzione del capitale umano. E sociale

C’è la dimensione macro e sistemica dei problemi del welfare e dell’occupazione, ci sono le morti sul lavoro e c’è la crisi dell’università. E gli stessi problemi hanno però anche una dimensione più modesta, meno eclatante, che non fa notizia. Cose note, ma è interessante come la diversa dimensione finisca per cambiare anche un po’ la prospettiva. La complica, fa emergere conflitti diversi, noti, ma non per questo più sopportabili.
Ho ricevuto questa storia e credo che la rete sia il posto giusto per conservarla.

Dario, 24 anni, operaio nel ciclo dei rifiuti della Campania. 2 anni fa gli andò "una cosa nell'occhio" mentre lavorava. Pronto soccorso, visita specialistica, diagnosi: nessun danno, solo un po' di congiuntivite da curare con due goccine per 4 giorni. Dario, oggi, da quell'occhio non vede: una cicatrice sulla cornea l'ha reso orbo. Una cicatrice che a dire del pronto soccorso "non c'era.
Dario, 24 anni, operaio. 10 giorni fa ha avuto una frattura al mignolo della mano destra. Dario, oggi, ha girato tutti i centri (pubblici) della città perché uno specialista della chirurgia della mano gli dicesse cosa fare per il suo dito innaturalmente piegato ed ancora gonfio oltre misura. Mica ci è andato di sua iniziativa! Ci è andato perché lo specialista dell'ospedale presso cui si era rivolto di pronto soccorso ha detto che è necessario un intervento che presso di loro non si fa. Lo stesso ospedale dove era tornato 2 giorni dopo per dire che non gli sembrava normale che il dito fosse così "storto" e dal quale era stato rimandato a casa perché "così deve andare, poi si aggiusta e torna al suo posto"!
Ha fatto l'impegnativa, che non si sa bene chi impegni a fare cosa. L'ha fatta perché se ci sono delle regole è giusto rispettarle.
Ha chiamato alcuni CUP di differenti strutture pubbliche, ma solo per sentirsi rispondere che prima di 3 o 4 mesi non se ne parla di una visita in ambulatorio.
Ha chiesto allora aiuto alla mamma, alla nonna, che a loro volta hanno chiesto aiuto a "grandi nomi" della medicina partenopea. Non per scavalcare giuste priorità. Solo per sapere cosa gli sta per accadere e quale strada imboccare. Ha già perso la visibilità dall'occhio sinistro... in effetti gli dispiacerebbe perdere anche la mobilità della mano destra.
Ha bussato alla porta di un "primario" che gli ha risposto con arroganza e l'ha rimandato in coda ad una ipotetica fila di un ancor più ipotetico ambulatorio. Un primario seduto in una bella stanza condizionata, dietro una bella scrivania, con una bella segretaria, in una struttura pubblica. Pagato da tutti, e quindi pagato anche da Dario.
Dario ha cambiato ospedale, una struttura diversa. Ancora un’impegnativa, chiedendo solo un parere d'urgenza. Ma gli han detto che urgenza più non è visto che sono passati 10 giorni dal trauma! Eppure solo ieri ha saputo che il dito è compromesso nelle sue funzioni. Non dal trauma ma dalla cura.
Ha fatto la faccia tosta, ha bussato alla porta del direttore chiedendo di dirgli solo, lui massima eccellenza sul territorio, che fare, quali altri rischi correva per quella piccola fratturina ad un dito. Ha sbuffato, nicchiato, si è inalberato, ma alla fine il dito gliel'ha guardato: e "ormai è tardi, è passato troppo tempo dal trauma, venga al mio studio..., questo è il numero, parli con la segretaria per un appuntamento …".
Dario se ne è andato a casa. Triste. Allo studio di quel dottore Dario non ci andrà. Non per i soldi che pure, per chi le tasse le paga davvero, pesano ma sono ben spesi se per la salute. Ma per i modi, per la venalità evidente, ed anche perché crede che ognuno di quei medici un giorno ha giurato: "di attenersi ai principi etici della solidarietà umana", "di curare tutti i pazienti con eguale scrupolo e impegno", "di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza".
Forse non ricordano quel giuramento prestato prima di iniziare la professione, e se per caso lo ricordano avevano sicuramente incrociato le dita.

febbraio 04, 2008

Semplicemente indecoroso

Qui si è stati più volte bacchettati per avere espresso perplessità sulle modalità pratiche con cui da queste parti, italiche e partenopee, si affrontavano le tematiche della Società dell'Informazione.
Oggi mi arriva, e come a me a tutte le migliaia di colleghi dell'azienda, una mail di tono franco e diretto. Anziché no:

il software predisposto per l'invio dei progetti della legge 5 è semplicemente indecoroso, scimmiotta il software del Ministero ma è completamente insufficiente!!!!
ad esempio
1) bisogna compilare tutti i campi della pagina per salvare il lavoro, se si salva comunque (non ci sono avvvertenze!!!!!) il software azzera tutti i campi immessi,,,
2) evidentemente è stato inserito un tempi limite di connessione, ma questo non tiene conto del fatto che si sta lavorando sulla pagina, non viene comunicato che il tempo sta per scadere, risultato: perdita di tutto il lavoro come nel caso precedente
In aggiunta gli autori raccomandano di non usare "copia ed incolla" per evitare che il software possa interpretare male alcuni simboli, quindi non si può lavorare velocemente.
Sarei lieto di conoscere il genio che ha predisposto il software che per sua incapacità fa perdere ore di lavoro a centinaia di persone!

L'autore fa riferimento a un modulo on line della Regione Campania per raccogliere progetti di giovani ricercatori e quindi finanziarli con fondi dell'assessorato alla Ricerca.
Una buona cosa, in linea generale. Ma come al solito molto complicata. Inutilmente e a dispetto di ogni buon senso di e-government. Tanto per cominciare bisogna scaricare la "Guida completa alla compilazione", figuriamoci il seguito.
Certo, il collega portatore di un PhD avrebbe forse potuto rileggere e correggere le triple consonanti e i quadrupli esclamativi, ma così viene meglio percepito il suo disappunto.
Ma la cosa davvero curiosa è che la mail viene da un Dipartimento di prestigio, di quelli che di recente hanno avuto a che vedere con l'innovazione e con il suo ministero. E che si presentano al mondo così sommessamente.

gennaio 28, 2008

Stupore 2.0


Non so se sia una svolta epocale. Non so nemmeno quanto possa rappresentare l'inizio di un nuovo modo tra chi scrive sui giornali e chi no.
Ma certo non è comune che sulla versione on-line di un grande giornale si parli di fonti, di regole sull'uso di quello che è in rete; di come la messa in comune di informazione non significhi che quelle informazioni provengono genericamente "da internet" e non piuttosto da persone che quelle informazioni hanno elaborato, creato, modificato.
Marco Pratellesi con le sue scuse e i ringraziamenti ha colto l'occasione per essere corretto e recuperare credibilità e autorevolezza al Corriere. Dicendo che il grande giornale ha sbagliato ha fatto finalmente una mossa diversa in mondo che di solito si è sempre arroccato quando veniva criticato, specialmente quando le osservazioni venivano da persone qualsiasi, quelle che ora si chiamano blogger.

Pubblica il post. E poi?


Ecco quello che succede quando premiamo il tasto Pubblica del nostro blog sappiamo (o dovremmo sapere) che si sta per mettere in moto un meccanismo complesso, che stiamo pubblicando in modo molto più pubblico, allargato e stabile di quanto non accada quando capita di scrivere qualcosa sulla carta stampata, un giornale per esempio.
Ma di solito prevale il senso di familiarità con i nostri pochi lettori-amici, la voglia di avere una conversazione quasi confidenziale, se non intimistica.
Così capita di dimenticarsi del web, di rimanere stupiti nel trovarsi scavati da google o citati - e magari travisati - in posti lontanissimi.
A volte quando incontro qualcuno che mi dice di leggere -eroico- questo cosino, mi viene quasi un moto di gelosia.
Wired ha pubblicato un cartogramma in flash che illustra molto bene il ciclo di vita, tutta la complessa vicenda di reazioni, automatiche e non, che scateniamo senza saperlo ogni volta che premiamo quel tasto.

dicembre 18, 2007

E i pedali ancora mi girano



Sabato 22 dicembre alle 11 in Piazza Plebiscito

Ciclical Mass

Aderisci numeroso? Aderiate compatte!

(grazie Laura)