maggio 28, 2007

Cari Ladri

Stamattina avevo lasciato perdere: visto il clima cittadino pensavo che si trattasse della solita prosa politico-grillina. Invece no, si tratta di ex ladri di polli, oggi trasferiti sul ramo tech.
Trascrivo perché rimanga traccia:

Cari Ladri,
dalla nostra scuola "G. Oberdan", vico Carrozzieri, avete rubato tutti i nostri computers, compreso quello, di un bimbo diversamente abile, suo unico strumento di comunicazione con la maestra.
Perchè ci avete tolto la possibilità e la nostra voglia di usarli, di imparare e di crescere?
Perchè fate del male a noi e alla nostra scuola?
Noi siamo il futuro del quartiere e della città. un futuro non violento, di speranza, di solidarietà e di pace.

Non sono stato mai convinto dell'intrinseco valore pedagogico del pc e quindi diffido delle politiche di esposizione precoce al monitor. Finora sono servite solo a vendere a caro prezzo macchine e software obsoleti che poi comunque finivano per essere sottoutilizzati. Ma come tutti i giudizi sommari anche questo è sbagliato, almeno un po'. Infatti mi pare che in questa scuola, mio malgrado, si facciano cose buone col computer e, soprattutto, c'è qualcuno che (a parte accenti, virgole, maiuscole e altri gadget) sa scrivere in modo molto efficace. Cosa di solito rara.

maggio 25, 2007

Per capire chi comanda


Da alcuni mesi la ditta si è dotata di una vetrina di rappresentanza per il resto del mondo (anglofono). Siccome una delle parole più inglesi e più contemporanee è "market" insieme ai suoi derivati, allora la mania burocratica di mostrare ossequio alle gerarchie, anche sul web (guai invece a dare informazioni) si traduce in lingua marketese.
Allora capita che sotto il link "academic flow chart" appaia il seguente organigramma (che non è un flow chart) da cui si evince che... il capo della ditta è l'imperatore in persona.
Sotto l'aquila imperiale in versione international ne accadono anche altre. Leggere sul monitor il consueto linguaggio burocratico tradotto in una specie di inglese fa la sua buffa figura. Si noti l'immancabile "altresì" comparire con l'eleganza di un "as well as".

"Divisions are sets of structures for teaching, research and services aimed at the functional and administrative decentralization of the University, in order to allow for more flexibility in carrying out these activities. These Divisions promote and coordinate the activities of the affiliated schools, supplying the necessary resources for the purpose of giving each of them more importance and providing a higher level of resource integration, as well as strengtheing their ability to interact with the social and productive spheres. (art. 58 tit. V. of the statute)"

Frase immaginifica che rimanda a un dover essere di prussiana geometrica efficienza. Non importa a quale concreto risultato finalizzata, né quanto raggiunta.
Come diceva quel signore incompreso: Internet, Inglese, Impresa. E voi che lo criticavate...

maggio 22, 2007

Wilfing with the addictive aNobii

Ha ragione Granieri: ha un bell'effetto addictive. Ovvero ci si perde facilmente tempo senza accorgersene. Quello di cui tutti sentivamo il bisogno. Non bastava il wilfing.
Fine del grammelot.
Però è vero che è una idea finalmente funzionante per condividere quello che più di ogni altra cosa si vuole e si teme di condividere: i libri. Sul web è possibile condividere foto, preferiti, musica, video, presentazioni... tutto. Ma non era ancora arrivata l'applicazione che permettesse di allineare on line i propri libri e di vedere chi altro ne condividesse il nostro sintetico o più articolato parere. Si chiama in un modo impossibile: aNobii. Ma a parte questo sembra funzionare e bene e ho facilmente costruito il mio scaffaletto di nove libri.
Pubblicare liste di libri, liste che quando hanno particolari caratteristiche alcuni chiamano "bibliografie", è una cosa che almeno a me sembra di notevole interesse, forse anche superiore alla pubblicazione delle playlist musicali.
Così David Weinberger di cui è appena uscito Everything Is Miscellaneous (che non ho letto), ne ha pubblicato la bibliografia su LibraryThing, una cosa simile, partita prima, ma apparentemente più macchinosa.

maggio 21, 2007

Per vedere l'effetto che fa

Ero uscito dal monitor e ora rieccomi qui.
Sono vivo.
Almeno credo.
Sono scomparso per un paio di mesi.
Per vedere che effetto faceva. (di nascosto, nel senso che poi è interessante vedere le statistiche di accesso a un blog non aggiornato)
Per vedere se qualcuno se ne accorgeva. (Ve ne siete accorti. Grazie)
Per vedere come era vivere, vedere, toccare e conoscere senza raccontarlo.

Non è stato affatto male. Anzi, penso che sia consigliabile. Come con qualsiasi altra simil-dipendenza. Si perde qualcosa, ma si guadagna un nuovo punto di vista. Per esempio che di tutte le cose che qui sembrano ovvie e scontate, di fuori non se ne parla neppure. E non dico fuori alla fermata del bus o in fila alla posta. Fuori nel senso di qui affianco, in posti che sull'insegna hanno magari nomi altoformativi ed eccellenti.
In due mesi sono accadute varie cose. E nei prossimi giorni proverò a raccontarle.

Non vorrei avere con questo giochino allarmato qualcuno. I blog non aggiornati sono di solito un naturale effetto del "per ora basta". Ma a volte capita che invece siano un segnale diverso. A me capita ad esempio da mesi di interrogare inutilmente il feed di un signore che leggevo volentieri, Antonio Roversi. Nel suo caso non è pigrizia e mi auguro di tornare a leggerlo presto.