febbraio 14, 2007

Gratuito

Nei commenti qui sotto Daniela (che sembrerebbe essere una collega della stessa ditta) tira di nuovo in ballo le questioni legate all'utilizzo generoso e spensierato delle liste di distribuzione dell'email aziendale. Porta nuovi esempi di come ormai la nostra email istituzionale sia divenuta luogo per svagate e gratuite comunicazioni da uno a tutti (con tutti = svariate decine di migliaia). Dopo una lunga e noiosa serie di convegni di un certo peso (le frane valgono 1,7 MB), ma pur sempre convegni, si è iniziato a trascolorare verso le opinioni con "ho letto un articolo di giornale, ve lo consiglio". Poi è stata la volta del dibattito sul peso da dare alle capacità comunicative nella valutazione della produttività, infine si è arrivati a: "il sottoscritto entra a far parte del popolo dei pensionati, auguro a tutti un buon proseguimento".
Queste naturali estrinsecazioni dell'animo umano sono da alcuni prese con poco spirito. C'è chi si richiama ai regolamenti, chi si rifà alla netiquette. Vorrei far notare che si tratta anche di altro: un saluto ai colleghi o una richiesta di sms solidale non rubano più di 10 secondi e non pesano più di un solo MB.
Ma non tutto ciò che non si paga è gratuito: 1o secondi di attenzione di 50.000 persone fanno 138 ore, ovvero 23 giornate (non) lavorative. Un solo allegato da 1 MB è come se riempisse un disco da 50 GB.
Sono conti sballati, figuriamoci, ma rendono l'idea. E andrebbero ricordati quando allegramente si spedisce una letterina a "tutti@ditta.it".
Il costo maggiore è però quello di chi è costretto a fare da filtro umano a queste ondate di debordanti "esigenze comunicative", le persone che da qualche parte riescono a far sopravvivere questa bella e incompresa invenzione che è l'email. Persone che smistano richieste pressanti e sovraordinate e osservano da vicino come funziona un'istituzione della società della conoscenza in cui spesso l'email è una cosa che si fa leggere ai giovani collaboratori, che si apre rigorosamente da quel solo pc, che "se mi scrivi all'indirizzo di casa è meglio, altrimenti la leggo la prossima settimana", che "la locandina la mandiamo a tutti, tanto non si paga". Appunto.
Le cose di tutti e gratuite sono facilmente vittime di processi di spoliazione, specie se vi è assenza di regolazione sociale. E' la tragedia dei beni comuni, uno schema antico che però si ripresenta sempre più spesso. Di recente Larry Lessig ha messo il rischio di collasso dell'email tra le cinque questioni capitali che il Congresso Usa deve a suo avviso affrontare nel prossimo anno. Figuriamoci se qui potevamo essere da meno.

Il titolare di questa improvvido diario ha già fatto troppo lo spiritoso, ma gli è venuta un'idea: si potrebbe realizzare una rete di computer interna alla ditta, riservata alle comunicazioni aziendali. La potremmo chiamare intranet. Vi piace? E magari anche un posto con dei link per raccontare al mondo quello che facciamo. Questo lo potremmo chiamare sito web. Che ne dite? Se riesco a avere i finanziamenti, potrei fare uno studio preliminare.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

...e magari anche mettere in piedi delle paginette su cui ciascun dipendente può scrivere le proprie idee, e gli altri - se lo vogliono - possono leggerle; e chiamarle blog ;)

Anonimo ha detto...

sì, Max, se riesci ad avere i finanziamenti proponi uno "studio di fattibilità" che magari verifichi anche se le 3 cose (includendo anche il blog proposto da stephen) possono "fare sistema"
:-)

Unknown ha detto...

L'idea è buona...
Controllare se è coperta da copyright perché se non lo è, sai i miliardi di euro?
Va a finire come con la barra download, che si è scoperto non protetta da Copy e ora registrata non da Ms...
Chi l'ha registrata guadagna ad ogni singolo ns scarico!
Nello

Anonimo ha detto...

Questa modalità "disinvolta" di utilizzare la lista degli indirizzi di posta elettronica che la Ditta in questione possiede, dimostra una cultura digitale decisamente "primordiale" sia da parte dei respondabili di tale servizio presso la Ditta, sia da parte dei dipendenti che subiscono, un po' scocciati, ma senza particolare indignazione e senza dar segni di mobilitazione.
francesco

Fabio ha detto...

Studio di Fattibilità? Allora mi candido!!!!
E' quello di cui mi occupo per conto della mia Ditta "... è una ditta specializzata, fai un contratto e vedrai, che non ti pentirai..."
Possibilmente contattateci prima che ci chiudano o ci trasformino in chissà cosa.

Fabio ha detto...

Dimenticavo, anche nella mia Ditta (che ha sedi in praticamente tutta l'Italia) in passato arrivavano mail del genere (e potrei raccontare tanti episodi e gaffè gustose). Com'è stato risolto? Il Capo del Personale ha utilizzato lo stesso mezzo (tutti@ditta.it) minacciando ripercusioni gravi a cui tutti hanno creduto.

Anonimo ha detto...

Il "conto della serva" è presto fatto, anche se 1MB per per un pensionamento mi sembra esorbitante (anche con gli smiley animati difficile superare i 10KB), il problema dello spamming è davvero teribbile. Come non citare un parallelo (piu' a basso livello ma concettualmente simile) con l'orda di SMS dell'epoca di "mille SMS gratis al giorno"? Il punto è che se amiamo condividere informazioni, avere accesso al mare dei bit, sbirciare nell'universo, ci tocca una megata di spam al giorno. E non c'e' blindatura che tenga! Qualsiasi megaditta ci prova a blindare la posta, fanno comunicati intimidatori... ma alla fine la spazza-mail ci raggiunge quando meno ce la aspettiamo, in agguato dietro quell'innocuo "reply", oppure, peggio, sottoforma di catena di santantonio proprio da chi non te la saresti aspettata (perchè alla fine ci cascano tutti).
Io ho tre siti, con altrettante caselle "info" dedicate, assolutamente desolati, non aggiornati... eppure vedere l'iconcina che ruota in corrispondenza di quegli indirizzi solo ed esclusivamente per scaricare spam... mi fa sentire meno solo.