giugno 22, 2007

Antonio Roversi, in memoriam

Antonio Roversi era un sociologo di internet ed era il direttore del dipartimento di Scienze dell'educazione di Bologna, insomma era lui quello che aveva diritto a chiamarsi Max Web(er), nel senso che aveva scritto sia sulla rete, sia su Weber.
Ma era, appunto. Ho saputo quasi per caso che è morto il 15 giugno scorso e sulla rete non mi sembra che la notizia sia girata. Ci conoscevamo solo attraverso i nostri blog. Il suo, Byte the bit, era da tempo inaccessibile, da quando aveva iniziato a stare molto male. Sarebbe bello che i tanti materiali delle sue pagine e quelli del blog (attualmente irraggiungibile) non fossero cancellati. L'ho conosciuto come una persona gentilissima e di spirito. Quello che segue è un suo post pubblicato dopo una prima avvisaglia della malattia, il 10 gennaio scorso.

A quanto pare sarei potuto morire all’improvviso, in un qualunque momento tra l’inizio di Settembre e le undici di mattina di Martedì 19 Dicembre 2006 Che ciò non sia accaduto, per usare le parole di un medico del pronto soccorso dove sono stato portato a sirene spiegate quel giorno, è stato per “puro c**o”. Non mi è mai piaciuto l’involuto linguaggio medico, per cui traduco quell’ignota espressione gergale in un più comprensibile “errore statistico”. Secondo tutti i parametri della medicina dovrei essere stecchito come un baccalà e invece, come è evidente, non lo sono. Il che ha lasciato stupiti i circa venti medici che mi hanno visitato per quasi un mese. Abituati a ricercare le cause di un evento, nel mio caso hanno dovuto trovare le cause di un non evento. Invano. Per cui oggi mi hanno sbattuto fuori dall’ospedale.
Insomma: eccomi qui di nuovo. Vispo come un grillo. Ai prossimi post.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve Prof !

Ogni tanto mi piace passare a leggere il Suo blog.

Mi son permessa, data la notizia sopra riportata e data la Sua volonta' ...[Sarebbe bello che i tanti materiali delle sue pagine e quelli del blog (attualmente irraggiungibile) non fossero cancellati.]... di recuperare, attraverso l'Internet Archive Wayback Machine, quel poco che resta (solo 6 pagine) all'interno delle cache di sistema del blog di Antonio Roversi.

Ecco il link ... Click !!!

Saluti.

Antonella

e.r. ha detto...

Grazie Antonella. Io avevo tutti i feed del blog di Antonio Roversi, ma li ho lasciati scadere ad uno ad uno per paura di ammettere che non ci saremmo più sentiti.

Unknown ha detto...

Ho trovato questa pagina quasi per caso, ho cercato su google il nome del prof per ricordarlo attraverso l'impronta che aveva lasciato sul web.
Io lavoro a Scienze della Formazione, conoscevo bene il prof e come voi mi rammarico del fatto che i suoi contenuti non siano più pubblici. Quanto il prof ha iniziato a star male mi ha chiesto di bloccare l'accesso esterno al suo blog. Non abbiamo cancellato nulla ma non so se ripubblicare i suoi contenuti corrisponda veramente alla sua volontà.
Mi riservo di chiederlo alla famiglia, se mi autorizzeranno provvederò a ripubblicare il suo blog e qualora non fosse possibile sui server dell'ateneo provvederò a farlo altrove.
Approfitto di questa sede per dire a chi come voi non ha avuto la fortuna di conoscerlo personalmente che il prof. Antonio Roversi era davvero una persona straordinaria.
Se n'è andato in punta di piedi, mantenendo fino alla fine quella dignità ed eleganza che lo caratterizzavano.
Sono passati alcuni mesi ormai da quel tragico giorno ma la sua assenza si sente negli atri e nelle aule del dipartimento ed è davvero difficile guardare il suo ufficio e vederci scritto sopra il nome di un'altra persona.

Addio prof, spero che anche nell'aldilà esista un luogo in cui starai continuando le tue ricerche e le tue battaglie per la diffusione del software libero.

Francesco Gallo

Pan ha detto...

Mi chiamo Caterina, e conoscevo Antonio Roversi davvero bene. Forse meglio di chiunque altro. Era mio padre.
Leggendo queste righe devo dire di aver provato un senso di commozione, sebbene sia passato del tempo da quando sono state scritte, e di gratitudine verso voi che le avete ideate.
Quindi un semplice Grazie.

Caterina.