aprile 27, 2005

Delirio da security e diritti della persona


Il Dipartimento di stato USA ha ammesso che infilare RFID nei passaporti è una potenziale scemenza.
Gli RFID sono delle microantenne (qui le definizioni) capaci di rispondere a messaggi radio inviando un codice identificativo: Radio Frequency Identification. Per capirci subito: il telepass.
La tecnologia RFID ha radici nella guerra fredda (come racconta la pagina diWikipedia), ma il forte interesse attuale è dato dalla miniaturizzazione, dai costi ormai bassissimi e quindi dalla possibilità di impiegare queste etichette per tracciare il destino delle merci. Una pacchia per tutti quelli che fanno analisi di marketing. Potrebbe sembrare un semplice sistema antitaccheggio - e cosi' viene presentato agli scettici - si tratta invece di un sistema che permette di tracciare i nostri comportamenti di mercato e quindi, siccome siamo quello che consumiamo, di tracciare noi. Un'applicazione che può rendere l'idea è quella della pubblicità personalizzata. Se indossiamo un capo di una linea sportiva il cartellone che ci guarda attentamente (e che finora noi guardavamo distratti) consiglierà l'acquisto di scarpe tecniche e non di pantofole.
Insomma questa invenzioncina da 007 nei paesi anglosassoni ha destato molto scalpore, mina la libertà individuale e i link di taglio critico si moltiplicano. Ma dopo il 9/11 queste sono cose da femminucce e per la security si fa il massimo. A costo di essere ridicoli: guardatevi questa storia di pinguini in aeroporto (via BoingBoing).
Pertanto il Dipartimento di Stato ha pensato (o meglio, chi produce RFID ha fatto pensare allo SD) che questa fosse una tecnica infallibile per autenticare i passaporti dei cittadini Usa: un microscopico RFID infilato nella copertina. Peccato che i soliti tecnocritici abbiano subito fatto notare come il furbo dispositivo possa essere facilmente sovvertito, rivoltato. Chiunque può o potra' procurarsi un dispositivo di scansione degli RFID e scoprire il codice che identifica i cittadini americani. A questo punto immaginatevi uno scenario poco friendly, non necessariamente Bagdad, e provate a immaginare con quale serenità si possa portare in tasca il passaporto Usa.
Ma certo non finisce qui: il conflitto tra diritti e sicurezza, tra conoscenza e Digital Right Management è solo agli inizi.

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