ai miei amici: Adele P., Adelina M., Andrew P., Annarita C., Antonietta R., Antonio D’A., Benedetto F., Beppe G., Bianca A., Bianca D.F., Davide B., Eldo S., Emily M., Enrica A., Enrica M., Enrico M., Enrico P., Federica J., Ferruccio O., Filomena L., Francesco L., Francesco P., Gennaro R., Gianfranco P., Gianluigi V., Giorgio S., Giustina O., Jonathan P., Leda J., Marco R.D., Marco Z., Maria L., Margherita P., Marilena F., Mimmo F., Mimmo M., Olga M., Patrizia C., Patrizia D.M., Pietro S., Renato C., Rosanna L.M., Salvatore C., Saveria C., Silvia R., Stefanella C., Susi V., Tommaso E., Tullio J., Valeria S., Vittoria S., Vittorio B., Vittorio C., Vittorio D., Vittorio P.
A tutti quelli che non ho ricordato.
A quei delinquenti dei miei figli.
Agli studenti, che danno un senso alla mia vita.
A quelli che vivono in questa città e che hanno bisogno di poter guardare avanti.
E un saluto a Arturo Leone, che se ne è andato troppo presto.
dicembre 31, 2005
dicembre 24, 2005
Il pesce di Natale
dicembre 20, 2005
Il maestro di strada e la ministra replicante
Grandi manovre nella blogosfera politica. Si avvicinano le elezioni.
Alla Camera un dibattito per la presentazione di una ricerca sul tema ha generato una discreta eco. Ne parla Antonio Montanaro che rimanda sia alla ricerca sia al blog settoriale di Montemagno, Internet e politica, che ha commissionato la ricerca.
Da tenere sotto controllo Politicaonline che segnala un'intervista interessante di Ross DeRosa a Vision. Rosanna illustra bene come il blog sia necessario ma non sufficiente.
Ma la notizia del giorno è fatta di due eventi, antitetici: sono in linea il megablog simil-georeferenziato della Moratti e il blogghino di Marco Rossi-Doria.
La ministra si candida a sindaco di Milano, Marco alle primarie di Napoli. La ministra vuole "mettersi in comune", ma la minuscola è un vezzo grafico, mica quelle robe dell'89 (Parigi). Marco vuole "dare una scianz a Napoli, Chance è il nome del progetto per i ragazzi dei quartieri poveri nel quale lavora. La ministra ha registrato proditoriamente una quantità di domini con i nomi delle vie e delle piazze di Milano. Puntano tutti al blog della ministra, ma in questo modo, inserendo la url della propria zona (per esempio piazza-vetra.it o via-torino.it) ci si ritrova nel dibattito, relativo a quella zona. I commenti sono molto numerosi, ma il livello è penoso, lumpen bottegaio. La questione è che così la Moratti occupa abusivamente dei luoghi pubblici virtuali, le vie e le piazze di tutta Italia che si ritrovano occupate da questa nuova bellezza cybersquatter, tutta acqua e Photoshop. Da non perdere il commento del posto di Antonio.
Invece Marco Rossi-Doria è partito con un blogghino fatto in casa, ma che promette cose molto interessanti. Forse le primarie non si faranno neppure, ma i problemi di Napoli e le questioni che ha sollevato staranno lì ancora per un bel po'.
Alla Camera un dibattito per la presentazione di una ricerca sul tema ha generato una discreta eco. Ne parla Antonio Montanaro che rimanda sia alla ricerca sia al blog settoriale di Montemagno, Internet e politica, che ha commissionato la ricerca.
Da tenere sotto controllo Politicaonline che segnala un'intervista interessante di Ross DeRosa a Vision. Rosanna illustra bene come il blog sia necessario ma non sufficiente.
Ma la notizia del giorno è fatta di due eventi, antitetici: sono in linea il megablog simil-georeferenziato della Moratti e il blogghino di Marco Rossi-Doria.
La ministra si candida a sindaco di Milano, Marco alle primarie di Napoli. La ministra vuole "mettersi in comune", ma la minuscola è un vezzo grafico, mica quelle robe dell'89 (Parigi). Marco vuole "dare una scianz a Napoli, Chance è il nome del progetto per i ragazzi dei quartieri poveri nel quale lavora. La ministra ha registrato proditoriamente una quantità di domini con i nomi delle vie e delle piazze di Milano. Puntano tutti al blog della ministra, ma in questo modo, inserendo la url della propria zona (per esempio piazza-vetra.it o via-torino.it) ci si ritrova nel dibattito, relativo a quella zona. I commenti sono molto numerosi, ma il livello è penoso, lumpen bottegaio. La questione è che così la Moratti occupa abusivamente dei luoghi pubblici virtuali, le vie e le piazze di tutta Italia che si ritrovano occupate da questa nuova bellezza cybersquatter, tutta acqua e Photoshop. Da non perdere il commento del posto di Antonio.
Invece Marco Rossi-Doria è partito con un blogghino fatto in casa, ma che promette cose molto interessanti. Forse le primarie non si faranno neppure, ma i problemi di Napoli e le questioni che ha sollevato staranno lì ancora per un bel po'.
dicembre 19, 2005
Nessun rammarico
In poche ore decine di rilanci. Microsoft uccide Internet Explorer per Mac. Tutte le pagine di tecnologia on line riportano il necrologio doveroso. Ma davvero si tratta di un delitto? O è solo un gesto di pietà per un trabiccolo che se la passava male. Poi se vogliamo cercare l'assassino, forse bisogna allargare le indagini dalle parti di volpi e bussole.
Mi hanno dato sempre un po' fastidio quelli (esistono) che sui Mac nuovi di pacca continuavano a farsi (loro queste cose non le fanno) installare IE perchè "mi sono abituato". A fare cosa? Girare i pollici mentre si caricano le pagine? Ben gli sta.
Una sola cosa forse mi ricordo di quando ero giovane e anch'io peccavo. Le snapshot, un sistema per fotografare velocemente la pagina e leggere off-line. Ho ancora una eccellente raccolta di Home del MIT. Che però si visualizzano solo con la vecchia e moribonda trappola e quindi adesso andrà persa.
Mi hanno dato sempre un po' fastidio quelli (esistono) che sui Mac nuovi di pacca continuavano a farsi (loro queste cose non le fanno) installare IE perchè "mi sono abituato". A fare cosa? Girare i pollici mentre si caricano le pagine? Ben gli sta.
Una sola cosa forse mi ricordo di quando ero giovane e anch'io peccavo. Le snapshot, un sistema per fotografare velocemente la pagina e leggere off-line. Ho ancora una eccellente raccolta di Home del MIT. Che però si visualizzano solo con la vecchia e moribonda trappola e quindi adesso andrà persa.
Fermo, i Rfid ti profilano
Giorni fa avevo notato sul Corriere.it un articolo dai contenuti un po' troppo assertivi.
"Un chip, usato oggi solo nel settore business, permetterà l'identificazione del navigatore. Dall'anno prossimo su tutti i computer". Preoccupante, ma troppo poco documentato per andargli dietro. Oggi manteblog riprende la notizia e rinvia a un commento di Marco Calamari su Punto Informatico. La questione riguarda tutti quei dispositivi inseriti nei tecnogadget, telefoni, pc , ma anche altro, come certi passaporti di cui parlammo qui, che sono in grado di inviare ad altri informazioni sul comportamento di chi li usa. A sua insaputa. In breve: l'affermazione "dall'anno prossimo su tutti i computer" diventerà vera se noi compreremo senza fiatare questi dispositivi. Sicuramente ci spiegheranno che ci conviene, è per il nostro bene, la sicurezza, il terrorismo, la privacy ecc. Ma poi non ci potremo lamentare se la rete sarà uno spazio meno libero, se la vita sarà più grigia e stupida.
E non stiamo parlando di scenari lontani. E' di pochi giorni fa la notizia della perquisizione effettuata a casa di uno studente universitario che segue un corso sui regimi totalitari e che per documentarsi sul tema aveva chiesto il prestito interbibliotecario del libretto rosso di Mao. Si era recato anche spesso all'estero, quindi è scattata la perquisizione dei servizi segreti, il Department of Homeland Security. Gillmore titola "Homeland Insecurity, Insanity", Wikilab conclude "La strada verso l’inferno è lastricata di buone intenzioni. Ma anche di incompetenza e di una classe dirigente che non studia la storia e non impara da essa."
"Un chip, usato oggi solo nel settore business, permetterà l'identificazione del navigatore. Dall'anno prossimo su tutti i computer". Preoccupante, ma troppo poco documentato per andargli dietro. Oggi manteblog riprende la notizia e rinvia a un commento di Marco Calamari su Punto Informatico. La questione riguarda tutti quei dispositivi inseriti nei tecnogadget, telefoni, pc , ma anche altro, come certi passaporti di cui parlammo qui, che sono in grado di inviare ad altri informazioni sul comportamento di chi li usa. A sua insaputa. In breve: l'affermazione "dall'anno prossimo su tutti i computer" diventerà vera se noi compreremo senza fiatare questi dispositivi. Sicuramente ci spiegheranno che ci conviene, è per il nostro bene, la sicurezza, il terrorismo, la privacy ecc. Ma poi non ci potremo lamentare se la rete sarà uno spazio meno libero, se la vita sarà più grigia e stupida.
E non stiamo parlando di scenari lontani. E' di pochi giorni fa la notizia della perquisizione effettuata a casa di uno studente universitario che segue un corso sui regimi totalitari e che per documentarsi sul tema aveva chiesto il prestito interbibliotecario del libretto rosso di Mao. Si era recato anche spesso all'estero, quindi è scattata la perquisizione dei servizi segreti, il Department of Homeland Security. Gillmore titola "Homeland Insecurity, Insanity", Wikilab conclude "La strada verso l’inferno è lastricata di buone intenzioni. Ma anche di incompetenza e di una classe dirigente che non studia la storia e non impara da essa."
Non cammina ma già parla
Per uno che dimentica anche il compleanno dei figli - anche quelli fatti tra Immacolata e Epifania - non è strano dimenticare che max-web ha compiuto un anno 15 giorni fa, il 4 dicembre. D'altronde nessuno gli ha fatto gli auguri (a max). E' rimasto un po' piccolo e acerbo (aspro, acido), ma si è divertito e forse ha voglia di continuare. Grazie a quelli che ogni tanto vengono a trovarlo. E portategli le arance.
dicembre 14, 2005
Mele ripiene
A proposito di regali: non capita, ma se capita, aspettate prima di farvi regalare un iBook (sarebbe un portatile Mac). Tutti i macchisti sono in subbuglio da mesi per la notizia della prossima adozione dei processori Intel. Alle persone normali questo annuncio ricorda a vagamente la condizione delle coppie senza figli. E la cosa dopo un po' di raccoglimento li lascia indenni.
Alle persone in via di progressiva nerdizzazione invece la questione appare sotto la luce ambrata della ricomposizione del bene e del male, nella tradizione dell'happy end applicata alle saghe neomedievali. Un Mac con Intel inside. Gotico.
A chi (sono pochi, ma esistono) avesse l'opportunità di farsi regalare un portatile mac, ricordo che i nuovi Macintel pare proprio che saranno pronti molto prima del previsto, a gennaio secondo Think Secret, e che oltre a essere più potenti, saranno molto più economici.
Alle persone in via di progressiva nerdizzazione invece la questione appare sotto la luce ambrata della ricomposizione del bene e del male, nella tradizione dell'happy end applicata alle saghe neomedievali. Un Mac con Intel inside. Gotico.
A chi (sono pochi, ma esistono) avesse l'opportunità di farsi regalare un portatile mac, ricordo che i nuovi Macintel pare proprio che saranno pronti molto prima del previsto, a gennaio secondo Think Secret, e che oltre a essere più potenti, saranno molto più economici.
Merry Mixmas
Forse non è solo colpa dei pori del cervello. Sono un po' in affanno. Fare due corsi in contemporanea è cosa da menti elastiche e riposate. Invece i pupilli influenzati usano la notte per fare le cose più strane: cantare, raccontare di tigri, di orchi, di jungle e paperelle. E io le paperelle le vedo appena socchiudo gli occhi. L'unico modo per farli rabbonire è brandire Babbonatale come un arma non convenzionale. La promessa dei regali è il balsamo, ma anche l'orgasmo* di questo mese.
*(condizione di eccitamento psichico intenso, di agitazione, di irrequietezza - DeMauro)
Allora eccovi un regalo di musica da DJ Riko. Un grande mashup natalizio che va da Lou Monte a Chet Baker, compreso un intervento del presidente Bush. Trenta brani di festa: ottimi anche come sottofondo mentre si preparano le lezioni. Forse.
Se potete, scaricate via torrent: il grande traffico ha fatto superare i limiti di banda e il sito per alcuni giorni non è stato raggiungibile. Se poi vi piace, ci sono i Merry Mixmas dal 2002.
*(condizione di eccitamento psichico intenso, di agitazione, di irrequietezza - DeMauro)
Allora eccovi un regalo di musica da DJ Riko. Un grande mashup natalizio che va da Lou Monte a Chet Baker, compreso un intervento del presidente Bush. Trenta brani di festa: ottimi anche come sottofondo mentre si preparano le lezioni. Forse.
Se potete, scaricate via torrent: il grande traffico ha fatto superare i limiti di banda e il sito per alcuni giorni non è stato raggiungibile. Se poi vi piace, ci sono i Merry Mixmas dal 2002.
Il freddo, Signora mia
Non scrivo da una settimana, uno scandalo.
Lo scorso fine settimana la mia bici è finita in questo posto desolato e demagnetizzato, non si trova nemmeno con google earth (che come sapete è uscito anche per mac). Non c'è campo per il telefonino, figuratevi la banda larga. Infatti vedete le bestie che salute. Poi dicono che le onde elettromagnetiche non fanno male.
Una volta, prima dei telefonini, ero termoresistente. Adesso anch'io comincio a sentire un po' fresco. Infatti da allora mi si sono bloccati i post. E' che in bici controvento faceva davvero un po' fresco. Pensavo che il problema fosse solo il distacco delle mani, invece forse si sono anche chiusi i pori del cervello.
Lo scorso fine settimana la mia bici è finita in questo posto desolato e demagnetizzato, non si trova nemmeno con google earth (che come sapete è uscito anche per mac). Non c'è campo per il telefonino, figuratevi la banda larga. Infatti vedete le bestie che salute. Poi dicono che le onde elettromagnetiche non fanno male.
Una volta, prima dei telefonini, ero termoresistente. Adesso anch'io comincio a sentire un po' fresco. Infatti da allora mi si sono bloccati i post. E' che in bici controvento faceva davvero un po' fresco. Pensavo che il problema fosse solo il distacco delle mani, invece forse si sono anche chiusi i pori del cervello.
dicembre 07, 2005
La concessione del telefono
(i Panni Sporchi, vol.2)
Lavoro in una azienda di grandi dimensioni nel settore education. Il profilo dei dipendenti varia da skilled a highly skilled. Nella nostra azienda ci sono molti ricercatori di livello internazionale in vari campi, dall'informatica alle scienze cognitive, alle scienze sociali, alla comunicazione pubblica.
La nostra azienda è basata in una grande città italiana e ha diverse sedi, anche molto lontane fra di loro. A volte è utile cercare o dare informazioni usando il telefono, quello col filo che ci si parla dentro. Di questo sono consci in azienda e infatti oggi mi hanno scritto una lettera. Si invitano le SS.LL. a provvedere...
Il mittente è l'Ufficio Economato-Reparto Sistema Telefonico Integrato ed altre Utenze (maiuscole comprese). Poffarbacco.
L'oggetto è la pubblicazione dell'elenco telefonico aziendale, di cui si prepara la stampa. per questo motivo bisogna segnalare, entro e non oltre, (entro da solo non basta) il giorno 28 novembre...cioè la settimana scorsa. Pene previste: nessuna. Anzi, magari state pure più tranquilli a lavorare, anziché rispondere al telefono.
Se invece proprio volete pubblicare il vostro numero, allora... beh, allora ci sarebbe internet, modestamente. E' sufficiente:
1. rivolgersi al Sistema per la Gestione della Telefonia "SchlechTel", collegandosi al sito..., alla voce telefonia;
2. successivamente inserire il codice fiscale sia come userid sia come password
3. cambiare la password,
4. ricollegarsi con la nuova password (sapete... la sicurezza, la privacy, il garante, il terrorismo)
5. accedere, quindi, alla funzione "segnalazione guasti". Guasti?
I cinque punti li ho estratti io, nell'originale è un'unica macrofrase.
Siccome sono in vena mi sono avventurato. Ci vogliono molta pratica e un bel po' di tempo. Quando alla fine si arriva in questa famosa applicazione "SchlechTel" si trova un complicato form di segnalazione guasti. Guasti, non numeri di telefono appunto. Siccome il mio telefono funziona, mi sono ritirato in silenzio, gli venisse mai in mente di ripararmelo!
Per chi fosse proprio indietro, allora si può inviare un fax, ma nella nostra azienda i numeri si scrivono così: 08914517897. Comodo da memorizzare. E soprattutto impossibile da fare. Per chiamare da un numero interno bisogna infatti troncare una parte del numero, di quanto?. Ma loro mica scrivono 08914 517897 oppure 08914 517897. No troppo pericoloso, troppa fatica. Perchè non scende a fare un fax dal tabaccaio, magari si prende anche un bel caffè.
A questo punto le signorie nostre (SS.NN.) hanno deciso di non darsi tanta pena. In fondo il telefono è superato.
Leggevo Doc Searls su LinuxJournal che cita C. Burton: "In technology there are two kinds of problems: technical and political. And the technical problems are always easier to solve."
Lavoro in una azienda di grandi dimensioni nel settore education. Il profilo dei dipendenti varia da skilled a highly skilled. Nella nostra azienda ci sono molti ricercatori di livello internazionale in vari campi, dall'informatica alle scienze cognitive, alle scienze sociali, alla comunicazione pubblica.
La nostra azienda è basata in una grande città italiana e ha diverse sedi, anche molto lontane fra di loro. A volte è utile cercare o dare informazioni usando il telefono, quello col filo che ci si parla dentro. Di questo sono consci in azienda e infatti oggi mi hanno scritto una lettera. Si invitano le SS.LL. a provvedere...
Il mittente è l'Ufficio Economato-Reparto Sistema Telefonico Integrato ed altre Utenze (maiuscole comprese). Poffarbacco.
L'oggetto è la pubblicazione dell'elenco telefonico aziendale, di cui si prepara la stampa. per questo motivo bisogna segnalare, entro e non oltre, (entro da solo non basta) il giorno 28 novembre...cioè la settimana scorsa. Pene previste: nessuna. Anzi, magari state pure più tranquilli a lavorare, anziché rispondere al telefono.
Se invece proprio volete pubblicare il vostro numero, allora... beh, allora ci sarebbe internet, modestamente. E' sufficiente:
1. rivolgersi al Sistema per la Gestione della Telefonia "SchlechTel", collegandosi al sito..., alla voce telefonia;
2. successivamente inserire il codice fiscale sia come userid sia come password
3. cambiare la password,
4. ricollegarsi con la nuova password (sapete... la sicurezza, la privacy, il garante, il terrorismo)
5. accedere, quindi, alla funzione "segnalazione guasti". Guasti?
I cinque punti li ho estratti io, nell'originale è un'unica macrofrase.
Siccome sono in vena mi sono avventurato. Ci vogliono molta pratica e un bel po' di tempo. Quando alla fine si arriva in questa famosa applicazione "SchlechTel" si trova un complicato form di segnalazione guasti. Guasti, non numeri di telefono appunto. Siccome il mio telefono funziona, mi sono ritirato in silenzio, gli venisse mai in mente di ripararmelo!
Per chi fosse proprio indietro, allora si può inviare un fax, ma nella nostra azienda i numeri si scrivono così: 08914517897. Comodo da memorizzare. E soprattutto impossibile da fare. Per chiamare da un numero interno bisogna infatti troncare una parte del numero, di quanto?. Ma loro mica scrivono 08914 517897 oppure 08914 517897. No troppo pericoloso, troppa fatica. Perchè non scende a fare un fax dal tabaccaio, magari si prende anche un bel caffè.
A questo punto le signorie nostre (SS.NN.) hanno deciso di non darsi tanta pena. In fondo il telefono è superato.
Leggevo Doc Searls su LinuxJournal che cita C. Burton: "In technology there are two kinds of problems: technical and political. And the technical problems are always easier to solve."
dicembre 06, 2005
A piazza Garibaldi, Firefox batte Explorer 13 a 2
Date uno sguardo a questo video. Una simpatica signorina chiede ai passanti se preferiscono Internet Explorer oppure Firefox. E quasi tutti dicono Firefox. Un bello spot che ha anche una buona probabilità di essere genuino.
Guardate infatti dove siamo: si vede una statua di Garibaldi, ma non è piazza Garibaldi. E' Washington square, lower Manhattan. Insomma New York. Da quelle parti non circola gente qualsiasi, c'è la NY University, dove arrivano perfino da Napoli per studiare i new media (e speriamo che poi la signora in questione ce lo torni a raccontare). Le cose interessanti sono molte: il tono leggero, le risposte argute, il fatto che pochi si fermino per una telecamera, il fatto che le risposte non sono tagliate, la varietà etnica, il fatto che rispondano prontamente tutti anche persone che sembrano diverse dallo stereotipo del geek, anziani, casalinghe, meridionali...
Infine il lato tecnico: si tratta di un videoblog quotidiano di tre minuti che parla di arte, internet e blog. Contenuti gratuiti, scaricabili, sottoscrivibili con Rss e adatti a formati tascabili, ad esempio per iPod Video. Infatti si trovano anche su iTunes music store. In Italia invece tirano ancora molto le suonerie a pagamento.
dicembre 05, 2005
Sentificate le feste
A natale anche i prof diventano più buoni e distribuiscono idee regalo. Un po' come fanno le riviste trendy.
Siccome le majors pensano che i loro clienti (noi) siano tutti pirati (a volte a pensare male ci si prende) e per questo frugano nel web e nei nostri hard disk alla ricerca di file sospetti, oppure riempiono di schifezze (malware) i loro cd, allora questo è un buon momento per fare i buoni e rivolgersi alle etichette indipendenti. Che offrono buona musica in cambio di un'offerta a piacere.
Questa accanto è una raccolta indie piena di giochi di parole, musica mashed up e link spiritosi. Sentite "Santa Benz" (mp3) con dentro Janis Joplin che canta "Oh Lord, want'you buy me a mercedes benz". E' santastica!
A proposito, nessuno mi ha detto nulla per i tre link musicali aggiunti qui affianco. Posso anche toglierli, se volete.
Siccome le majors pensano che i loro clienti (noi) siano tutti pirati (a volte a pensare male ci si prende) e per questo frugano nel web e nei nostri hard disk alla ricerca di file sospetti, oppure riempiono di schifezze (malware) i loro cd, allora questo è un buon momento per fare i buoni e rivolgersi alle etichette indipendenti. Che offrono buona musica in cambio di un'offerta a piacere.
Questa accanto è una raccolta indie piena di giochi di parole, musica mashed up e link spiritosi. Sentite "Santa Benz" (mp3) con dentro Janis Joplin che canta "Oh Lord, want'you buy me a mercedes benz". E' santastica!
A proposito, nessuno mi ha detto nulla per i tre link musicali aggiunti qui affianco. Posso anche toglierli, se volete.
Lei non sa chi sono io
La pioggia di questi giorni mi ha tenuto impegnato a svuotare bacinelle e strizzare stracci in giro per casa. Per questo non ho fatto i compiti. (Vi piace come scusa? Bisogna dare spazio ai temi ambientali, no?) Ho la scrivania piena di appunti, difficili da ordinare. Ora ve li spiattello e poi voi mettete in ordine.
Iniziamo con la sicurezza.
Sicurezza e identità sono due parole che da sole spiegano molto di quanto ci si affanna a fare di questi tempi nel mondo. Un posto in cui il gioco del "Siccome hai fretta ti faccio perdere tempo" va molto di moda è l'aeroporto. In questo tempio del consumo energeticamente scorretto si fanno anche altri giochini di tipo sadico nel nome del "lo faccio per la tua sicurezza". Pochi giorni fa mi sono sottoposto volontariamente e mi hanno fatto togliere le scarpe e la cinta dei pantaloni prima di passare in una specie di porta aperta senza il muro intorno. Era un po' imbarazzante, ma devo essere stato bravo, perchè poi mi hanno ridato tutto, anche certe monetine che prima non avevo.
E' dagli anni '80 che la "sicurezza" funziona come settore trainante del consumo, degli investimenti e della domanda di lavoro. La questione è che i benefici sociali sono pochi o addirittura negativi. Sia in termini di comparativi con possibili altri usi della ricchezza sociale, sia in termini di efficacia rispetto allo scopo specifico: diminuire il rischio.
Come mostra bene Bruce Schneier in un articolo su Wired, la sicurezza aerea è uno spreco di denaro che procura molte noie e non ha dato molti risultati, anzi. Stavano per far scendere dall'aereo il senatore Ted Kennedy, per sbaglio ovviamente, ma per motivi che rimangono oscuri perchè le procedure di sicurezza sono segrete. Quindi pare che acquistare un biglietto di andata e ritorno senza avere bagaglio registrato sia considerato un comportamento a rischio e così via. La cosa determina un forte malcontento nelle tante persone che si ritrovano nella lista dei sospetti (i falsi positivi) ed è stata impugnata dall'Epic (Electronic Privacy Information Center) in base al Freedom of Information Act.
Schneier, che sul tema ha svolto una consulenza per la Tsa (Transportation Security Administration), dice che le politiche di identificazione dei presunti terroristi sono "a complete mess", liberamente si potrebbe tradurre: un vero casino.
La Tsa non ha per ora mostrato intenzioni di rivedere le politiche di sicurezza, ma comunque sta cercando di sottrarsi all'eccesso di ridicolo: la notizia è che dal 22 dicembre dovrebbero smettere di sequestrare i famigerati taglia unghie e forbicine.
Oggi Antonio Roversi, che insegna sociologia della comunicazione e del quale sta per uscire un libro su "Odio in rete", ha linkato questo video: lei non sa chi sono io. (guardatelo)
Lui dice: ridiamoci su, ogni tanto. Io apprezzo molto e sorrido, ma penso che il senso del ridicolo sia irrimediabilmente estinto.
Nel frattempo hanno citofonato: nel cortile non c'è più la vespa di mia moglie. E' sicuramente un problema di sicurezza, ma anche di sfiga.
Iniziamo con la sicurezza.
Sicurezza e identità sono due parole che da sole spiegano molto di quanto ci si affanna a fare di questi tempi nel mondo. Un posto in cui il gioco del "Siccome hai fretta ti faccio perdere tempo" va molto di moda è l'aeroporto. In questo tempio del consumo energeticamente scorretto si fanno anche altri giochini di tipo sadico nel nome del "lo faccio per la tua sicurezza". Pochi giorni fa mi sono sottoposto volontariamente e mi hanno fatto togliere le scarpe e la cinta dei pantaloni prima di passare in una specie di porta aperta senza il muro intorno. Era un po' imbarazzante, ma devo essere stato bravo, perchè poi mi hanno ridato tutto, anche certe monetine che prima non avevo.
E' dagli anni '80 che la "sicurezza" funziona come settore trainante del consumo, degli investimenti e della domanda di lavoro. La questione è che i benefici sociali sono pochi o addirittura negativi. Sia in termini di comparativi con possibili altri usi della ricchezza sociale, sia in termini di efficacia rispetto allo scopo specifico: diminuire il rischio.
Come mostra bene Bruce Schneier in un articolo su Wired, la sicurezza aerea è uno spreco di denaro che procura molte noie e non ha dato molti risultati, anzi. Stavano per far scendere dall'aereo il senatore Ted Kennedy, per sbaglio ovviamente, ma per motivi che rimangono oscuri perchè le procedure di sicurezza sono segrete. Quindi pare che acquistare un biglietto di andata e ritorno senza avere bagaglio registrato sia considerato un comportamento a rischio e così via. La cosa determina un forte malcontento nelle tante persone che si ritrovano nella lista dei sospetti (i falsi positivi) ed è stata impugnata dall'Epic (Electronic Privacy Information Center) in base al Freedom of Information Act.
Schneier, che sul tema ha svolto una consulenza per la Tsa (Transportation Security Administration), dice che le politiche di identificazione dei presunti terroristi sono "a complete mess", liberamente si potrebbe tradurre: un vero casino.
La Tsa non ha per ora mostrato intenzioni di rivedere le politiche di sicurezza, ma comunque sta cercando di sottrarsi all'eccesso di ridicolo: la notizia è che dal 22 dicembre dovrebbero smettere di sequestrare i famigerati taglia unghie e forbicine.
Oggi Antonio Roversi, che insegna sociologia della comunicazione e del quale sta per uscire un libro su "Odio in rete", ha linkato questo video: lei non sa chi sono io. (guardatelo)
Lui dice: ridiamoci su, ogni tanto. Io apprezzo molto e sorrido, ma penso che il senso del ridicolo sia irrimediabilmente estinto.
Nel frattempo hanno citofonato: nel cortile non c'è più la vespa di mia moglie. E' sicuramente un problema di sicurezza, ma anche di sfiga.
novembre 30, 2005
Firefox compie 1.5
E' appena uscita la nuova release di Firefox, il browser open source gratuito e hackabile. Una buona occasione per sperimentare un nuovo modo di usare il web. Un'occasione per capire cosa sono gli RSS, cosa sono i pannelli, come si bloccano i pop-up, come si aggiungono funzionalità, come si integrano i motori di ricerca preferiti, insomma come si fanno tutte quelle cose che semplificano la vita e che solo chi usa IE non conosce. Proprio siccome alcuni non conoscono, senza offesa per nessuno, ricordo che questo browser non gira solo sotto Linux e MacOsX, ma anche con i vari tipi di Windows. E parla anche italiano.
Update: non si fa a tempo a dire "è uscito", che ti scappa fuori un plugin interessante. Questo foXpose vi squaderna tutte le schede (tabs) di una finestra come miniature cliccabili. Un po' come exposé di MacOsX. Interessante.
novembre 29, 2005
Criminal divide
Oggi la presidenza del consiglio ha diffuso la notizia di una meritoria opera di prevenzione del crimine. La questura di Piacenza infatti ha pubblicato - anche sul web - un opuscolo di consigli per il cittadino che voglia evitare le insidie della microcriminalità: una guida contro i borseggiatori. Vi si leggono cose tipo "non mettete il portafoglio nella tasca posteriore" o "coprite con la mano la tastiera del bancomat". Bene, buono a sapersi. Magari a Piacenza non lo sapevano. Vivere al Sud ha i suoi svantaggi, ma almeno queste cose le impari da subito.
Sempre oggi incontro quest'altra notizia. Con una termografia è possibile analizzare una tastiera appena usata e decifrare facilmente la combinazione. Guardate la foto: a sinistra la tastiera in gomma - in metallo sarebbe troppo facile - a destra la sua termografia. I valori di temperatura non solo individuano i tasti giusti, ma il relativo raffreddamento dà anche la giusta sequenza. (link - via schneier)
Proteggersi con la mano non serviva nemmeno ai secchioni che non volevano che gli si copiasse la versione di latino. Figuratevi oggi.
E' bene precisare che non ce l'ho con la questura di Piacenza, che anzi sembra essere molto attenta al sociale, alla qualità della vita degli anziani, alle loro paure e alle loro patologie. Da un altra parte ho appreso che le pattuglie del 113 lì girano col defibrillatore e sono in grado di intervenire sulle urgenze cardiopatiche. E questa è un'altra parte del divide: al Sud queste cose ce le sognamo ancora per qualche generazione.
Sempre oggi incontro quest'altra notizia. Con una termografia è possibile analizzare una tastiera appena usata e decifrare facilmente la combinazione. Guardate la foto: a sinistra la tastiera in gomma - in metallo sarebbe troppo facile - a destra la sua termografia. I valori di temperatura non solo individuano i tasti giusti, ma il relativo raffreddamento dà anche la giusta sequenza. (link - via schneier)
Proteggersi con la mano non serviva nemmeno ai secchioni che non volevano che gli si copiasse la versione di latino. Figuratevi oggi.
E' bene precisare che non ce l'ho con la questura di Piacenza, che anzi sembra essere molto attenta al sociale, alla qualità della vita degli anziani, alle loro paure e alle loro patologie. Da un altra parte ho appreso che le pattuglie del 113 lì girano col defibrillatore e sono in grado di intervenire sulle urgenze cardiopatiche. E questa è un'altra parte del divide: al Sud queste cose ce le sognamo ancora per qualche generazione.
novembre 26, 2005
Il giorno del Pinguino nel golfo
Oggi è stato il Linux day. La giornata dedicata al sistema operativo open source ha visto gruppi di appassionati riunirsi in tutta Italia. Da Agrigento a Verona. Anche a Casalnuovo, una "una cittadina dell'Hinterland Napoletano" c'è una banda di Linuxiani entusiasti. Mi avevano perfino invitato. Un vero onore, ma la mia bici oggi non ce la faceva: troppa pioggia e figli che pretendevano l'esclusiva.
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Se non sapete cosa farvi regalare a Natale, ecco la calcolatrice per voi. Da gennaio solo algebra booleana.
(dal solito photoshopping contest)
novembre 16, 2005
Il terrore termobarico
Il sito Defensetech.org è la sezione tecnologica del più grande sito Military.com, la risorsa on line che si rivolge a 30 milioni di utenti: militari in servizio, riservisti, veterani, sostenitori dell'esercito, della marina, dell'aviazione. Americani.
Sul sito Defensetech compare una notizia sull'uso di proiettili termobarici. Il resoconto è molto interessante. Sono stati sperimentati a Falluja (ancora). Si tratta di granate che si possono sparare da un lanciatore a spalla, un bazooka, e sono in grado di disintegrare un edificio di mattoni a 100 metri di distanza. Viene definita dai marines che l'hanno usata come un'arma "davvero impressionante" e come "una gran bell'arma".
Peccato che, come lo stesso articolo ricorda, un'arma del genere sia altamente distruttiva e non selettiva, brutale. Impossibile evitare "effetti collaterali" e morti di civili. La preoccupazione non è tanto per il possibile delitto, quanto per la comunicazione negativa dato che: "These days, every civilian casualty means a few more “hearts and minds” are lost". Ammazzare civili fa calare il consenso.
La cosa interessante è che chi dà la notizia non può non ricordare che sullo stesso sito (e quindi incancellabile dalla grande memoria dell'Internet) comparve nel 2000 una notizia che esecrava l'uso di queste munizioni da parte dei Russi in Cecenia: venivano definite "armi che uccidono e feriscono in un'area vasta e in modo particolarmente brutale".
Io non mi occupo di armi, ma sono stato molto impressionato dal coraggio civile dei giornalisti di RaiNews24 che hanno portato alla luce la questione dell'uso del fosforo bianco. Sempre a Falluja. Anche per questo questa notizia è qui. (via BoingBoing)
Sul sito Defensetech compare una notizia sull'uso di proiettili termobarici. Il resoconto è molto interessante. Sono stati sperimentati a Falluja (ancora). Si tratta di granate che si possono sparare da un lanciatore a spalla, un bazooka, e sono in grado di disintegrare un edificio di mattoni a 100 metri di distanza. Viene definita dai marines che l'hanno usata come un'arma "davvero impressionante" e come "una gran bell'arma".
Peccato che, come lo stesso articolo ricorda, un'arma del genere sia altamente distruttiva e non selettiva, brutale. Impossibile evitare "effetti collaterali" e morti di civili. La preoccupazione non è tanto per il possibile delitto, quanto per la comunicazione negativa dato che: "These days, every civilian casualty means a few more “hearts and minds” are lost". Ammazzare civili fa calare il consenso.
La cosa interessante è che chi dà la notizia non può non ricordare che sullo stesso sito (e quindi incancellabile dalla grande memoria dell'Internet) comparve nel 2000 una notizia che esecrava l'uso di queste munizioni da parte dei Russi in Cecenia: venivano definite "armi che uccidono e feriscono in un'area vasta e in modo particolarmente brutale".
Io non mi occupo di armi, ma sono stato molto impressionato dal coraggio civile dei giornalisti di RaiNews24 che hanno portato alla luce la questione dell'uso del fosforo bianco. Sempre a Falluja. Anche per questo questa notizia è qui. (via BoingBoing)
novembre 14, 2005
E il mio computer è andato a remengo
Finalmente una buona scusa per rimanere sulle mie e non scrivere per un po'. Una di quelle scuse apocalittiche che si immaginano da piccoli quando si ha paura di essere interrogati e si pensa che se ci fosse un bel lutto familiare, magari una zia lontana, non solo si scampa alla prof, ma ci si guadagna anche un po' di attenzione.
Bene, ho avuto un lutto, una specie di lutto.
Ben Aitan, il mio fido computer, sta male, molto male e forse è morto.Perché si chiami così è una storia lunga, di dinastie di computer, ma a stare male invece ci ha messo un nanosecondo. Ha sfarfallato appena appena e poi s'è accasciato, zitto e buio. E' successo venerdì notte e stamane l'ho portato in clinica. Il processore è saltato, fulminato, kaputt. L'hard disk dà invece alcuni degni di vita vegetativa. E' stato asportato e adesso aspetta di essere reimpiantato dal dott. D'Andrea, uno specialista di emergenze.
Stamattina cercavo consolazione dagli amici e Gianfranco, che studia il reincanto, il neoarcaismo nella società contemporanea, mi ha chiesto dove fosse l'anima del computer. E' nell'hard disk o nel processore? Se torna a funzionare con un nuovo processore, sarà sempre Ben Aitan? Oppure sarà Dolly Aitan? Che ne pensate? (se pensare è un verbo adatto a queste cose)
Bene, ho avuto un lutto, una specie di lutto.
Ben Aitan, il mio fido computer, sta male, molto male e forse è morto.Perché si chiami così è una storia lunga, di dinastie di computer, ma a stare male invece ci ha messo un nanosecondo. Ha sfarfallato appena appena e poi s'è accasciato, zitto e buio. E' successo venerdì notte e stamane l'ho portato in clinica. Il processore è saltato, fulminato, kaputt. L'hard disk dà invece alcuni degni di vita vegetativa. E' stato asportato e adesso aspetta di essere reimpiantato dal dott. D'Andrea, uno specialista di emergenze.
Stamattina cercavo consolazione dagli amici e Gianfranco, che studia il reincanto, il neoarcaismo nella società contemporanea, mi ha chiesto dove fosse l'anima del computer. E' nell'hard disk o nel processore? Se torna a funzionare con un nuovo processore, sarà sempre Ben Aitan? Oppure sarà Dolly Aitan? Che ne pensate? (se pensare è un verbo adatto a queste cose)
novembre 10, 2005
La mia bici va a Ischia
Oggi c'erano due appuntamenti: a Monte Sant'Angelo si presentava il "Federico II Open Access Repository" che anzichè chiamarlo così, oppure "Archivio aperto della Federico II", l'hanno chiamato "FedOa". Ma la cosa è importante lo stesso e magari una volta se ne parla. L'altro appuntamento è invece a Ischia per un seminario sui sistemi informativi del lavoro. Basi di dati enormi e rognose, che non vogliono parlare. Ero indeciso, ma c'è il sole. La mia bici va a Ischia.
novembre 09, 2005
Il nostro ministro Gil
Gilberto Gil è un grande e fantastico musicista brasiliano, da alcuni anni è il ministro della cultura nel governo del presidente Lula.
Qui affianco lo vedete alla chitarra, quello alle percussioni è Kofi Annan.
Se lo volete anche sentire, trovate tutta la sua discografia sul suo sito: testi e musica.
Pur non essendo un ingegnere, un informatico, o forse proprio per questo, Gil è ormai internazionalmente noto come un grande innovatore, l'uomo che sta permettendo al Brasile di occupare un ruolo di sempre maggiore evidenza sulla scena digitale mondiale.
Il nostro ministro (nel senso che sta dalla nostra parte), ha rilasciato una bella intervista al Guardian, che lo definisce il "Ministro della controcultura". Gil spiega come in Brasile la questione della proprietà intellettuale sia un tema che riguarda insieme il file-sharing di musica, i farmaci per la cura dell'aids e le colture ogm. Il Brasile fa e ascolta molta musica, ha molti sieropositivi e ha un patrimonio di biodiversità che è stato intensivamente saccheggiato dalle pratiche di brevetto.
L'ultima clamorosa iniziativa del governo brasiliano è stata quella di non utilizzare più Windows sui computer governativi. Non si tratta solo di una mossa propagandistica, ma di un modo per sostenere lo sviluppo di imprese che lavorano su sistemi aperti e l'occupazione in quel settore. Sul download dice: "Il Governo brasiliano e tutto dalla parte della legalità. Ma se la legge non rispecchia più la realtà, la legge deve essere cambiata. Non è una novità. E' il processo di civilizzazione."
Aspettate prima di partire. Il governo di Lula ha un forte calo di immagine per la corruzione, il taglio illegale di legno sta facendo scomparire la foresta amazzonica e ha prosciugato il Rio delle Amazzoni, insomma anche nell'altro emisfero ci sono un paio di problemi. Ma certo piacerebbe anche a me avere per una volta un ministro della cultura che abbia l'onestà intellettuale di Gilberto Gil.
Questo post aspettava in bozza dal 16 ottobre, grazie per la pazienza.
Qui affianco lo vedete alla chitarra, quello alle percussioni è Kofi Annan.
Se lo volete anche sentire, trovate tutta la sua discografia sul suo sito: testi e musica.
Pur non essendo un ingegnere, un informatico, o forse proprio per questo, Gil è ormai internazionalmente noto come un grande innovatore, l'uomo che sta permettendo al Brasile di occupare un ruolo di sempre maggiore evidenza sulla scena digitale mondiale.
Il nostro ministro (nel senso che sta dalla nostra parte), ha rilasciato una bella intervista al Guardian, che lo definisce il "Ministro della controcultura". Gil spiega come in Brasile la questione della proprietà intellettuale sia un tema che riguarda insieme il file-sharing di musica, i farmaci per la cura dell'aids e le colture ogm. Il Brasile fa e ascolta molta musica, ha molti sieropositivi e ha un patrimonio di biodiversità che è stato intensivamente saccheggiato dalle pratiche di brevetto.
L'ultima clamorosa iniziativa del governo brasiliano è stata quella di non utilizzare più Windows sui computer governativi. Non si tratta solo di una mossa propagandistica, ma di un modo per sostenere lo sviluppo di imprese che lavorano su sistemi aperti e l'occupazione in quel settore. Sul download dice: "Il Governo brasiliano e tutto dalla parte della legalità. Ma se la legge non rispecchia più la realtà, la legge deve essere cambiata. Non è una novità. E' il processo di civilizzazione."
Aspettate prima di partire. Il governo di Lula ha un forte calo di immagine per la corruzione, il taglio illegale di legno sta facendo scomparire la foresta amazzonica e ha prosciugato il Rio delle Amazzoni, insomma anche nell'altro emisfero ci sono un paio di problemi. Ma certo piacerebbe anche a me avere per una volta un ministro della cultura che abbia l'onestà intellettuale di Gilberto Gil.
Questo post aspettava in bozza dal 16 ottobre, grazie per la pazienza.
novembre 07, 2005
Dinosauro a chi?
Sabato, preso da sacro furore e rendendomi inintellegibile ai più, ho dato del dinosauro a Internet Explorer e per estensione alla Microsoft. Dinosauro è uno dei peggiori insulti in un ambiente in cui è tutto un evocare leggerezza, innovatività, cooperazione. Di solito questi insulti vengono lanciati da chi osserva la distanza tra quei valori evocati e la pesantezza delle pratiche di business. E' chi si sente Davide a dare del dinosauro ai vari Golia della conoscenza e dell'informazione. Mai si immaginerebbe il contario.
Invece il Dinosauro per eccellenza, appunto Microsoft, sta da alcuni mesi insultando i propri clienti dandogli appunto dei dinosauri.
La geniale trovata sta in una campagna pubblicitaria che sicuramente avrete visto, si chiama Evolve è ha anche una sua versione animata sul sito Microsoft.
Evolvere è una cosa buona e positiva in se', ma qui per Bill Gates significa molto brutalmente e banalmente: comprate la nuova versione di Office, quella che vi abbiamo rifilato pochi mesi fa in realtà fa schifo. Se non lo fate, peggio per voi, rimarrete dinosauri. L'ennesima stucchevole colpevolizzazione degli utenti.
Come si fa a essere così ipocriti da predicare prima la customer satisfaction, l'empowerment dell'utente, e poi un giorno ti chiamano pirata e quello dopo dinosauro.
Nessun senso di autoironia, il dinosauro invece sono sempre più loro, a dispetto dei profitti altissimi (oltre il 30% del fatturato nell'ultimo trimestre).
Va infine sottolineato che nell'America di Bush la Teoria del'evoluzione sta diventando sempre più una teoria, nel senso di un'ipotesi, che vale quanto la tesi creazionista, quella del serpente e di Adamo ed Eva. Il risultato è che apparentemente ad un pubblico americano la frase "dinosauro evolviti" sembra una battuta spiritosa. Si sono persi la puntata della estinzione di massa della fine del Cretaceo. Ehi Redmond, sveglia! Se continuate a trattare i vostri clienti da dinosauri, è più probabile che si estinguano piuttosto che evolvere!
Neanche a farlo apposta anche Ibm, che di pachidermi e colossi se ne intende, ieri pubblicizzava la nuova versione di Lotus Notes con un dilofosauro. Solo che il bestione era evolutivamente destinato a soccombere sotto i cazzotti di una soddifatta cliente ibm in guantoni gialli.
Invece il Dinosauro per eccellenza, appunto Microsoft, sta da alcuni mesi insultando i propri clienti dandogli appunto dei dinosauri.
La geniale trovata sta in una campagna pubblicitaria che sicuramente avrete visto, si chiama Evolve è ha anche una sua versione animata sul sito Microsoft.
Evolvere è una cosa buona e positiva in se', ma qui per Bill Gates significa molto brutalmente e banalmente: comprate la nuova versione di Office, quella che vi abbiamo rifilato pochi mesi fa in realtà fa schifo. Se non lo fate, peggio per voi, rimarrete dinosauri. L'ennesima stucchevole colpevolizzazione degli utenti.
Come si fa a essere così ipocriti da predicare prima la customer satisfaction, l'empowerment dell'utente, e poi un giorno ti chiamano pirata e quello dopo dinosauro.
Nessun senso di autoironia, il dinosauro invece sono sempre più loro, a dispetto dei profitti altissimi (oltre il 30% del fatturato nell'ultimo trimestre).
Va infine sottolineato che nell'America di Bush la Teoria del'evoluzione sta diventando sempre più una teoria, nel senso di un'ipotesi, che vale quanto la tesi creazionista, quella del serpente e di Adamo ed Eva. Il risultato è che apparentemente ad un pubblico americano la frase "dinosauro evolviti" sembra una battuta spiritosa. Si sono persi la puntata della estinzione di massa della fine del Cretaceo. Ehi Redmond, sveglia! Se continuate a trattare i vostri clienti da dinosauri, è più probabile che si estinguano piuttosto che evolvere!
Neanche a farlo apposta anche Ibm, che di pachidermi e colossi se ne intende, ieri pubblicizzava la nuova versione di Lotus Notes con un dilofosauro. Solo che il bestione era evolutivamente destinato a soccombere sotto i cazzotti di una soddifatta cliente ibm in guantoni gialli.
novembre 05, 2005
Digital divide, Microsoft unite (2)
Una compagnia olandese di statistiche sul web, OneStat.com, ha annunciato che Firefox ha superato il 10% del mercato complessivo dei browser, sarebbe all'11,51%. Firefox ha superato i 100 milioni di download già a febbraio scorso, il che è un bel successo per un programma opensource e indipendente, ovvero con una struttura di marketing non comparabile con i mezzi di MS. Stavo per dire senza struttura di marketing, ma sbagliavo: guardate per esempio come è professionale e efficace questa pagina sulla diffusione di Firefox.
Ma la logica del bicchiere quasi pieno, quella più corretta, dovrebbe far riflettere sul fatto che Internet Explorer, nelle sue varie versioni, conta ancora per l' 85%. E si tratta di dati presumibilmente basati sulle statistiche di accesso, cioè sull'uso effettivo del browser. Explorer non ha la navigazione a pannelli, non integra i feed xml, non ha nessuna delle utilissime estensioni disponibili per altri browser, penso a GreaseMonkey o a Linky, forse non ha nemmeno l'elementare funzione di blocco delle finestre di pop-up. Inoltre è lento, esposto a attacchi... non è assolutamente di moda. Queste cose, da tempo alla portata di Firefox, ma anche di Safari, Camino, Opera ecc., saranno disponibili solo con la prossima annunciata versione 7 di Explorer e il software annunciato si chiama "vapourware". Quelli che per sbaglio qualche anno fa comprarono la Fiat Duna venivano sfottuti in modo impietoso per molto meno e questo rappresentò l'inizio del crollo di Fiat.
Ma Explorer no, lo usano tutti, o quasi, e nessuno che in questo mondo di fanatici dei tecnogadget si senta appena sottosviluppato. Io conosco persino delle persone, per altri versi normali e stimabili, che lo usano su OsX di Apple. Potenza del monopolio e delle sue conseguenze culturali e sociali.
Se si guardano le differenze tra paesi la questione diventa più interessante: l'85% complessivo di Explorer scende all'80% negli Usa e al 78% in Canada, ma risale al 93% in GranBretagna, il paese più "wired" fra quelli europei. Sembra esserci una relazione inversa tra uso del dinosauro e grado di familiarità complessiva con le Itc.
Allora stupisce che, fra 40 studenti di un corso universitario italiano (e quindi stupisce meno) di "Culture digitali...", solo tre (il 7,5%) dichiarino al docente di usare Firefox. Perfino dopo che il docente medesimo aveva fatto capire che si trattava quasi di una questione di buon gusto.
E ancor meno stupisce se si pensa che 39 su 40 non conoscono altro che Windows e uno (1 solo, non il 2,5%, come direbbero i giornali) conosce anche Linux (Debian).
Ma affianco agli attriti culturali e sociali, valgono anche i mezzucci pseudo tecnologici di difesa del monopolio. Qualche intervistato, quasi scusandosi, ha detto che la sua versione di Xp si rifiutava di installare Firefox. Io da molti anni mi sono concesso il lusso di non avere a che fare con Windows. Di fronte a persone contrite per non saper fare cose elementari su Windows ho smesso di fare lo sbruffone. E inizio a provare una sincera partecipazione, insiema a una certa voglia di cambiare, o di indignarmi, come si dice nell'epoca del beppegrillismo.
Ma la logica del bicchiere quasi pieno, quella più corretta, dovrebbe far riflettere sul fatto che Internet Explorer, nelle sue varie versioni, conta ancora per l' 85%. E si tratta di dati presumibilmente basati sulle statistiche di accesso, cioè sull'uso effettivo del browser. Explorer non ha la navigazione a pannelli, non integra i feed xml, non ha nessuna delle utilissime estensioni disponibili per altri browser, penso a GreaseMonkey o a Linky, forse non ha nemmeno l'elementare funzione di blocco delle finestre di pop-up. Inoltre è lento, esposto a attacchi... non è assolutamente di moda. Queste cose, da tempo alla portata di Firefox, ma anche di Safari, Camino, Opera ecc., saranno disponibili solo con la prossima annunciata versione 7 di Explorer e il software annunciato si chiama "vapourware". Quelli che per sbaglio qualche anno fa comprarono la Fiat Duna venivano sfottuti in modo impietoso per molto meno e questo rappresentò l'inizio del crollo di Fiat.
Ma Explorer no, lo usano tutti, o quasi, e nessuno che in questo mondo di fanatici dei tecnogadget si senta appena sottosviluppato. Io conosco persino delle persone, per altri versi normali e stimabili, che lo usano su OsX di Apple. Potenza del monopolio e delle sue conseguenze culturali e sociali.
Se si guardano le differenze tra paesi la questione diventa più interessante: l'85% complessivo di Explorer scende all'80% negli Usa e al 78% in Canada, ma risale al 93% in GranBretagna, il paese più "wired" fra quelli europei. Sembra esserci una relazione inversa tra uso del dinosauro e grado di familiarità complessiva con le Itc.
Allora stupisce che, fra 40 studenti di un corso universitario italiano (e quindi stupisce meno) di "Culture digitali...", solo tre (il 7,5%) dichiarino al docente di usare Firefox. Perfino dopo che il docente medesimo aveva fatto capire che si trattava quasi di una questione di buon gusto.
E ancor meno stupisce se si pensa che 39 su 40 non conoscono altro che Windows e uno (1 solo, non il 2,5%, come direbbero i giornali) conosce anche Linux (Debian).
Ma affianco agli attriti culturali e sociali, valgono anche i mezzucci pseudo tecnologici di difesa del monopolio. Qualche intervistato, quasi scusandosi, ha detto che la sua versione di Xp si rifiutava di installare Firefox. Io da molti anni mi sono concesso il lusso di non avere a che fare con Windows. Di fronte a persone contrite per non saper fare cose elementari su Windows ho smesso di fare lo sbruffone. E inizio a provare una sincera partecipazione, insiema a una certa voglia di cambiare, o di indignarmi, come si dice nell'epoca del beppegrillismo.
novembre 04, 2005
Digital divide (1)
In casa sono entrati dei signori (si fa per dire) e hanno preso qualche collana, degli orecchini, un anello. Hanno preso anche delle monetine dal salvadanaio dei bimbi.
Non vi dico e non vi conto. Il vicolo ha condannato unanimemente il gesto e la padrona delle collane ha provveduto a gettare su di esso vicolo una fitta rete di sospetti, peraltro anche fondati, che si sono riprodotti e incrociati con esiti dirompenti.
Io faccio il distaccato: il mio salvadanaio è vuoto e l'ultima collanina l'ho smessa alcuni anni fa. Però avevo proprio lì accanto il mio preziosissimo portatile, un paio di dischi firewire, un'intera cesta di cavi, alimentatori, flash card. Niente, nemmeno uno sguardo. Tanto gli faceva schifo che non si sono accorti che in mezzo avevo lasciato pure una banconota da 50 euri.
Insomma anche per rubare ci vuole un po' di scolarizzazione.
Non vi dico e non vi conto. Il vicolo ha condannato unanimemente il gesto e la padrona delle collane ha provveduto a gettare su di esso vicolo una fitta rete di sospetti, peraltro anche fondati, che si sono riprodotti e incrociati con esiti dirompenti.
Io faccio il distaccato: il mio salvadanaio è vuoto e l'ultima collanina l'ho smessa alcuni anni fa. Però avevo proprio lì accanto il mio preziosissimo portatile, un paio di dischi firewire, un'intera cesta di cavi, alimentatori, flash card. Niente, nemmeno uno sguardo. Tanto gli faceva schifo che non si sono accorti che in mezzo avevo lasciato pure una banconota da 50 euri.
Insomma anche per rubare ci vuole un po' di scolarizzazione.
ottobre 24, 2005
Fulcro informativo. Ed è subito provincia
C'era una volta un sito di ateneo, modesto, con poche pretese, nessun denaro, ma con un buon grado di soddisfazione da parte degli utenti. Ora quel sito è cresciuto, ha cambiato responsabile (non sono più io), ha un discreto finanziamento, cinque persone che lo seguono... e dopo più di un anno di silenzio ha pubblicato una nuova home insieme alle pagine immediatamente sottostanti. Niente male, un lavoro che mi sembra degno e che merita fiducia per il futuro.
L'inciampo mi è venuto leggendo la letterina per babbo natale, ovvero "le motivazioni":
"L'obiettivo che stiamo perseguendo è quello di operare una trasformazione dell'uso e della percezione del sito web di Ateneo facendolo transitare dallo stato di "bacheca elettronica" a quello di vero e proprio "fulcro informativo" per tutti i suoi utenti a qualunque titolo coinvolti."
Bacheca elettronica ho capito che vuol dire mezza puzza, ma qualcuno che se ne intende mi sa spiegare cosa vuol dire "fulcro informativo"?
L'inciampo mi è venuto leggendo la letterina per babbo natale, ovvero "le motivazioni":
"L'obiettivo che stiamo perseguendo è quello di operare una trasformazione dell'uso e della percezione del sito web di Ateneo facendolo transitare dallo stato di "bacheca elettronica" a quello di vero e proprio "fulcro informativo" per tutti i suoi utenti a qualunque titolo coinvolti."
Bacheca elettronica ho capito che vuol dire mezza puzza, ma qualcuno che se ne intende mi sa spiegare cosa vuol dire "fulcro informativo"?
ottobre 19, 2005
Google print in italiano
Quella che vedete qui accanto è una libreria non cartesiana. Vista vuota sembra inutilmente sconclusionata. Immaginata piena, si coglie il suo valore: finalmente si possono ordinare libri di varie altezze senza specare spazio. Un ottimo esempio di rottura di paradigma e di rifunzionalizzazione di un oggetto maturo. L'ha disegnata-progettata-immaginata Mareike Gast, una giovanissima ragazza tedesca.
Ma il tema del post è un altro, sempre libridinoso.
Qualcuno mi ha scritto per segnalare l'esistenza di Google Print. Gli sono grato perché ero convinto di averne già parlato, invece era stato forse solo un desiderio. Si tratta di un fatto ampiamente commentato, ma comunque di grande rilievo: Google ha deciso di digitalizzare e indicizzare i libri, quelli di carta. Il progetto è stato pubblicizzato nella primavera del 2005 e agli inizi di giugno era in linea la versione beta.
Per iniziare Google passerà nello scanner il contenuto di alcune biblioteche universitarie fra quelle della Ivy League, ovvero fra le più prestigiose degli Usa. Recentemente c'è stata una ripresa di interesse per il fatto che l'associazione professionale degli editori americani (AAP) ha denunciato Google per violazione delle leggi sul copyright (non si stufano mai e non hanno vergogna. Gli avvocati non gli editori). Google ha avuto buon gioco nel dimostrare che con questo servizio l'utente viene solo a sapere se un certo libro contiene una certa informazione e può quindi deciderne l'acquisto, cosa che agli editori non dovrebbe dispiacere. Infatti gli editori sono sollecitati a sottoporre il contenuto dei loro libri: si tratta di una efficace forma di pubblicizzazione. Poi Google si cautela spiegando in dettaglio nelle FAQ come sia a difesa del libro e contemporaneamente a favore della sua diffusione.
Solo i libri senza copyright o passati, dopo 70 anni, a far parte del pubblico dominio possono essere anche consultati, almeno in parte. Per esempio dell'Enrico IV di Shakespeare si puo' leggere l'indice e consultare i contenuti. Come si può cercare la ricorrenza delle parola "proletariat" nel primo volume del Capitale di Marx. Insomma abbiamo di fronte uno strumento formidabile. Dicevo che tutto questo è cosa ormai dei mesi passati - i mesi passati in internet sono il territorio della nostalgia e dell'oblio. La notizia di oggi, anzi di ieri, è casomai che è in linea la versione italiana di GPrint. La cosa interessante è che i risultati sono leggermente diversi rispetto alla versione inglese.
Aggiornamento: oggi la AAP ha comunicato alla stampa di dare seguito alla causa. Il punto starebbe nel fatto che Google si è rifiutata (o rifiutato?) di utilizzare il codice ISBN di identificazione dei libri. La cosa interessante è che nel comunicato si cita come esempio virtuoso quello di Yahoo che insieme a Adobe ha sponsorizzato in risposta a Google Print il progetto analogo di Open Content Alliance, che si presenta altrettanto degno. Un nuovo episodio della seconda guerra del web.
Ma il tema del post è un altro, sempre libridinoso.
Qualcuno mi ha scritto per segnalare l'esistenza di Google Print. Gli sono grato perché ero convinto di averne già parlato, invece era stato forse solo un desiderio. Si tratta di un fatto ampiamente commentato, ma comunque di grande rilievo: Google ha deciso di digitalizzare e indicizzare i libri, quelli di carta. Il progetto è stato pubblicizzato nella primavera del 2005 e agli inizi di giugno era in linea la versione beta.
Per iniziare Google passerà nello scanner il contenuto di alcune biblioteche universitarie fra quelle della Ivy League, ovvero fra le più prestigiose degli Usa. Recentemente c'è stata una ripresa di interesse per il fatto che l'associazione professionale degli editori americani (AAP) ha denunciato Google per violazione delle leggi sul copyright (non si stufano mai e non hanno vergogna. Gli avvocati non gli editori). Google ha avuto buon gioco nel dimostrare che con questo servizio l'utente viene solo a sapere se un certo libro contiene una certa informazione e può quindi deciderne l'acquisto, cosa che agli editori non dovrebbe dispiacere. Infatti gli editori sono sollecitati a sottoporre il contenuto dei loro libri: si tratta di una efficace forma di pubblicizzazione. Poi Google si cautela spiegando in dettaglio nelle FAQ come sia a difesa del libro e contemporaneamente a favore della sua diffusione.
Solo i libri senza copyright o passati, dopo 70 anni, a far parte del pubblico dominio possono essere anche consultati, almeno in parte. Per esempio dell'Enrico IV di Shakespeare si puo' leggere l'indice e consultare i contenuti. Come si può cercare la ricorrenza delle parola "proletariat" nel primo volume del Capitale di Marx. Insomma abbiamo di fronte uno strumento formidabile. Dicevo che tutto questo è cosa ormai dei mesi passati - i mesi passati in internet sono il territorio della nostalgia e dell'oblio. La notizia di oggi, anzi di ieri, è casomai che è in linea la versione italiana di GPrint. La cosa interessante è che i risultati sono leggermente diversi rispetto alla versione inglese.
Aggiornamento: oggi la AAP ha comunicato alla stampa di dare seguito alla causa. Il punto starebbe nel fatto che Google si è rifiutata (o rifiutato?) di utilizzare il codice ISBN di identificazione dei libri. La cosa interessante è che nel comunicato si cita come esempio virtuoso quello di Yahoo che insieme a Adobe ha sponsorizzato in risposta a Google Print il progetto analogo di Open Content Alliance, che si presenta altrettanto degno. Un nuovo episodio della seconda guerra del web.
ottobre 18, 2005
Avete mai visto un metamotore?
Che lo abbiate visto o meno, vale la pena di andare a visitare Gada.be.
Lo ha realizzato Chris Pirillo, uno dei tanti protagonisti della scena high tech americana. Si tratta di un motore che aggrega risultati di vari motori e che è stato progettato per l'utilizzo da aggeggi portatili, ma che funziona bene anche su un browser normale.
Il suo utilizzo è abbastanza intuitivo ed e' anche abbastanza ben spiegato nel "What is gada.be?".
Cosa significa Gada.be? Si tratta della traslitterazione di "Got to be", una locuzione relativa al dover essere che assume diversi significati a seconda del contesto. Contesto che appunto cambia a seconda del termine cercato e del contesto di ricerca scelto.
Per rimanere in tema di dover essere, di come ci si presenta, di quello che i napoletani chiamano: "chi so' io e chi si tu", date un occhio alla modestia con cui il Chrispirillo di cui sopra si presenta timidamente al pubblico nella sua omonima pagina di promozione: istruttivo, ma anche un po' deprimente. Fasso tuto mi.
ottobre 17, 2005
I 10 comandamenti del blog
Di David Nielsen e della sua passione per dettare regole abbiamo parlato pochi giorni fa. Oggi Nielsen si è misurato con i blog e ha individuato i 10 principali errori tecnico-comunicativi dei blog.
E' la prima volta che considera questa nuova creatura e mi sembra che i suoi precetti, sebbene insopportabilmente precettosi, siano tutti largamente, anche se non totalmente, condivisibili.
La cosa che più mi fa piacere di questa quasi condivisione è che dei dieci top mistakes, io qui ne commetto almeno otto. Ma così ho spazio per migliorare.
Update: li commetto tutti e dieci. E non ho scuse.
ottobre 15, 2005
Uorning piratery
Andare a cinema con un bambino, magari di tipo figlio, al quale hai negato la tv per vedere l'effetto che fa e in cambio gli hai passato tanti filmini col bollino e senza. Andarci insieme al cinema sta cominciando a diventare imbarazzante.
Il corto "contro la pirateria" è aggressivo e violento, senza se e senza ma. Non ho mai visto tanto zelo applicato alla mafia, alla corruzione... No, la pirateria fa danni miliardari, è il vero flagello e, se si legge questa nota della Rai, anche il virus H5N1 fa meno paura. Un bambino fa molta fatica a capire se la prossima volta potrà vedere Tom e Jerry senza essere messo in galera e non capisce come il padre abbia potuto mentirgli tutto questo tempo: era anche lui un pirata?
Allora seppelliamoli con una risata, andate a vedere il contro-spot (quicktime) girato dalla Grezzofilm. E vedetevi anche gli altri remake.
(via Manteblog)
Il corto "contro la pirateria" è aggressivo e violento, senza se e senza ma. Non ho mai visto tanto zelo applicato alla mafia, alla corruzione... No, la pirateria fa danni miliardari, è il vero flagello e, se si legge questa nota della Rai, anche il virus H5N1 fa meno paura. Un bambino fa molta fatica a capire se la prossima volta potrà vedere Tom e Jerry senza essere messo in galera e non capisce come il padre abbia potuto mentirgli tutto questo tempo: era anche lui un pirata?
Allora seppelliamoli con una risata, andate a vedere il contro-spot (quicktime) girato dalla Grezzofilm. E vedetevi anche gli altri remake.
(via Manteblog)
ottobre 13, 2005
Cartografia concettuale
La geografia è una scienza di chiara ascendenza militare. Avevo appena scritto della seconda guerra per il web che ho scoperto questa mappa dei conflitti, delle alleanze e delle storie. La pubblica CNet ed è un bell'esempio di rappresentazione schematica e interattiva. La possibilità di ricentrare la mappa e le storie collegate mi sembra una cosa di così sofisticata semplicità da morire di invidia. In rosso sono indicate le companies, in verde gli argomenti e in nero le storie. E il bello è che mi sembra anche di capire. Il che fa anche piacere, anche se si tratta di mera illusione. Tutto il contrario di quello che mi era capitato analizzando con attenzione quest'altra mappa, che intendeva, molto lodevolmente, ma meno efficacemente, spiegare la sociologia a ragazzi di primo anno. Un'analisi delle differenze può forse insegnare qualcosa.
ottobre 12, 2005
Web Wars episode 6.0.1: a new iGadget
Il lancio di iPod video e di iTunes 6, avvenuta in queste ore, sono probabilmente una mossa rivoluzionaria. O forse no: staremo a vedere e sarà interessante. E' difficile giudicare una innovazione prima della verifica della sua accettazione sociale. In questo caso però ci troviamo di fronte a un salto interspecifico (dall'audio al video) di una tecnologia che è invece ampiamente collaudata e largamente accettata: quella costituita dall'insieme di riproduttore (iPod), medium di distribuzione (web), tecnologia di distribuzione asincrona (podcast). La potenziale e nemmeno troppo avveniristica ipotesi è quella di un nuovo modo, fra i tanti, per porre fine alla televisione, almeno per come la conosciamo. Il passaggio dalla tv generalistica e sincrona a quella di nicchia, specialistica, e asincrona e personale è ora non solo tecnicamente, ma anche praticamente possibile. Data la considerevole - e in gran parte inspiegabile - massa di fan dell'iPod, ci sono le premesse, la massa critica, per pronosticare un facile successo di questo nuova piccola, ma molto significativa innovazione incrementale.
La cosa più divertente è che fino a poche ore fa Steve Jobs assicurava che questo business non gli interessava:
“You can already download movies on the iTunes Music Store, and some albums offer video as an incentive to buy the music,” e “We also offer video podcasts, but will people buy a video device just to watch this video? So far they haven’t. No one has been successful with that yet.” (via melablog)
La notizia di oggi era stata finora l'acquisizione-incorporazione di Real Media in Microsoft. Una notizia bomba che però adesso passa in secondo piano. Solo pochi giorni fa Apple e Sun avevano stipulato un accordo potenzialmente molto aggressivo nei confronti di MicroSoft. Stiamo assistendo, e purtroppo solo da spettatori-consumatori, non al Web 2.0, ma alla WWW II: la seconda World Web War.
ottobre 06, 2005
Lessig in un solo post
Se volete capire cosa vogliono i creative-commonisti e i copy-leftisti, perchè non sono pirati e non sono eversivi, il tutto in due minuti, in italiano e risparmiandovi Larry Lessig, leggetevi la Legittima difesa di Zoro.
(Via Manteblog)
ottobre 05, 2005
Checkpoint zero. The race starts here
Caro ***,
se sei d'accordo limiterei l'interlocuzione telefonica ad aspetti che non necessitano una verifica approfondita degli argomenti discussi nell'incontro del xx/0x/200x e recepiti nel documento di checkpoint di cui abbiamo chiesto a *** (inviatoti in copia elettronica) una formale accettazione come impostoci dalle nostre procedure di qualità. A tale proposito ti pregherei di esportare a *** appena ti è possibile tue eventuali osservazioni in merito, in modo da coonsentirle un'approvazione formale del piano di attività residue e condividere l'impostazione alle attività fin qui seguita.
Sembra il fratello maggiore di Sentaprof, invece è un signore ad elevato profilo professionale del settore informatico, che sta scrivendo a professorini universitari e a funzionari di enti locali.
Non interessa qui la produzione di linguaggi estemporanei e postmoderni, quanto il fatto più banale che il ricevente - appositamente intervistato - non abbia capito nulla. E difficilmente avrebbe potuto capire chiunque altro diverso dal mittente. L'autoreferenzialità pare sia fenomeno noto e studiato da eminenti colleghi.
Il punto è un altro: se la grande impresa informatica italiana si esprime così è ragionevole ritenere che pensi così. E se questa è la sua modalità di pensiero, come pensiamo noi che essa possa competere (non domani, ma oggi) sul mercato (non internazionale, ma di Caianello Scalo)?
La questione linguistico-cognitiva è di un certo interesse. Se la pose alla fine del secolo scorso Nanni Moretti in Palombella Rossa quando fa dire al suo alter-ego Michele Apicella: "Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!"
La questione della competitività dei settori avanzati in Italia se la pone da anni, con riferimento al sistema produttivo e alle istituzioni regolative del mercato, una serie di persone serie tra cui Luciano Gallino e quelli de Lavoce.info. In occasione del prossimo Smau, se l'è posta anche lo spigoloso Zambardino su Repubblica e stavolta sembra difficile dargli torto. Solo che per chi si definisce "umanista", appare alquanto disumano usare senza mediazioni -e senza necessità- il termine "powwow", che uno volentieri girerebbe al mittente. Se non fosse che per fortuna, scansati gli indiani, c'è come ritrovarsi.
se sei d'accordo limiterei l'interlocuzione telefonica ad aspetti che non necessitano una verifica approfondita degli argomenti discussi nell'incontro del xx/0x/200x e recepiti nel documento di checkpoint di cui abbiamo chiesto a *** (inviatoti in copia elettronica) una formale accettazione come impostoci dalle nostre procedure di qualità. A tale proposito ti pregherei di esportare a *** appena ti è possibile tue eventuali osservazioni in merito, in modo da coonsentirle un'approvazione formale del piano di attività residue e condividere l'impostazione alle attività fin qui seguita.
Sembra il fratello maggiore di Sentaprof, invece è un signore ad elevato profilo professionale del settore informatico, che sta scrivendo a professorini universitari e a funzionari di enti locali.
Non interessa qui la produzione di linguaggi estemporanei e postmoderni, quanto il fatto più banale che il ricevente - appositamente intervistato - non abbia capito nulla. E difficilmente avrebbe potuto capire chiunque altro diverso dal mittente. L'autoreferenzialità pare sia fenomeno noto e studiato da eminenti colleghi.
Il punto è un altro: se la grande impresa informatica italiana si esprime così è ragionevole ritenere che pensi così. E se questa è la sua modalità di pensiero, come pensiamo noi che essa possa competere (non domani, ma oggi) sul mercato (non internazionale, ma di Caianello Scalo)?
La questione linguistico-cognitiva è di un certo interesse. Se la pose alla fine del secolo scorso Nanni Moretti in Palombella Rossa quando fa dire al suo alter-ego Michele Apicella: "Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!"
La questione della competitività dei settori avanzati in Italia se la pone da anni, con riferimento al sistema produttivo e alle istituzioni regolative del mercato, una serie di persone serie tra cui Luciano Gallino e quelli de Lavoce.info. In occasione del prossimo Smau, se l'è posta anche lo spigoloso Zambardino su Repubblica e stavolta sembra difficile dargli torto. Solo che per chi si definisce "umanista", appare alquanto disumano usare senza mediazioni -e senza necessità- il termine "powwow", che uno volentieri girerebbe al mittente. Se non fosse che per fortuna, scansati gli indiani, c'è come ritrovarsi.
ottobre 04, 2005
Le tavole della legg(ibilità)
David Nielsen è un signore non particolarmente simpatico che si auto definisce guru dell'usabilità. Ogni guru è infatti autodefinito. E anche questo è un guru di poca modestia ma, diversamente dal solito si tratta anche di una persona con relativamente poche idee, molto chiare e in genere verificate con osservazioni scientifiche o simil tali. Nielsen è un personaggio del Web 1.0 - i suoi libri (Designing Web Usability e Home Page Usability)risalgono alla fine degli anni '90, non ha un blog, ma un sito - ma le cose che ha da dire sono ancora preziose. Una delle idee ricorrenti di Nielsen è che anche il web abbia bisogno di standard, di linguaggi condivisi, di convenzioni. La costruzione di queste convenzioni - il processo di istituzionalizzazione - è un processo sociale determinato dall'alto (da chi progetta software), ma anche dal basso, dagli utenti, dalle loro preferenze e dai loro limiti. Nielsen fa il guru a pagamento, nel senso che partecipare alle sue conferenze costa molto, ma pubblica anche sul web brevi commenti e suggerimenti sui temi dell'usabilità: le alertbox, che compiono 10 anni!. In questi giorni Nielsen ne ha pubblicato una di quelle che troverete poi citate dappertutto: i "Top Ten Web Design Mistakes of 2005".
Gli americani hanno la fissa dei 10 peccati e dei relativi 10 comandamenti, vediamo quali sono quelli rilevati da Nielsen su un campione di utenti:
Per finire eccovi un posto dove ascoltare una intervista al sullodato, di nuovo, antipaticuzzo, ma chiaro. La prossima volta vi faccio vedere in che lingua si esprimono le imprese italiane.
Gli americani hanno la fissa dei 10 peccati e dei relativi 10 comandamenti, vediamo quali sono quelli rilevati da Nielsen su un campione di utenti:
- Ostacolare la lettura con caratteri troppo piccoli o con poco contrasto rispetto al fondo;
- Indicare i link in modo non standard e finire quindi per nasconderli;
- Un uso non appropriato delle animazioni e di Flash;
- Contenuti scritti non espressamente per il web: stile prolisso ecc.;
- Ostacolare la ricerca di specifici contenuti del sito;
- Incompatibilità verso specifici browser;
- Moduli complessi e macchinosi;
- Assenza di riferimenti fisici, come un indirizzo postale;
- Impaginazione con larghezza prefissata;
- Impossibilità di ingrandire le foto.
Per finire eccovi un posto dove ascoltare una intervista al sullodato, di nuovo, antipaticuzzo, ma chiaro. La prossima volta vi faccio vedere in che lingua si esprimono le imprese italiane.
settembre 26, 2005
Google God (beta)
Qix ha pescato questa chicca, e io, che gli debbo molti spunti, ho tradotto, un po' liberamente.
MOUNTAIN VIEW, Calif. - 25 Settembre 2005 - Google ha annunciato oggi di avere acquisito il controllo di Dio. Con questa acquisizione Google potrà servirsi dell'intera produzione intellettuale di Dio, compresa la conoscenza di ogni cosa che è, di ogni cosa che è stata e di ogni cosa che sarà. Non si conoscono ancora i termini finanziari dell'operazione. La società non ha commentato le voci su un ampliamento di Google Maps fino a comprendere l'aldilà, o sul fatto che Google Talk comprenderà il nuovo protocollo "Preghiera". Ha solo confermato che le due innovazioni saranno disponibili solo per PC, anche se un portavoce ha sottolineato che Google spera di estendere la possibilità di intercedere direttamente presso i santi anche agli utenti Mac "prima del Giudizio Universale"
Si è raggiunta la pazienza del limite. Non se ne può più, l'efficiente motore di ricerca "no frills" sta diventando un ciccione vorace. Forse.
L'originale, più lungo, è in un thread su Textdrive, il finto logo di sopra si realizza con GoogleMyWay.
Che DHS ci protegga
Questo è il modo in cui si presentava il 25 settembre (per capirci in piena emergenza per l'uragano Rita) il sito della DHS, il dipartimento della "Homeland Security", quello che nelle intenzioni dovrebbe proteggere gli Usa dal terrorismo, dal cyber terrorismo, dai disastri naturali e anche dagli immigrati illegali. Molto si è detto sulla scarsa efficenza dei soccorsi e in generale dell'azione pubblica mostrata da uno stato ricco, ma con una sempre più scarsa considerazione per i beni collettivi. Ma la critica si è appuntata sulla Fema, la protezione civile, non sulla DHS, potente e iperfinanziata. Questi sono i rischi cui si espone chi vuole siti dinamici e affidati completamente a complicati database.
Le conclusioni sono due, una fessa e generale e una amara e locale:
1) chi ci protegge dai protettori?
2) fin quando al centro dell'impero si tollerano questi livelli di servizio, perchè sbatterci per i nostri penosi affanni sul web (leggi siti universitari, di enti locali ecc.)?
Le conclusioni sono due, una fessa e generale e una amara e locale:
1) chi ci protegge dai protettori?
2) fin quando al centro dell'impero si tollerano questi livelli di servizio, perchè sbatterci per i nostri penosi affanni sul web (leggi siti universitari, di enti locali ecc.)?
settembre 24, 2005
Aiace polimorfo
Sono un signore di mezza età e da un po' mi capitava di incontrare una parola che non capivo: Ajax. Certo, Aiace Telamonio il re di Salamina; una marca di detersivi; ma soprattutto, da quando la società italiana ha iniziato il suo processo di calcificazione, la storica e blasonata squadra di Amsterdam. Ora ho imparato che Ajax è un acronimo molto di moda che sta per "Asynchronous JavaScript and XML", ovvero una tecnologia che permette di sviluppare applicazioni web particolarmente efficaci. Un passo avanti nella tecnologia, Ajax permette di semplificare la negoziazione di informazioni tra il vostro pc e il server, di aggiornare la pagina piuttosto che ricaricarla. Così si ottengono pagine con una risposta immediata e una migliore sensazione di interattività. Le applicazioni di seconda generazione basate su Ajax si stanno diffondendo; una delle prime è stata Google suggest di cui abbiamo parlato in passato. Di più fa la versione instant search di Yahoo che fornisce risultati nello stesso momento in cui si digita la parola cercata. Ora stanno uscendo applicazioni "moderne" che usano AJAX o comunque Xml SOAP - di nuovo, non sapone ma Simple Object Access Protocol. Alcune le segnala Qix. E la sensazione è davvero molto positiva, provate a vedere la demo di Zimbra, un'applicazione per gestire mail via web, e poi smettete subito di usare il vostro account @libero. Oppure le possibilità offerte da software che impaginano la vostra pagina d'avvio preferita come Netvibes e soprattutto Protopage.
Insomma, vedremo sempre più spesso questa parola, o meglio, useremo sempre più spesso questa tecnologia senza saperlo.
La cosa che più mi è piaciuta nel cercare queste notizie è stata però la scoperta di una pagina di storia del sapone e dei detergenti. E poi scoprire che la versione in inglese del sito dell'Ajax AFC è scritta in perfetto ... olandese; un bel colpo per chi si vanta della partnership tecnologica di IBM, nota per i suoi costosi traduttori automatici. Capita.
Hartelijk bedankt voor uw interesse in Max-Web(er)!
Insomma, vedremo sempre più spesso questa parola, o meglio, useremo sempre più spesso questa tecnologia senza saperlo.
La cosa che più mi è piaciuta nel cercare queste notizie è stata però la scoperta di una pagina di storia del sapone e dei detergenti. E poi scoprire che la versione in inglese del sito dell'Ajax AFC è scritta in perfetto ... olandese; un bel colpo per chi si vanta della partnership tecnologica di IBM, nota per i suoi costosi traduttori automatici. Capita.
Hartelijk bedankt voor uw interesse in Max-Web(er)!
settembre 20, 2005
Culture digitali: proroga iscrizione
Oggi era l'ultimo giorno per iscriversi al test di "Culture digitali e della comunicazione". Ma è arrivata una proroga di due giorni: fino al 22. Le preiscrizioni sono già molte: oltre 300 per 200 posti. Il test, che rimane fissato il 29, non dovrebbe essere molto complesso (voci autorevoli). I libri di "testologia" servono più a chi li fa e li vende che non agli studenti, meglio allenarsi a comprendere un testo e a leggere con calma e attenzione le domande. Le risposte azzardate e sbagliate si pagano con un quarto di punto in meno.
Sulla rete non ci sono molti esempi, ma alcune università mettono in rete i test degli anni passati.
In bocca al loop.
Sulla rete non ci sono molti esempi, ma alcune università mettono in rete i test degli anni passati.
In bocca al loop.
settembre 16, 2005
Dominio Pubblico
Public Domain è il titolo di un album dei Triad e che è disponibile per il download sul loro sito. Oltre ai file mp3, anche le liriche e i video. Tutto sotto licenza Creative Commons.
Via Lessig
Aggiornamento per chi ha i link arrugginiti: seguendo le indicazioni di download si arriva a questa pagina, dove i brani in mp3 sono scaricabili singolarmente o tutti in un file compresso che porta anche copertina e retro del cd.
Scusi, avrebbe una "monetica"?
Per opportuna conoscenza, si comunica che da lunedì 12 settembre 2005, per acquistare le bibite, il personale docente e tecnico-amministrativo dell'Università degli Studi di Quaderno dovrà preventivamente "caricare" il proprio badge presso la "Monetica" adiacente al bar.
L'importo minimo della ricarica è fissato in € 5,00 (cinque).
Si resta a disposizione per ogni eventuale chiarimento.
Cordiali saluti
IL DIRETTORE GENERALE
Le vie dell'elettro-buro-informatichese sono finite. Ricevo e vi lascio a imperituro memento questo cartiglio che sancisce la nascita della Bibitonica, una branca della piu' generale e promettente disciplina della Economatica.
Lo sapevano che non si capiva, allora si sono sacrificati tutto il week end: si resta a disposizione!
settembre 14, 2005
Google search anche nei blog
La cpu si è riposata abbastanza, fin troppo, e da alcuni giorni stavo ragionando (per quel che mi è concesso) sulle vicende della rete. Fra queste la nuova effervescenza del settore Itc sui mercati, come ad esempio l'acquisto di Skype da parte di eBay. L'altro grande protagonista rimane Google. Sul suo conto crescono "rumors" di acquisizioni e alleanze e nel frattempo si moltiplicano i servizi offerti.
Oggi una notizia di peso: è on line (e funziona) Google blog. Un servizio dedicato e, mi sembra, efficiente. Sicuramente contribuira' a estendere il peso della "blogosfera".
Via qix. Informazioni su Motoricerca e ovviamente nell'help di google-blog, che come al solito è un esempio di chiarezza.
Ma tanta dinamicità ad alcuni non piace: ne parleremo.
Oggi una notizia di peso: è on line (e funziona) Google blog. Un servizio dedicato e, mi sembra, efficiente. Sicuramente contribuira' a estendere il peso della "blogosfera".
Via qix. Informazioni su Motoricerca e ovviamente nell'help di google-blog, che come al solito è un esempio di chiarezza.
Ma tanta dinamicità ad alcuni non piace: ne parleremo.
luglio 08, 2005
Fate riposare la cpu
Sarà che il mio g4 scalda molto, ma come vi siete accorti max web è praticamente andato (diciamo in vacanza). Fate riposare i vostri browser, spegnete l'aggregatore Rss e leggete qualcosa su carta, magari un libro. Così sono contenti i professori, gli editori e anche i bloggers con la fissa di chi ha la libreria più lunga. (mi riferisco alla catena in cui mi voleva tirare s.antonio Montanaro).
A dopo, quando riparleremo di brevetti, monopoli, code lunghe e altro. Speriamo.
A dopo, quando riparleremo di brevetti, monopoli, code lunghe e altro. Speriamo.
giugno 21, 2005
La finestra sul cortile
Signore, Signori,
eccovi il cortile di Sociologia visto dal satellite, ovvero da Google Maps, che come anticipato tempo addietro qui, sta importando il patrimonio di immagini da satellite di Keyhole. Questo significa che, come ha scoperto Luca, Google sta per essere esteso all'Italia il set di servizi di Maps. Se a questo si aggiunge che Google sta per implementare suoi servizi di pagamento e che quindi si appresta a fare concorrenza a eBay, come annuncia Apogeo, allora vuol dire che il monopolio di zio Bill rischia di apparire poca e vetusta cosa nel giro di mesi. Ma almeno si tratta di cose che funzionano, per ora.
Attenzione a quello che fate nel cortile: è chiaro che se questo è quello che si vede sul web, chi ha i mezzi riesce a vedere anche se avete i capelli fuori posto.
maggio 27, 2005
Interfacce abbronzate
Oggi ho avuto la fortuna di partecipare alla sessione caprese di Advanced Dis-Course on Digital Culture. Il relatore era Steve Berlin Johnson e con Derrick de Kerckhove e Mauro Calise un gruppo di dottorandi e giovani ricercatori molto brillanti. Anche troppo per una giornata di cosi' tanta luce. (clic sulla foto per vedere le altre)
Alla fine, da Anacapri sono sceso in bici, a 60 km/h. Poco virtuale, ma molto cool. Il vento della discesa non si puo' uploadare.
maggio 26, 2005
Tag e pregiudizio
David Weinberger parla della ri-costruzione sociale del senso attraverso il tagging. Sul tema delle etichette però associo più rapidamente Erving Goffman. Ma sentite cosa ha detto mio figlio di 7 anni al fratello di 2,5 stamattina davanti alla tazza di latte.
"Secondo me sei un razzista, perche' hai la pelle chiara, sei biondo e hai anche gli occhi azzurri. I razzisti sono tutti come te."
Insomma i tag su Flickr o su del.icio.us sono sicuramente un nuovo modo di intendere il web e di far circolare la conoscenza, ma non è che poi rischiano di essere una forma di etichettamento? Sono sicuro che no, ma vorrei essere rassicurato di più.
"Secondo me sei un razzista, perche' hai la pelle chiara, sei biondo e hai anche gli occhi azzurri. I razzisti sono tutti come te."
Insomma i tag su Flickr o su del.icio.us sono sicuramente un nuovo modo di intendere il web e di far circolare la conoscenza, ma non è che poi rischiano di essere una forma di etichettamento? Sono sicuro che no, ma vorrei essere rassicurato di più.
maggio 25, 2005
Rossi-Doria ha cento anni
Oggi sono cento anni dalla nascita di Manlio Rossi-Doria.
Il professore Manlio Rossi-Doria è stato un uomo di grandissima importanza. Per la cultura italiana, per il Mezzogiorno, per l'università di Napoli e un poco anche per la mia vita. Rossi-Doria insegnava economia e politica agraria a Portici, nella facoltà di agraria e lì ha trasformato quello che era un istituto universitario qualunque in un moderno e efficiente centro di ricerche e di alta formazione dedicato ai temi della questione meridionale. In quel quel centro hanno studiato generazioni di economisti, sociologi e statistici. Per entrare e conquistare una delle venti borse annuali valeva solo il merito e la selezione era durissima. Arrivavano dalla Calabria e dalla Basilicata, ma correvano anche dal Nord. Era un semplice istituto, con pochi finanziamenti, ma riusciva a fare alta formazione nel modo in cui poi tutti avrebbero detto di voler fare.
Rossi-Doria non temeva la tecnologia, anzi avrebbe molto apprezzato le possibilità che offre il web. Era un grande studioso, ma pensava che prima di parlare di agricoltura bisognasse sporcarsi le scarpe di fango, vedere da vicino, parlare con le persone. Era un accademico, ma pensava che schierarsi fosse un dovere: prima contro il fascismo - e pagò con il confino e l'arresto - poi per le riforme - e lavorò per la riforma agraria e contro i nuovi baroni. Era un uomo temuto per la sua autorevolezza e amato per la sua simpatia. Ha scritto saggi fondamentali per l'analisi del Mezzogiorno, ma ha lasciato anche un bellissimo volume di fiabe. Sarebbe bello che ne nascessero altri.
Qui una sua breve biografia (word 32Kb)
maggio 23, 2005
Carta e camicia
Le notizie high tech fanno a volte venire le vertigini. E poi bisogna capirle.
Il mondo low tech mi è invece più vicino e familiare. Rimango incantato dalle invenzioni low tech, è pura poesia.
Due esempi: la carta a quadretti e la tasca input-output.
La carta a quadretti la fornisce gratis un sito inglese, Incompetech. Non si tratta solo di quadretti, ma anche di righe, di carta millimetrata, logaritmica, asimmetrica, per matrici di punti. Insomma per tutte le esigenze. E non mancano le possibilità di personalizzazione. Dove si trova più la carta millimetrata? Solo a peso d'oro e in blocchi da 50. Così invece è in Pdf direttamente sulla vostra stampante. In magazzino anche calendari in tutte le lingue e musica gratis.
La camicia è invece un'invenzione del sarto Yoshimura. Un "rivoluzionario sistema per non perdere il cellulare e non fare acrobazie quando squilla. Eccellente sito, da visitare anche per chi non capisce il giapponese, serve solo la passione low-tech.
Il mondo low tech mi è invece più vicino e familiare. Rimango incantato dalle invenzioni low tech, è pura poesia.
Due esempi: la carta a quadretti e la tasca input-output.
La carta a quadretti la fornisce gratis un sito inglese, Incompetech. Non si tratta solo di quadretti, ma anche di righe, di carta millimetrata, logaritmica, asimmetrica, per matrici di punti. Insomma per tutte le esigenze. E non mancano le possibilità di personalizzazione. Dove si trova più la carta millimetrata? Solo a peso d'oro e in blocchi da 50. Così invece è in Pdf direttamente sulla vostra stampante. In magazzino anche calendari in tutte le lingue e musica gratis.
La camicia è invece un'invenzione del sarto Yoshimura. Un "rivoluzionario sistema per non perdere il cellulare e non fare acrobazie quando squilla. Eccellente sito, da visitare anche per chi non capisce il giapponese, serve solo la passione low-tech.
maggio 16, 2005
E' la classe (sociale) che conta
Il New York Times ha aperto un'inchiesta su di un tema che in Italia è ancora molto desueto, ma c'è da scommettere che tra effetti della crisi economica e ansia di rifarsi una verginità politica a sinistra, sarà di nuovo popolare tra poco. Il tema è quello delle classi sociali: "Class Matters". Da domenica 15 maggio esce una serie di articoli, uno al giorno, dedicati ai vari aspetti del problema. Il primo è stato dedicato alla distribuzione del reddito e alla sua relazione con il livello di istruzione, il secondo al fatto che appartenere a una classe più elevata significa vivere più a lungo. Gli articoli sono il frutto di inchieste durate un anno e sono corredati da una buona bibliografia e da efficaci presentazioni di dati. Attenzione, se avete cliccato sui link sopra e non avete visto nulla è perché il sito del NYT è visibile solo a chi è registrato, ma la registrazione è gratuita e senza conseguenze invadenti.
maggio 14, 2005
Miracolo italiano
Marco Rossi-Doria è un maestro di strada (qui il suo blog, un po' abbandonato, ma ricco di materiale) ed è stato invitato a Bologna per partecipare alla "Fabbrica", il convegno dedicato alla costruzione del programma dell'opposizione. Il tema di oggi era: "La fatica e l'orgoglio degli insegnanti" . Mi ha appena inviato questo sms:
Esco ora dalla fabbrica del programma. Miracolo italiano e cosa mai vista prima d'ora. Il prof. Prodi è stato sette ore seduto a ascoltare gente di scuola che doveva fare proposte per il programma in quattro minuti. Poi suonava il gong. Era seduto dietro al computer a prendere appunti. Ed è il quindicesimo tema che tratta così. Alla fine replica di minuti dieci. Precisa.
Un altro pianeta. Una speranza
Esco ora dalla fabbrica del programma. Miracolo italiano e cosa mai vista prima d'ora. Il prof. Prodi è stato sette ore seduto a ascoltare gente di scuola che doveva fare proposte per il programma in quattro minuti. Poi suonava il gong. Era seduto dietro al computer a prendere appunti. Ed è il quindicesimo tema che tratta così. Alla fine replica di minuti dieci. Precisa.
Un altro pianeta. Una speranza
maggio 13, 2005
Scrivere, scribacchiare, bloggare
Questa sera dovevo consegnare (via mail) tre pezzi promessi a un giornalista. Un signore che vive nella mia città e che ha inciampato nel mio nome in modo casuale, come accade di solito nella vita. Scrivere è fatica, oltre che difficile. E io, che dico stupidaggini a man bassa, ho il terrore di scrivere banalità. L'opportunità di pubblicare su un tema che mi sembra di conoscere e che non è troppo scontato va dunque colta. Ma scrivere è fatica e di queste cose (la ripresa dei flussi migratori dal sud) ho parlato spesso nelle ultime settimane. Sono perfino uscito per dentro alle televisioni (locali) di Napoli e di Reggio Emilia. Allora, trascorse alcune ore a perder tempo, mi decido a scribacchiare alcune cose alla meno peggio e le mando in extremis al signore giornalista, che temeva già di dover uscire con la pubblicità involontaria dei detersivi: la pagina bianca. Per farmi perdonare gli dico di venire a dare un occhio a max-web, così lo capisce che sono uno così. E lui mi risponde che anche lui blogga. E che blog: si chiama Mappamondo, è pieno di tutti i link giusti (alcuni rotti in verità, ma giusti nel senso di ben frequentati) con tutti i bottoncini e la grafica. Insomma mica uno qualsiasi, un vero blogger. Beh lo capisco: quando alle 7 gli ho detto che i tre pezzi che gli avevo promesso per le 6 erano diventati due, il fatto di avere una seconda identità scrittoria gli ha evitato l'infarto. Poi però mi sono commosso e alle 8 gli ho inviato anche il terzo. E' ancora vivo: mi ha mandato una mail.
maggio 05, 2005
Sentaprof
Ricevo e volentieri pubblico:
"Senta prof io tempo non ne posso perdere, visto che non posso aspirare ad un buon voto faccio la mia tesi basata sulla parte teorica e non statistica, perchè se la volevo basare sulla statistica l'avrei fatta con la D'Esperto, quindi metterò la statistica là dove sarà necessaria,così facendo mi farà sentire inadeguata a qualsiasi situazione e le posso garantire che non lo sono affatto, quindi cercate di venirmi incontro perchè gli assicuro che nella vita (mia) ci sono anche altri problemi,io ci stò lavorando e spero di portarvela finita e laddove mi dirà che non và bene, vuol dire che me la farò accettare da qualcun altro. GRAZIE"
Secondo voi io a questo punto:
- vado a Mongobucco e scateno una faida;
- chiedo la perizia psichiatrica (per me);
- chiamo un amico del paese vicino per indagare se veramente sta molto male e poi la promuovo per motivi umanitari;
- all'esame di laurea le chiedo di coniugare il verbo stare;
- mi metto di traverso e si laurea con la prossima riforma universitaria;
- mi dimetto dall'università prima della prossima riforma.
Grato a chiunque vorrà sciogliermi il dubbio.
"Senta prof io tempo non ne posso perdere, visto che non posso aspirare ad un buon voto faccio la mia tesi basata sulla parte teorica e non statistica, perchè se la volevo basare sulla statistica l'avrei fatta con la D'Esperto, quindi metterò la statistica là dove sarà necessaria,così facendo mi farà sentire inadeguata a qualsiasi situazione e le posso garantire che non lo sono affatto, quindi cercate di venirmi incontro perchè gli assicuro che nella vita (mia) ci sono anche altri problemi,io ci stò lavorando e spero di portarvela finita e laddove mi dirà che non và bene, vuol dire che me la farò accettare da qualcun altro. GRAZIE"
Secondo voi io a questo punto:
- vado a Mongobucco e scateno una faida;
- chiedo la perizia psichiatrica (per me);
- chiamo un amico del paese vicino per indagare se veramente sta molto male e poi la promuovo per motivi umanitari;
- all'esame di laurea le chiedo di coniugare il verbo stare;
- mi metto di traverso e si laurea con la prossima riforma universitaria;
- mi dimetto dall'università prima della prossima riforma.
Grato a chiunque vorrà sciogliermi il dubbio.
aprile 30, 2005
Il traffico è un problema: scriviamoci sopra
Come sapete a Napoli il problema del traffico è molto grave, come d'altronde a Palermo. Si ascolti in proposito "Johnny Stecchino" di Benigni (audio formato .wav 252k e solo per 7 giorni). Tale annoso problema procura vari danni e patologie (sociali e individuali). Tra queste: l'amnesia. Infatti, se ricordate, avevo promesso di svelare dopo Pasqua il mistero delle indicazioni stradali. Bene, il mistero sarebbe rimasto tale. Non ricordavo assolutamente l'indirizzo. Era un sito tedesco che permetteva con assoluta facilità di scrivere sui cartelli stradali, sui tabelloni orari degli aeroporti, sui ponti con lo spray ecc. Niente, non trovavo una traccia, un link. Sono le conseguenze del traffico.
Ma in un commento del 29 aprile de "il Cordiale" è arrivata la soluzione, a questo punto dovrei io indovinare come ha fatto. Complimenti.
Il tempo speso a cercare le mie stesse tracce mi ha portato a trovare altre occasioni di scrittura creativa (nel senso buono della parola, absit Baricco verbis).
La prima è Amaztype compone nomi di autori e di titoli di libri, musica e film utilizzando le immagini delle copertine relative nel database di Amazon. Un capolavoro di sofisticazione resa semplice. Uno dei due autori è Jugo Nakamura, l'artista del Flash di cui abbiamo parlato a dicembre. Date un'occhio anche alla sezione "zeitgeist" per una panoramica dei gusti correnti e per vedere un'impaginazione eccellente.
Se invece volete vedere che figura fa il vostro nome o quello del vostro amato bene (fra un po' è la festa della mamma), ma né voi né lei avete un disco in vendita da Amazon e nessuno ha ancora scritto un libro su di voi, allora andate da Metaatem. Qui la metascrittura raccoglie pseudolettere tra le foto pubblicate in Flikr, un tool di pubblicazione e condivisione di foto. Uno dei luoghi interessanti per osservare nuove forme di espressività e di relazione sociale in rete.
Infine una cosa simile è stata sviluppata, anche questa per quasi-gioco, da un ragazzo di Stoccarda, Philipp Lenssen. In questo caso le immagini che compongono la scrittura provengono da Google-Images, infatti il blog di Lenssen è tutto dedicato a Google e all'esplorazione delle sue potenzialità.
Ma in un commento del 29 aprile de "il Cordiale" è arrivata la soluzione, a questo punto dovrei io indovinare come ha fatto. Complimenti.
Il tempo speso a cercare le mie stesse tracce mi ha portato a trovare altre occasioni di scrittura creativa (nel senso buono della parola, absit Baricco verbis).
La prima è Amaztype compone nomi di autori e di titoli di libri, musica e film utilizzando le immagini delle copertine relative nel database di Amazon. Un capolavoro di sofisticazione resa semplice. Uno dei due autori è Jugo Nakamura, l'artista del Flash di cui abbiamo parlato a dicembre. Date un'occhio anche alla sezione "zeitgeist" per una panoramica dei gusti correnti e per vedere un'impaginazione eccellente.
Se invece volete vedere che figura fa il vostro nome o quello del vostro amato bene (fra un po' è la festa della mamma), ma né voi né lei avete un disco in vendita da Amazon e nessuno ha ancora scritto un libro su di voi, allora andate da Metaatem. Qui la metascrittura raccoglie pseudolettere tra le foto pubblicate in Flikr, un tool di pubblicazione e condivisione di foto. Uno dei luoghi interessanti per osservare nuove forme di espressività e di relazione sociale in rete.
Infine una cosa simile è stata sviluppata, anche questa per quasi-gioco, da un ragazzo di Stoccarda, Philipp Lenssen. In questo caso le immagini che compongono la scrittura provengono da Google-Images, infatti il blog di Lenssen è tutto dedicato a Google e all'esplorazione delle sue potenzialità.
aprile 29, 2005
Micro Soft - Macro balls
Dal Corriere della Sera (o da Repubblica e molti altri):
Bill Gates appare fiero nel presentare il sistema operativo Longhorn, l’ultimo prodotto di casa Microsoft. Lo spiega e lo racconta con devozione e orgoglio, aggiungendo che secondo lui è il migliore, il più innovativo e il più sicuro. Si chiamerà Longhorn e nella versione definitiva sarà disponibile dal dicembre 2006.
Non si capisce subito, ma è una delle migliori battute del secolo: "con devozione e orgoglio" "nel dicembre 2006"! cioè fra due anni. E sono almeno due anni che zio Bill ripete l'annuncio. Insomma il presidente della Fininvest è un dilettante.In più questo software, per il quale Bill racconta di avere investito più della missione Nasa sulla luna, minaccia di raccontare i fatti nostri a chiunque, come racconta Paolo Attivissimo, un attento osservatore di queste cose.
La cosa più inquietante è che queste panzane sono rifilate solo alla stampa italiana e in coincidenza del lancio (vero) del nuovo Mac Os cui Longhorn si "ispira". In Usa gli articoli su Microsoft parlano di cose più serie: i suoi profitti sono raddoppiati, ma la crescita è stata inferiore a quanto preventivato. E questo tipo di inaffidabilità è ritenuta più grave.
Ma Bill assume solo ingegneri incompetenti? Non è pensabile, la questione pare che abbia a che fare con la natura profondamente malata di Win e con il tentativo ripetuto di mettere pezze che mantenessero in vita Windows il sistema operativo più diffuso e più inefficiente, ma anche quello che nello stesso tempo rappresenta il latifondo materiale e culturale da cui MS estrae le sue rendite
Domani annuncerò commosso la mia designazione per il Nobel del 2015.
Bill Gates appare fiero nel presentare il sistema operativo Longhorn, l’ultimo prodotto di casa Microsoft. Lo spiega e lo racconta con devozione e orgoglio, aggiungendo che secondo lui è il migliore, il più innovativo e il più sicuro. Si chiamerà Longhorn e nella versione definitiva sarà disponibile dal dicembre 2006.
Non si capisce subito, ma è una delle migliori battute del secolo: "con devozione e orgoglio" "nel dicembre 2006"! cioè fra due anni. E sono almeno due anni che zio Bill ripete l'annuncio. Insomma il presidente della Fininvest è un dilettante.In più questo software, per il quale Bill racconta di avere investito più della missione Nasa sulla luna, minaccia di raccontare i fatti nostri a chiunque, come racconta Paolo Attivissimo, un attento osservatore di queste cose.
La cosa più inquietante è che queste panzane sono rifilate solo alla stampa italiana e in coincidenza del lancio (vero) del nuovo Mac Os cui Longhorn si "ispira". In Usa gli articoli su Microsoft parlano di cose più serie: i suoi profitti sono raddoppiati, ma la crescita è stata inferiore a quanto preventivato. E questo tipo di inaffidabilità è ritenuta più grave.
Ma Bill assume solo ingegneri incompetenti? Non è pensabile, la questione pare che abbia a che fare con la natura profondamente malata di Win e con il tentativo ripetuto di mettere pezze che mantenessero in vita Windows il sistema operativo più diffuso e più inefficiente, ma anche quello che nello stesso tempo rappresenta il latifondo materiale e culturale da cui MS estrae le sue rendite
Domani annuncerò commosso la mia designazione per il Nobel del 2015.
aprile 27, 2005
Delirio da security e diritti della persona
Il Dipartimento di stato USA ha ammesso che infilare RFID nei passaporti è una potenziale scemenza.
Gli RFID sono delle microantenne (qui le definizioni) capaci di rispondere a messaggi radio inviando un codice identificativo: Radio Frequency Identification. Per capirci subito: il telepass.
La tecnologia RFID ha radici nella guerra fredda (come racconta la pagina diWikipedia), ma il forte interesse attuale è dato dalla miniaturizzazione, dai costi ormai bassissimi e quindi dalla possibilità di impiegare queste etichette per tracciare il destino delle merci. Una pacchia per tutti quelli che fanno analisi di marketing. Potrebbe sembrare un semplice sistema antitaccheggio - e cosi' viene presentato agli scettici - si tratta invece di un sistema che permette di tracciare i nostri comportamenti di mercato e quindi, siccome siamo quello che consumiamo, di tracciare noi. Un'applicazione che può rendere l'idea è quella della pubblicità personalizzata. Se indossiamo un capo di una linea sportiva il cartellone che ci guarda attentamente (e che finora noi guardavamo distratti) consiglierà l'acquisto di scarpe tecniche e non di pantofole.
Insomma questa invenzioncina da 007 nei paesi anglosassoni ha destato molto scalpore, mina la libertà individuale e i link di taglio critico si moltiplicano. Ma dopo il 9/11 queste sono cose da femminucce e per la security si fa il massimo. A costo di essere ridicoli: guardatevi questa storia di pinguini in aeroporto (via BoingBoing).
Pertanto il Dipartimento di Stato ha pensato (o meglio, chi produce RFID ha fatto pensare allo SD) che questa fosse una tecnica infallibile per autenticare i passaporti dei cittadini Usa: un microscopico RFID infilato nella copertina. Peccato che i soliti tecnocritici abbiano subito fatto notare come il furbo dispositivo possa essere facilmente sovvertito, rivoltato. Chiunque può o potra' procurarsi un dispositivo di scansione degli RFID e scoprire il codice che identifica i cittadini americani. A questo punto immaginatevi uno scenario poco friendly, non necessariamente Bagdad, e provate a immaginare con quale serenità si possa portare in tasca il passaporto Usa.
Ma certo non finisce qui: il conflitto tra diritti e sicurezza, tra conoscenza e Digital Right Management è solo agli inizi.
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