novembre 17, 2006

Maffettone spiega Borat.


L'autorevole filosofo su carta si cimenta di nuovo con i miti della rete. Dopo le acute osservazioni della volta scorsa, ora ci racconta (sul Mattino di oggi) che è andato a vedere il film di Borat e svela che in realtà si tratta di:
"Sacha Baron Cohen, già noto per essere apparso travestito da giornalista arabo in un programma televisivo inglese di successo da lui interpretato, il «Da Ali G Show»."
Arabo, certo. Peccato che invece il personaggio sia quello di un finto gangsta rapper della periferia di Londra, nel senso che non è nemmeno un vero esponente del ghetto, ma un piccolo borghese che vive con la mamma in una cittadina middle-class; è proprio per darsi un tono che Alistair Graham ha scelto di chiamarsi Ali G. Ed è proprio perchè il nome Ali fa pensare a un arabo, in nome del relativismo culturale nessuno di quelli che incontra obietta alle colossali scemenze che Ali G si permette di dire. Solo Ken (il rosso) Livingstone, il sindaco di Londra, non ci casca e lo stoppa quando si tuffa in una tirata misogina e fascisteggiante.
Adesso però basta, che a spiegare le barzellette ai filosofi si fa la figura dei sociologi.
Se avete un po' di banda andate a vedervi l'intervista a Chomsky e da li alcune altre cose di Sasha Baron Cohen (ottima pagina di Wikipedia). E magari fatemi sapere, potrei prestarvi i miei Dvd originali.
Come al solito affido ai posteri la recensione da prima pagina dell'autorevole quotidiano meridionale nel primo commento. Da archiviare insieme a tanto altro fra i materiali per una documentazione dei novissimi termini della questione meridionale.


5 commenti:

e.r. ha detto...

Borat e la comicità al potere
di Sebastiano Maffettone
Il tam-tam, come lo si chiama, è implacabile. E così anche il sottoscritto, come quasi tutti gli accademici con un po’ di puzza sotto il naso è andato a vedere il film culto del momento. Mi riferisco a «Borat, Cultural Leanning of America for Make Benefit the Glorious Nation of Kazhakistan». Nel film, Borat è un giornalista kazhako, interpretato dall’attore comico britannico Sacha Baron Cohen, già noto per essere apparso travestito da giornalista arabo in un programma televisivo inglese di successo da lui interpretato, il «Da Ali G Show».
Borat è apparentemente incaricato dalla televisione e dal governo del suo paese di fare un viaggio culturale negli Stati Uniti per - come dice il titolo - far conoscere ai concittadini le meraviglie della modernità. Questo incarico - starei per dire ovviamente - è solo un pretesto, perchè lo scopo del film è di farci ridere di tutto e tutti: kazhaki, americani e, perchè no? resto del mondo. In realtà questo lo si sa da prima, un po’ per la fama di attore comico di Baron Cohen, un po’ perchè, come dicevo, se ne parla molto, e un po’, infine, perchè l’onnipresente YouTube ha distribuito sul web qualche minuto di anteprima che ha fatto il giro dei santuari dell’intelligenza americana in men che non si dica. Baron Cohen è bravo e spregiudicato. Usa una tecnica apparentemente ingenua, ma in realtà raffinata, che sostanzialmente adopera finte citazioni dalla Tv trash occidentale, soprattutto dai reality show, e da una immaginaria Tv tipo-sovietico collocata - per far funzionare la storia del film - in Kazhakistan. La sua caratteristica principale è l’irriverenza e la mancanza totale di senso del politically correct. Il Kazhakistan di Borat è una terra primitiva, popolata da gente rozza e superstiziosa, che odia gli ebrei e gli usbeki (il governo del Kazhakistan ha già protestato ufficialmente con forza). Ma anche gli Stati Uniti fanno la loro bella figura, dipinti come un paese che pretende di risolvere i problemi culturali con un maestro di buone maniere e sostanzialmente incapace di comprendere la differenza e l’alterità. Borat gira per gli States incontrando gente ordinaria e proponendo la sua visione pre-politicamente-corretta del mondo. È dunque esilarante quando incontra le femministe d’antan, oppure quando arringa una folla fascista e bushista al rodeo. È persino commovente nel suo innammoramento per Pamela Anderson, la starlette di Bay Watch, segno di un mondo finto e irragionevole. La satira raggiunge il suo massimo quando Borat conosce il popolo che incontra Gesù o quando partecipa al pranzo perbenista della comunità locale. Baron Cohen riesce a far ridere molto il pubblico e le sale cinematografiche in cui si proietta il suo film registrano il tutto esaurito. Non è poco, per quella che in fondo è una seria riuscita di sketch televisivi, alla maniera di Tognazzi e Vianello di una volta per intenderci, riproposta sul grande schermo. Intendiamoci, la maniera in cui Baron Cohen rappresenta se stesso è assai sofisticata, e non ricorda punto i «nataleinindia» e simili che ci sorbiamo noi nelle feste di fine anno. E, come nota il critico del New York Times (Magazine), infine bisogna ammettere che la scena della lotta tra Borat e il suo degno compare Azamat è all’altezza della grande tradizione comica del cinema muto.
Sebastiano Maffettone

Anonimo ha detto...

...ciai presente quando ciai voglia di comprare un DVD e nn sai quale? qualcosa che propio vorresti vedere ma non sai esattamente, tipo quando ciai fame e vorresti "qualcosa di buono". Ecco AliG.. qualcosa di buono da comprare. Ah... a trovare qualcuno che ti presti il DVD... (non il film eh.. che il film non e che e sta cosa, il DVD degli schetches)... ah a trovarlo..

ps qui nn funziona il tag "strike" che mi avrebbe permesso simpaticamente di affiancare "comprare" a SCARICARE faceva tanto figo... Sarà Maffettone...

e.r. ha detto...

LEI HA VINTO!
Il dvd doppio di "Ali G in da Usa" le verrà recapitato da un nostro corriere.
Cosa non si fa per il proprio pubblico (pubblico: sostantivo maschile singolare).

e.r. ha detto...

Clamoroso, la nostra audience raddoppia. Fra un po' facciamo schiattare pure Manzoni e i suoi 25 lettori.
Il Dvd le sarà recapitato non appena rientra in ditta.

Anonimo ha detto...

Aggiornamento del 16 gennaio 2007

Il comico britannico Sasha Baron Cohen ha ricevuto il premio come miglior attore nella categoria film comico o musicale per il suo "Borat", che ha ringraaziato tutti gli americani «che fino a ora non mi hanno ancora fatto causa».

Borat, il kazako da record!

Il fenomeno Borat non smette di far discutere! E mentre per vederlo in Italia dovremo aspettare marzo 2007, il film sul giornalista kazako rozzo e razzista in Usa solo nel primo week end di programmazione ha incassato 26 milioni di dollari. E, a sorpresa, ora ha conquistato anche il Presidente del Kazakhstan, Nursultan Nazarbayev, in un primo momento infuriato contro l'attore-detrattore Sacha Baron Cohen. Durante una visita a Londra ha dichiarato: "Guardiamo il lato positivo della cosa. Questo film è stato creato da un comico, quindi ridiamoci sopra. Non c'è niente di meglio della cattiva pubblicità: la gente vorrà saperne di più e verrà nel nostro Paese a vedere di persona!". E mentre in Russia il film è stato vietato, bisogna sottolineare che in realtà la satira di Baron Cohen è rivolta soprattutto all'America, alle sue ipocrisie e al suo razzismo strisciante.